Call Center: “Io cartomante a 7 cent al minuto”, ennesima denuncia shock



Non ho mai preso in giro nessuno, ho semplicemente letto le carte dicendo con molto tatto quello che riuscivo a decifrare. Quello che ho capito è che in realtà la gente aveva solo bisogno di parlare con qualcuno. Anche coloro che si mostravano sicuri, in realtà, cercavano nelle carte certezze sul lavoro, sulla salute e soprattutto sull’amore”, è questo sostanzialmente quanto raccontato alla CGIL da una delle donne che ha lavorato per circa un anno in un call center di Taranto come cartomante.



La vicenda è stata raccontata lo scorso 9 luglio dal sindacato lavoratori della conoscenza e pare che abbia destato parecchie polemiche.  Anche la donna ha deciso di raccontare la sua testimonianza di solitudine e sfruttamento all’interno di quel posto di lavoro. La stessa racconta come tutto sia iniziato lo scorso mese di dicembre del 2016, quando la stessa ha trovato un annuncio su internet ed ha inviato così la propria candidatura. La donna sarebbe stata Contattata telefonicamente e stando a quanto spiegato dalla stessa, avrebbe guadagnato €0,07 per ogni minuto di conversazione. “Non mi è stato neppure chiesto che tipo di conoscenza avessi della cartomanzia.

Inizialmente lavoravo sei ore al giorno, poi siccome i clienti chiedevano di parlare con me ho iniziato a lavorare anche otto ore al giorno. Si lavorava sei giorni alla settimana e ogni mese dovevo garantire due domeniche”, ha raccontato ancora la donna. Lo scorso mese  ha lasciato il posto di lavoro perché pare svolgesse un impiego full-time ma non nella retribuzione e per questo motivo si è rivolta alla Slc e Cgil che proprio nei giorni scorsi ha segnalato il caso del call center che cerca cartomanti con annunci sul web indicando un compenso tra le mille e le duemila euro. “Per ottenere il pagamento mensile era un’odissea ogni volta: dopo i primi mesi in cui ricevevo una ricarica postepay mediamente di quasi 400 euro, il referente con cui mi interfacciavo ha cominciato ad accampare scuse per spiegare le mensilità che saltavano.

A volte sosteneva che i committenti non avevano pagato, altre volte che c’erano controversie giudiziarie”, ha aggiunto ancora la donna. Secondo Andrea Lumino segretario generale della Slc Cgil di Taranto si tratta di una storia davvero molto triste. Lo stesso ha infatti aggiunto: “Questa vicenda  ancora una volta racconta come c’è chi si arricchisce sui bisogni della gente: sui bisogni di chi chiama cercando risposte e sui bisogni di chi pur di sopravvivere accetta un trattamento da 7 centesimi al minuto. Come Slc Cgil abbiamo un doppio compito: tutelare questa donna che ha fatto onestamente il suo lavoro e porre un freno a questa giungla che favorisce i ‘nuovi schiavisti'”.



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