Bimbo vampiro morto di malaria: grande ritrovamento per gli archeologi di tutto il mondo



Questo articolo in breve

Custodisce i resti di una bambina di 10 anni la tomba rivenuta durante gli scavi nell’area archeologica di Poggio Gramignano a Lugnano in Teverina. La tomba presenta al suo interno il corpo della bambina con la bocca aperta e una pietra collocata al suo interno. Il rinvenimento è avvenuto durante la campagna di scavi nello scorso luglio ad opera di una equipe di archeologi statunitensi guidata da David Soren, dell’Università dell’Arizona, che per primo scoprì la necropoli dei bambini.



Nelle vicinanze di Lugnano in Teverina (Terni), nei pressi della Valle del Tevere, gli archeologi hanno infatti rinvenuto quello che doveva essere un antico cimitero per bambini morti in tenera età o nati morti, che probabilmente sorgeva sui resti di una villa romana, risalente al I secolo d.C.. Ad occuparsi del caso sono state due equipe di archeologi italiani e statunitensi, decisamente affascinati dal ritrovamento del ‘bambino vampiro’. Nella zona, infatti, si scava da oltre 30 anni, ma solo negli ultimi mesi è stato scoperto questo cimitero che ospitava le salme di bambini.

In pubblicazioni precedenti Soren ha anche descritto il ritrovamento di scheletri di cuccioli di cani, alcuni decapitati. Secondo l’archeologo i sacrifici dei cani servivano a placare le divinità degli inferi e inoltre negli scritti di Plinio i “succhi dei corpi dei cuccioli” erano applicati per curare varie malattie, tra le quali l’ingrossamento della milza, tipico di chi è affetto da malaria.

Anche lo scheletro del “bambino vampiro”, per quanto non sia ancora stato eseguito l’esame del Dna che potrà riprovarlo senza dubbi, presenta segni di malaria. Nel cranio ci sono infatti segni di ascessi ai denti, considerati, anche questi, tipici della parassitosi malarica. Il direttore dello scavo, David Pickel, dell’università di Stanford, ha aggiunto che “il ritrovamento del ‘bambino vampiro’ potrà dire molto sulla devastante epidemia di malaria che colpì l’Umbria circa 1.500 anni fa e soprattutto sugli effetti che ebbe sulla comunità e sul modo con cui si cercò di combatterla”.

“L’età di questo bambino e la sua particolare sepoltura con la pietra posta nella bocca, rappresentano, al momento, un’anomalia all’interno di un cimitero già anormale”, ha detto Pickel. “Questo sottolinea ulteriormente quanto sia unico il sito in cui stiamo scavando – Fino a oggi, infatti, erano stati trovati scheletri di bambini più piccoli, al massimo di 3 anni. Una bambina aveva delle pietre tra le mani, anche in questo caso probabilmente per tenerla ancorata alla sepoltura”.

Lo scheletro ritrovato con la pietra in bocca è per ora unico a Lugnano, ma sepolture simili sono state documentate in altri luoghi, tra cui Venezia, dove nel 2009 fu ritrovato il corpo di una donna del XVI secolo, soprannominata “Vampiro di Venezia” perché aveva un mattone in bocca. Nel Northamptonshire, in Inghilterra, nel 2017, si trovò lo scheletro di un uomo, risalente al III o IV secolo, sepolto a faccia in giù con la lingua rimossa e sostituita con una pietra.

“Queste operazioni fatte sui morti si vedono in diverse culture – osserva un altro dei ricercatori americani, il bioarcheologo Jordan Wilson –  specialmente nel mondo romano indicavano che c’era il timore che questa persona potesse tornare dai morti e cercare di diffondere la malattia ai vivi”.

Gli scavi sul sito di Lugnano sono per ora sospesi e riprenderanno la prossima estate. Intanto il sito della villa è in corso di musealizzazione grazie a finanziamenti ottenuti per la copertura dell’area, mentre i reperti provenienti dalla villa e la storia della città sono visibili nell’antiquarium nello splendido centro storico di Lugnano in Teverina, in provincia di Terni e a circa un’ora di auto da Roma.

Fatti fondamentali

  • La malaria è una malattia potenzialmente mortale causata da parassiti che vengono trasmessi alle persone attraverso le punture di zanzare infette. · Nel 2010, si stima che la malaria abbia causato 660.000 decessi (con un margine d’incertezza cha va dai 610.000 ai 971.000) per la maggior parte tra i bambini dell’Africa. · La malaria è prevenibile e curabile. · L’incremento delle misure di prevenzione e controllo della malaria sta riducendo drasticamente il carico di tale malattia in molte aree. · I lavoratori non immuni in provenienza da aree esenti da malaria sono molto vulnerabili alla malattia quando vengono infettato.

Secondo le più recenti stime, nel 2010 si sono verificati circa 209 milioni di casi di malaria (con un margine di incertezza oscillante da 154 milioni a 289 milioni) e circa 660.000 decessi (con un margine di incertezza oscillante da 610.000 a 971.000). I tassi di mortalità per la malaria sono calati di più del 25% dal 2000, e del 33% nella Regione Africana dell’OMS.

 La maggior parte dei decessi si verifica tra i bambini che vivono in Africa, dove ogni 10 minuti un bambino muore di malaria. Le stime disponibili per il 2010 riguardo al carico di malattia a livello di paese mostrano che circa l’80% dei decessi ha luogo in appena 14 paesi e circa l’80% dei casi si verifica in 17 paesi. Insieme, la Repubblica Democratica del Congo e la Nigeria fanno registrare più del 40% del totale stimato di decessi a livello mondiale. La malaria è causata dai parassiti del genere plasmodium.

 Tali parassiti vengono trasmessi alle persone attraverso le punture di zanzare Anopheles infette, chiamate “vettori della malaria”, che pungono principalmente tra il tramonto e l’alba. Esistono quattro specie di parassiti che causano la malaria negli esseri umani: · Plasmodium falciparum · Plasmodium vivax · Plasmodium malariae · Plasmodium ovale Il Plasmodium falciparum e il Plasmodium vivax sono i più comuni. Il Plasmodium falciparum è il più letale. Negli scorsi anni, si sono anche verificati casi di malaria umana dovuti al Plasmodium knowlesi – una specie che causa la malaria nelle scimmie ed è localizzata in alcune aree forestali del Sud-est asiatico.

Trasmissione

La malaria si trasmette esclusivamente attraverso la puntura della zanzara anofele. L’intensità della trasmissione dipende da fattori connessi con il parassita, con il vettore, con l’ospite umano e con l’ambiente. Nel mondo, circa 20 specie diverse di Anopheles hanno rilevanza a livello locale. Tutte le specie rilevanti di vettori pungono durante la notte. Le zanzare Anopheles si riproducono nell’acqua ed ogni specie ha le proprie preferenze ambientali; ad esempio alcune preferiscono raccolte d’acqua fresca poco profonda, come nel caso di stagni, risaie e impronte di bestiame allagate. La trasmissione è più intensa in luoghi dove la durata della vita delle zanzare è più lunga (per cui il parassita ha il tempo di completare il proprio sviluppo all’interno della zanzara) e dove le zanzare preferiscono pungere gli esseri umani piuttosto che altri animali. Ad esempio, la longevità e l’abitudine spiccata a pungere l’uomo che caratterizzano le specie africane di vettori sono la ragione principale per cui più del 90% dei decessi causati dalla malaria nel mondo si verificano in Africa. La trasmissione dipende dalle condizioni climatiche che possono influire sul numero e la sopravvivenza delle zanzare, come la distribuzione delle piogge, la temperatura e l’umidità. In molti luoghi, la trasmissione è stagionale, con picco durante e appena dopo la stagione delle piogge. Epidemie di malaria possono verificarsi quando il clima e altre condizioni favoriscono improvvisamente la trasmissione in zone dove le persone hanno poca o nessuna immunità nei confronti della malattia. Si possono anche verificare quando persone che hanno una basso livello di immunità si spostano in aree caratterizzate da una trasmissione intensa della malaria, ad esempio in cerca di lavoro o in qualità di rifugiati. L’immunità umana è un altro fattore importante, specialmente tra gli adulti che vivono nelle aree caratterizzate da condizioni di trasmissione moderata o intensa. Nel corso di anni di esposizione si sviluppa un’immunità parziale, che sebbene non produca mai una protezione completa, riduce comunque il rischio che l’infezione da malaria causi una forma grave della malattia. Per questo motivo, la maggior parte dei decessi per malaria in Africa si verifica nei bambini piccoli, mentre in aree con minore trasmissione e bassa immunità tutti i gruppi di età sono a rischio.

Sintomi

La malaria è una malattia febbrile acuta. In un individuo non immune, i sintomi compaiono a distanza di sette giorni o più (solitamente 10-15 giorni) dalla puntura infettante della zanzara. I primi sintomi – febbre, mal di testa, brividi e vomito – possono essere lievi e difficili da attribuire alla malaria. Se non viene trattata entro 24 ore, la malaria da Plasmodium falciparum può evolvere in una malattia grave, che in molti casi porta alla morte. I bambini affetti da malaria grave sviluppano spesso uno o più dei seguenti sintomi: anemia grave, sofferenza respiratoria in relazione ad acidosi metabolica, malaria celebrale. Negli adulti è inoltre frequente il coinvolgimento di organi multipli. Nelle aree endemiche per la malaria, le persone possono sviluppare un’immunità parziale, che rende possibile l’insorgenza di infezioni asintomatiche. Sia per il Plasmodium vivax che per il Plasmodium ovale si possono verificare recidive a distanza di settimane o mesi dalla prima infezione, anche se il paziente ha lasciato l’area malarica. Tali nuovi episodi derivano da forme quiescenti localizzate nel fegato e conosciute sotto il nome di ipnozoiti (assenti nel Plasmodium falciparum e nel Plasmodium malariae); per una completa guarigione è necessario un trattamento speciale – mirato a tali stadi epatici della malattia. Circa la metà della popolazione mondiale è a rischio di malaria. La maggior parte dei casi di malaria e dei decessi si verificano nell’Africa Sub-sahariana.

Tuttavia sono colpiti anche l’Asia, l’America Latina, e a un livello inferiore il Medio Oriente e parti dell’Europa. Nel 2011, 99 paesi e territori presentavano una trasmissione della malaria in atto. Specifici gruppi di popolazione a rischio includono: · bambini piccoli che vivono in aree a trasmissione stabile e non hanno ancora sviluppato l’immunità protettiva nei confronti delle forme più gravi della malattia; · donne incinte non immuni, in quanto la malaria provoca un’alta percentuale di aborti e può portare alla morte materna; · donne incinte parzialmente immuni, in aree ad elevata trasmissione. La malaria può avere come conseguenze aborti e basso peso alla nascita, soprattutto se si tratta della prima o seconda gravidanza; · donne incinte parzialmente immuni affette dall’AIDS in aree a trasmissione stabile, per tutto il corso della gravidanza. Le donne che presentano un’infezione da malaria localizzata nella placenta hanno anche un rischio maggiore di trasmettere al neonato l’infezione da HIV; · persone affette da HIV/AIDS; · viaggiatori internazionali in provenienza da aree non endemiche a causa dell’assenza di immunità; · immigranti provenienti da aree endemiche e i loro figli, che vivono in aree non endemiche e tornano nei paesi d’origine in visita ad amici e parenti, sono similmente a rischio a causa del calo o assenza di immunità.

Diagnosi e trattamento La diagnosi e il trattamento precoce della malaria diminuiscono i casi di malattia e prevengono i decessi. Inoltre, contribuiscono a ridurre la trasmissione della malaria. Il miglior trattamento disponibile, in particolare per la malaria da Plasmodium falciparum, è la terapia combinata a base di artemisina (ACT). L’OMS raccomanda che tutti i casi di sospetta malaria vengano confermati utilizzando un esame diagnostico basato sui parassiti (tramite microscopio o test diagnostico rapido) prima di somministrare il trattamento. I risultati della conferma parassitologica possono essere disponibili in 15 minuti o meno. Si dovrebbe prendere in considerazione il trattamento sulla sola base dei sintomi unicamente quando una diagnosi parassitologica non è possibile. Raccomandazioni più dettagliate sono presenti nelle Linee Guida per il trattamento della malaria (Guidelines for the treament of malaria – seconda edizione).

Resistenza ai farmaci antimalarici La resistenza ai farmaci antimalarici è un problema ricorrente. La resistenza del Plasmodium falciparum ai farmaci di precedente generazione, quali la clorochina e la pirimetamina- sulfadossina (SP), è divenuta comune negli anni 70’ e 80’, vanificando gli sforzi per il controllo della malaria e facendo regredire i progressi compiuti in termini di sopravvivenza infantile. Negli ultimi anni, la resistenza dei parassiti all’artemisina è stata rilevata in quattro paesi della subregione del Grande Mekong: Cambogia, Myanmar, Tailandia e Vietnam. Sebbene ci siano probabilmente numerosi fattori che contribuiscono all’emergere e al diffondersi della resistenza, l’utilizzo di artemisina per via orale da sola, in monoterapia, è considerato un importante elemento causante. Se trattati con una monoterapia orale a base di artemisina, i pazienti possono sospendere prematuramente la cura a seguito della rapida sparizione dei sintomi della malaria. In tal modo il trattamento risulta incompleto, e tali pazienti presentano ancora parassiti persistenti nel sangue. In assenza di un secondo farmaco somministrato in quanto parte di una combinazione (come avviene nel caso dell’ACT), tali parassiti resistenti sopravvivono e possono essere trasmessi a una zanzara e in seguito a un’altra persona. Se la resistenza all’artemisina dovesse svilupparsi ed estendersi ulteriormente in vaste aree geografiche, le conseguenze per la sanità pubblica potrebbero essere disastrose, in quanto almeno per i prossimi cinque anni non sarà disponibile alcun farmaco antimalarico alternativo. L’OMS raccomanda il monitoraggio regolare della resistenza ai farmaci antimalarici, e aiuta i paesi a intensificare i loro sforzi in quest’importante area di lavoro. Raccomandazioni più complete sono disponibili nel Piano Globale dell’OMS per il contenimento della resistenza all’artemisina (WHO Global Plan for Artemisin Resistance Containment – GPARC), pubblicato nel 2011.

Prevenzione Il controllo dei vettori è la maniera principale di ridurre la trasmissione della malaria a livello di comunità. Si tratta dell’unico intervento in grado di ridurre la trasmissione della malaria da livelli altissimi a livelli prossimi allo zero. Per gli individui, la protezione personale contro le punture di zanzara rappresenta la prima linea difensiva per la prevenzione della malaria. Due forme di controllo dei vettori sono efficaci in una vasta gamma di circostanze. Zanzariere impregnate di insetticida (ITNs) Le zanzariere impregnate di insetticida a lunga durata (LLINs) sono la forma d’elezione di ITNs per i programmi di distribuzione di sanità pubblica. L’OMS raccomanda la copertura per tutte le persone a rischio e nella maggior parte dei contesti. Il modo più efficace in relazione ai costi per ottenere questo risultato è il ricorso alla fornitura gratuita di LLINs, in modo che tutti possano dormire ogni notte sotto una di esse. Insetticidi spray residuali per ambienti interni Gli insetticidi spray residuali per ambienti interni (IRS) sono un mezzo potente per ridurre rapidamente la trasmissione della malaria. Per i viaggiatori, la malaria può essere prevenuta attraverso la chemioprofilassi, che inibisce lo stadio ematico delle infezioni da malaria, prevenendo in tal modo l’insorgere della malattia. In aggiunta, l’OMS raccomanda cicli di trattamento preventivo a base di sulfadoxina-pirimetamina per le donne che vivono nelle aree a trasmissione intensa dell’Africa, ad ogni visita prenatale programmata dopo il primo trimestre. Analogamente, per i bambini che vivono nelle aree a trasmissione intensa dell’Africa sono raccomandati tre cicli di trattamento preventivo a base di sulfadoxina-pirimetamina da somministrarsi in coincidenza con le vaccinazioni di routine. Nel 2012, l’OMS ha raccomandato la chemioprevenzione della malaria stagionale come strategia aggiuntiva di prevenzione della malaria per le aree della sub-regione africana del Sahel. La strategia comporta la somministrazione di cicli mensili di amodiachina più sulfadoxina-pirimetamina a tutti i bambini di età inferiore ai 5 anni durante la stagione di trasmissione intensa.



Lascia un commento