La nuova campagna “Le api fanno l’olio” di Monini promossa con LifeGate è responsabile e solidale. Le api sono a rischio estinzione a causa di cambiamenti climatici e pesticidi (ne aveva parlato qui). Un fatto gravissimo se si pensa che senza questi piccoli animali operosi la natura non si riprodurrebbe e sparirebbero il 90% dei prodotti alimentari.
Durata del concorso
Dal 1 Marzo al 30 Giugno 2018.
L’estrazione finale è prevista entro il 31 Luglio 2018.
5. Prodotti promozionati – Obiettivo del concorso
Il marchio promozionato è Monini e i prodotti promozionati sono le bottiglie di olio EVO Monini Bios da 750 ml.
Il presente concorso viene effettuato con l’intento di aumentare la visibilità dei marchi promozionati e le vendite dei
prodotti in promozione. Il presente concorso viene indetto all’interno di una campagna sostenuta dalla società
promotrice, in concomitanza al periodo di partecipazione, a supporto e tutela delle tecniche di apicoltura biologica.
6. Modalità di partecipazione
Dal 1 Marzo al 30 Giugno 2018, tutti i consumatori che acquisteranno almeno una bottiglia di Olio EVO Monini Bios da
750 ml, in un unico atto di acquisto, conservando lo scontrino di acquisto, potranno partecipare al presente concorso e
provare a vincere uno dei premi in palio.
Per concorrere all’estrazione finale, il consumatore dovrà collegarsi al sito www.monini.com, accedere alla sezione
dedicata alla iniziativa e registrarsi, completando il form di iscrizione con tutti i dati anagrafici richiesti e caricando i
dati univoci dello scontrino di acquisto (numero di emissione, importo complessivo, data e ora di emissione).
Tutte le registrazioni correttamente pervenute parteciperanno alla estrazione finale dei premi in palio.
A seguito di ciascuna partecipazione correttamente caricata, l’utente potrà scaricare gratuitamente un contenuto
digitale che racconta la campagna sostenuta dalla società promotrice a favore delle Apicoltura biologica e che spiega
come, attraverso il proprio acquisto delle confezioni di miele biologico, i consumatori abbiano contribuito al sostegno
della campagna.
N.B. L’utente dovrà aver cura di conservare in originale lo scontrino originale registrato in fase di partecipazione,
perché gli sarà richiesto in caso di vincita.
6.1 Limiti alla partecipazione
Sarà possibile registrare il medesimo scontrino di acquisto di almeno una bottiglia di olio EVO Monini Bios,
una sola volta.
7. Modalità di assegnazione dei premi
Fra tutte le partecipazioni pervenute sarà effettuata l’estrazione di 15 nominativi vincenti e delle riserve (entro la
data indicata al punto 4) alla presenza di un notaio o del responsabile della tutela del consumatore e della fede
pubblica competente per territorio (art. 9 del D.P.R. 26 ottobre 2001, n. 430).
Ad ogni nominativo estratto verrà assegnato un premio consistente in una fornitura annuale di prodotti Monini,
composta da: 12 bottiglie di olio EVO BIOS Monini da 750 ml e n° 12 vasetti di Miele Bio da 500 gr.
Ciascun partecipante non si potrà aggiudicare più di un premio.
N.B. Qualora lo ritenga necessario al fine di poter consegnare i premi, la Società Promotrice si riserva il diritto di
richiedere ai vincitori copia della carta d’identità, o documento valido e, in questo caso, se i dati immessi per la
registrazione del form on line non corrisponderanno al documento presentato non sarà possibile assegnare il premio.
Il vincitore non può contestare il premio assegnato, né richiedere il valore corrispondente in denaro o il
cambio/sostituzione per nessun motivo. Tuttavia, nel caso in cui il Promotore non sia in grado di consegnare il premio
vinto, si riserva il diritto di sostituire i premi annunciati con premi di valore uguale o superiore (circ 28/3/2002 punto
9.6) I vincitori non possono richiedere alcuna indennità in seguito ad eventuali danni conseguenti all’accettazione e/o
all’uso del premio.
7.1 Riserve
Saranno estratti n°10 nominativi di riserva per qualsiasi caso in cui non sia possibile attribuire il premio a
qualcuno dei nominativi vincente. I premi non attribuiti ai vincitori saranno assegnati ai nominativi di
riserva in ordine di estrazione degli stessi.
L’ape è un insetto, appartenente alla famiglia degli imenotteri, al genere Apis, specie mellifera; in Ticino per sua natura originale veniva allevata la razza originale ligustica, molto apprezzata in quanto particolarmente prolifica, mansueta e produttiva. Un grosso difetto dovuto non tanto alla razza quanto alla selezione operatasi nel tempo è la tendenza alla sciamatura, spesso infatti da un’arnia razionale a dieci telai da nido si dipartono uno sciame primario ed almeno due sciami secondari. In una dai successivi capitoli saranno spiegati i metodi per ridurre la tendenza delle api a sciamare. Oltre alla ligustica in Canton Ticino sono presenti anche l’ape Carnica e l’ape di razza Bukfast, ognuna con la propria caratterisca.
Caratteristiche fisiologiche e morfologiche
L’ape è un’insetto, ha una complessa organizzazione sociale, basata su due caste, la casta sterile (operaie) e quella riproduttiva, organizzate nel seguente modo: le operaie che svolgono tutte le funzioni necessarie alla “vita” della famiglia con esclusione di quella riproduttiva, la regina che svolge la funzione riproduttiva e di coesione della famiglia mediante l’emissione dei ferormoni, il fuco che svolge l’azione riproduttiva e di riscaldamento dell’alveare. Il ciclo di sviluppo delle api parte dall’uovo deposto dalla regina dal quale dopo tre giorni di sviluppo embrionale fuoriesce la larva, di colore bianco perlaceo che si dispone sul fondo della cella e viene nutrita dalle api, quando le larve sono pronte alla metamorfosi le operaie chiudono le celle con un opercolo di cera. Da un uovo fecondato nascono individui di sesso femminile che, a seconda della alimentazione fornita nei primi giorni di vita larvale, si sviluppano nella direzione di femmine sterili (Operaie) oppure di femmine feconde (regine). Come tutti gli insetti l’ape è fornita di sei zampe, possiede quattro ali, e un pungiglione localizzato nella parte posteriore del corpo con il quale difende se stessa e la famiglia; l’apparato boccale è di tipo lambente – succhiante e con esso succhia il nettare dai fiori.
L’OPERAIA La maggior parte della popolazione dell’alveare è costituita da femmine sterili, le operaie, che compiono tutti quei lavori di cui necessita “l’organismo alveare” per potere sopravvivere. Esse infatti procurano il cibo (nettare e polline) per tutta la colonia e per l’apicoltore; puliscono l’arnia eliminando i rifiuti e la sporcizia, causa di infezioni e malattie; accudiscono la regina, la covata ed i fuchi; allontanano oppure uccidono i nemici; producono la cera che forma i favi; generano il calore che d’inverno permette all’alveare di sopravvivere. Lo sviluppo preimmaginale delle operaie dalla schiusa dell’uovo allo sfarfallamento dura circa 21 giorni, le larve da cui origineranno le operaie vengono nutrite per i primi tre giorni con la pappa reale e per i successivi quattro giorni con il cosiddetto pan d’ape, un miscuglio di miele e polline lavorato dalle operaie; la celletta viene perciò opercolata all’inizio dell’ottavo giorno dalla schiusa dell’uovo, perciò 10 giorni dopo la deposizione. La metamorfosi perciò dura dal decimo al ventunesimo giorno dopo la deposizione dell’uovo. Appena nata l’ape è leggermente più piccola delle sue dimensioni finali, inizia immediatamente a svolgere i propri compiti, per circa 3 giorni l’operaia svolge funzione di pulitrice, dal quarto giorno si è completato lo sviluppo delle ghiandole che secernono la pappa reale e inizia le sue funzioni di nutrice. Dal decimo al 16° giorno entrano in funzione le ghiandole produttrici di cera e l’operaia si trasforma in muratore ed architetto, intorno al ventesimo giorno poi inizia il servizio come guardiano, difendendo l’alveare dai nemici. Dal ventunesimo – ventiduesimo giorno di vita fino alla morte l’ape operaia svolge funzione di bottinatrice, cioè diventa produttiva per l’apicoltore, questo ci rivela perciò l’importanza della lunghezza della vita delle api, un ceppo di api longevo le cui operaie vivono per 60 giorni hanno 15 giorni di lavoro (perciò produttivi) in più per esempio delle operaie di una famiglia di un ceppo di api le cui operaie muoio intorno al 45° giorno di vita Le api operaie hanno una vita che nel periodo primaverile – estivo difficilmente dura più di quaranta – quarantacinque giorni, nel periodo autunnale invernale possono vivere anche per di più quattro – cinque mesi. La loro vita si può schematicamente dividere in due periodi : il primo di 17-25 giorni in cui compiono tutte le funzioni interne all’alveare, il secondo dal 20 al 45 giorno ed oltre in cui si dedicano ad attività esterne (esplorazione, bottinamento ecc.). La loro popolazione varia dalle 10 / 12.000 del periodo invernale alle oltre 70.000 – 80.000 del periodo primaverile, coincidente con la massima disponibilità di nettare e con il periodo della sciamatura. Sono dotate di pungiglione e di una ghiandola che secerne veleno.
Il fuco è il maschio dell’ape, generalmente è di colore molto scuro e di dimensioni molto più grandi di quelle dell’operaia. Nasce da un uovo non fecondato deposto dalla regina in celle più grandi di quelle da operaia, da queste uova si svilupperanno esclusivamente maschi (partenogenesi arrenotoca) con numero di cromosomi dimezzato, il suo sviluppo dura circa 24 giorni. Fino a qualche tempo fa si riteneva che fosse destinato soltanto ad accoppiarsi con la regina ed a “sbafare” il miele a tradimento, oggi alcuni studi hanno evidenziato che il fuco, oltre alla funzione riproduttiva, esplica anche una certa funzione nel mantenimento della temperatura dell’alveare nelle giornate fredde e nella ventilazione in quelle più calde. Recentissimi studi effettuati da ricercatori giapponesi smentiscono ulteriormente la convinzione che sia inetto alla propria nutrizione in quanto i fuchi sono stati sorpresi in attività su alcune fioriture. Il fuco nel periodo degli accoppiamenti, può muoversi indisturbato da un alveare all’altro ben tollerato dalle api guardiane e questo è molto pericoloso per la diffusione di malattie infettive da un’arnia all’altra. La vita media di un fuco si aggira sui due mesi, questa può essere pero bruscamente interrotta dalle operaie quando il raccolto di nettare cala o quando non ci sono più regine vergini da fecondare, l’eliminazione dei fuchi può avvenire in modo cruento, cioè possono essere uccisi direttamente dalle operaie, o incruento, cioè lasciati semplicemente morire di fame o scacciati dall’alveare dalle operaie. Il volo nuziale vede la partecipazione di centinaia di maschi e si conclude con l’accoppiamento della regina con il maschio più forte e resistente, alla fine il distacco tra i due insetti provoca al “fortunato” fuco delle lesioni tali che muore quasi istantaneamente. Durante il volo di fecondazione la regina può accoppiarsi in successione anche con sei – otto maschi, raccogliendo il loro sperma nella sacca presente in prossimità degli ovidotti che prende il nome di spermoteca. I fuchi non sono dotati di pungiglione, il loro numero all’interno dell’alveare varia tra il migliaio circa della tarda primavera (periodo degli accoppiamenti) e la assenza pressoché totale degli altri periodi dell’anno.
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