Pensione quota 100 e quota 41 ultime notizie, le opzioni possibili e relativi requisiti



Per poter andare in pensione nel 2019, bisognerà essere in possesso di determinati requisiti nella maggior parte dei casi diversi rispetto a quelli di oggi. Questo soprattutto perché il 1° gennaio scatterà l’incremento di ben 5 mesi dell’età pensionabile perché è previsto l’adeguamento con le speranze di vita. Va anche aggiunto che a partire dal mese di gennaio 2019, saranno introdotte due nuove misure ovvero Quota 100 ed Opzione Donna. Si stima che ad andare in pensione nel prossimo anno e dunque nel corso del 2019 saranno circa 700.000 persone e nello specifico ben 90mila faranno ricorso alla pensione di vecchiaia, 60mila pensionati anticipati e 74mila lavoratori precoci, ai quali poi si vanno ad aggiungere altri 475mila potenziali beneficiari della Quota 100, la nuova misura che sarà introdotta a partire dal prossimo mese di gennaio 2019.



Ad andare in pensione saranno più uomini che donne e sembra esserci una maggiore prevalenza di lavoratori dipendenti, soprattutto appartenenti al mondo del lavoro privato. Quello che più ci si chiede è come andare in pensione nel 2019. Vediamo qui di seguito alcune delle opzioni possibili di pensionamento anticipato ed i relativi requisiti.

1 Pensione di vecchiaia

A partire dal prossimo anno l’età pensionabile per poter accedere alla pensione di vecchiaia sarà incrementata di ben altri 5 mesi, arrivando alla cifra di 67 anni di età. Non bisognerà comunque soddisfare soltanto il requisito anagrafico, ma anche quello contributivo che sarà pari a 20 anni di contributi.  Per la pensione di vecchiaia contributiva, a partire dal primo gennaio 2019 sarà richiesta un’età anagrafica che sarà pari a 71 anni, oltre 5 mesi di contribuzione effettiva.

2 Quota 41

Si potrà usufruire di questa misura una volta che saranno raggiunti i 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.  Va detto che ad usufruire di questa misura, saranno i lavoratori precoci. Si parla di lavoratore precoce, quando ancora prima di compiere 19 anni, ha alle spalle 12 mesi di contribuzione. Per poter ricorrere a Quota 41 non bisogna però essere soltanto lavoratori precoci, ma anche appartenere ad uno dei seguenti profili, ovvero:

– disoccupati che non percepisco l’indennità Naspi da almeno 3 mesi

– caregivers da almeno 6 mesi

– invalidi al 74%

– lavoratori impiegati in attività usuranti e gravose per almeno 6 anni negli ultimi 7

– lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate nell’arco dei 12 mesi.

Quota 100

Questa misura, di cui tanto si parla nelle ultime settimane, verrà attivata con ogni probabilità nel mese di gennaio 2019. Questa sarà valida per chi ha compiuto il 62° anno di età. Questi pare che possano andare in pensione con solo 38 anni di contributi.

Andiamo a parlare di Quota 100, ovvero quella misura che permetterà nel corso del 2019 di poter uscire dal mondo del lavoro in anticipo, una volta però raggiunti determinati requisiti ovvero sia anagrafici che contributivi. Nello specifico la somma dei requisiti anagrafici e contributivi deve fare almeno 100, per poter usufruire della misura in questione che ricordiamo essere proprio quota 100. Si è parlato tanto di alcune finestre previste per poter uscire dal mondo del lavoro nel corso dell’anno e mentre in un primo momento si era parlato di solo quattro finestre adesso sembrano essercene 7. Vediamo però qui di seguito alcuni esempi di Quota 100 con le relative finestre riguardanti il 2019.

Pensioni Quota 100: 7 finestre in tutto

Sei un primo momento dunque avevamo parlato di quattro finestre al massimo per poter uscire dal mondo del lavoro, queste sembrano essere diventate 7. Ci saranno, dunque, maggiori possibilità per i privati mentre ad essere penalizzati saranno i lavoratori del comparto scuola, anche per evitare un’uscita di massa dal mondo del lavoro che sarebbe difficile da affrontare soprattutto da colmare. Nello specifico i Lavoratori Privati avranno a disposizione bene quattro finestre annuali con la possibilità di uscire dal mondo del lavoro ogni tre mesi ovvero una volta che hanno maturato i requisiti non soltanto anagrafici ma anche contributivi.

Coloro che raggiungeranno tali requisiti entro la fine del 2018, potranno sfruttare la prima finestra utile che sarà quella di aprile 2019 e poi così via. Ad essere penalizzati, come già abbiamo detto, sono i lavoratori del settore pubblico per i quali sono previsti due finestre annuali ovvero una ogni 6 mesi. In questo, coloro che matureranno i requisiti a fine 2018 potranno uscire dal mondo del lavoro soltanto il prossimo mese di luglio. Il personale della scuola sarà quello ancora più penalizzato, visto che avrà la possibilità di uscire dal mondo del lavoro soltanto una volta l’anno.

Pensioni ultime notizie, Quota 100 e pace contributiva

È stato introdotto nell’ultimo periodo un altro concetto, ovvero quello di pace contributiva, al fine di facilitare il raggiungimento di un principale requisito di quota 100. Quale? Il conseguimento dei 38 anni di contributi versati. Tra le tante ipotesi di studio a spiccare sarebbe un versamento privo di sanzioni e gli interessi per poter colmare alcuni vuoti contributivi che sono stati nuvolati insetto al 1996. Dall’altra parte con questo concetto di pace contributiva come abbiamo visto, si vuole in qualche modo facilitare il raggiungimento dei 38 anni di contributi versati per coloro che hanno già un’età piuttosto elevata, ma che invece non hanno ancora maturato un requisito contributivo valido e richiesto. Inoltre, si vuole in qualche modo salvaguardare i giovani che purtroppo hanno delle carriere discontinue ed è anche dei vuoti contributivi piuttosto evidenti, per evitare loro che possano andare in pensione in età troppo tarda.

Pensioni Quota 100, nessun taglio sull’assegno lo ribadisce il Ministro Salvini

Le notizie riguardanti la riforma pensioni oggi sono piuttosto rassicuranti soprattutto per quanto riguarda Quota 100 perché sembra che nessuna penalizzazione sia considerata e quindi nessun tipo di taglio sull’assegno. Quindi tutte le preoccupazioni di alcuni vertici del governo e non sono, dell’ultimo periodo non hanno avuto modo di esistere visto che lo stesso vicepremier Matteo Salvini in precedenza aveva assicurato che non ci sarebbe stata nessuna penalizzazione sull’assegno, ma si sarebbe ripreso semplicemente quello che si è versato durante tutti gli anni lavorativi. Proprio per questo motivo Salvini ha contestato un po’ i giornalisti che in questi giorni hanno scritto tutta una serie di bufale soltanto per screditare il lavoro fatto da questo governo, andando a sminuire anche questa misura molto importante di Quota 100. “Se vai in pensione 4 anni prima versi 4 anni di contributi in meno, non ti do 4 anni di contributi in più“, è questo quanto spiegato dallo stesso Salvini.

Lo stesso Ministro dell’Interno ha affermato di avere letto di tagli e di penalizzazioni ma che non è assolutamente vero perché si tratta soltanto di un’opera di disinformazione da parte di coloro che non vedono di buon occhio questo nuovo governo. Con queste parole, il vice premier Salvini ha smentito quanto riportato da alcuni media in questi ultimi giorni, che non hanno fatto altro che riprendere statistiche e indagini sul tema affermando che uscire con Quota 100 potrebbe essere penalizzante rispetto al quello che è il regime attuale. Si era infatti diffusa la notizia che con Quota 100 si sarebbe si potuto uscire prima dal mondo del lavoro, ma che comunque l’assegno sarebbe stato più basso rispetto a quello che si percepisce ad oggi andando in pensione.

Alcuni mesi avevano addirittura sostenuto che più si esce prima dal mondo del lavoro, più l’assegno sarà basso proprio perché i contenuti versati sono meno. “Da quanto questo governo è nato, c’è chi dice che le cose vanno male prima che le facciamo. Diamo fastidio a qualcuno”, ha aggiunto ancora Salvini.

Pensioni oggi, Quota 100: l’allarme di Tito Boeri

Nonostante le parole rassicuranti di Matteo Salvini, a lanciare però un allarme è il presidente dell’INPS Tito Boeri. il quale sostiene che purtroppo però che mancano i fondi per i prossimi anni. Secondo Tito Boeri, Quota 100 non sarà una misura a breve termine, proprio perché al momento sembrano mancare le risorse per il prossimo biennio. “Se consentiamo di uscire con Quota 100 e il primo anno si prevedono finestre che ritardano quest’uscita, è inevitabile che nel secondo anno la misura costerà di più che nel primo”. Secondo Boeri gli italiani devono essere piuttosto informati su quelli che sono gli aspetti e la domanda finale riguarderà il governo. Salvini non ha perso tempo nel rispondere a Boeri dicendo: “Il Presidente dell’Inps è in campagna elettorale, ha stancato. E’ pagato dagli italiani per fare qualcosa che evidentemente non vuole fare. Si dimetta, si candidi con il Pd alle Europeee e la smetta di diffondere pregiudizi”. 



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