Pensioni anticipate, è caos: confermato l’aumento dei requisiti



A poche settimane dall’arrivo del nuovo anno, per tanti docenti e personale Ata, sono in arrivo nuove regole sui pensionamenti. Il Miur pare si sia limitato a pubblicare solo il decreto contenente le istruzioni operative per accedere al regime pensionistico con requisiti peggiori dello scorso anno, con una scadenza fissata per l’invio delle domande di dimissioni volontarie dal servizio, fissata per il prossimo 12 dicembre. Come abbiamo avuto modo di capire, nel corso del 2019 si innalzerà l’aspettativa di vita, e di conseguenza cambieranno i requisiti per poter accedere alla pensione di vecchiaia sia per gli uomini che per le donne. Per loro, che abbiamo maturato almeno 20 anni di contributi, si passerà da 66 anni e 7 mesi a 67 anni. Per quanto riguarda la pensione anticipata, si passerà da un”anzianità contributiva non più fissata a 4 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, ma 42 anni e 3 mesi di anzianità contributiva per le prime e 43 anni e 3 mesi per gli uomini. Va detto però che per raggiungere i requisiti richiesti si continuerà a mantenere il vantaggio di poter andare in pensione il primo giorno di settembre.



Tra le altre novità del 2019, vi anticipiamo che è stata confermata Opzione Donna, la misura che è stata introdotta dall’art.1 comma 9 della legge 243/2004 che permette di poter andare in pensione a 57 anni e 7 mesi di età anagrafica e 35 anni di anzianità contributiva. Si potrà, dunque, decidere di andare in pensione a partire da l 1 settembre 2019, l’importante però è che si sia raggiunto il requisito di contribuzione e che questo sia stato maturato entro il 31 dicembre 2015, mentre quello anagrafico entro il 31 luglio 2016.

E riguardo l’importo? Questo verrà conteggiato con il sistema contributivo e comporterà un taglio di circa il 30% dell’importo assegnato. Sono giunte anche conferme per l’adozione dell’Ape sociale, ovvero quella misura del precedente governo riservata ai over 63 in condizioni di bisogno ovvero disoccupati con almeno 30 anni di contributi lavoratori con i lavori gravosi tra i quali figurano anche operatrici di nidi e maestre della scuola d’infanzia che abbiano però 36 anni di contributi e che la scadenza risulta essere fissata lo scorso anno.

L‘Ape Social sarà prorogata fino alla fine del 2021. Dal Miur adesso mi fanno sapere che per quanto riguarda le dimissioni relative alla fruizione dell’Istituto dell’Ape sociale è prevista una specifica circolare.   “Sull’uscita anticipata anche a 62 anni, servono precise garanzie sul mantenimento dell’assegno completo. E non solo”, scrive l’Anief, ovvero il sindacato che ha predisposto tutta una serie di emendamenti alla legge di bilancio.



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