Pensioni: non tutti riceveranno l’assegno il primo settembre, ecco perchè



Fra pochi giorni è settembre, un mese pieno di riforme sorprese per tutti i pensionati italiani, che possiedono conti correnti postali. Mentre per tutti coloro che possiedono conto corrente bancari dovranno aspettare qualche giorno in più.



Infatti, nel mese di settembre, tutti coloro che sono funzionali ai proprietari di cottura bancario, possono prendere la pensione con qualche giorno di ritardo, rispetto ai mesi precedenti. Pensionati abitati l’assegno previdenziale verrà pagato solamente nel primo del mese di settembre. Dato che il 1 settembre, pensionati dovranno aspettare qualche giorno più ritirare la propria apprensione.

Stando a una legge già in vigore, le pensioni vengono pagate il primo giorno disponibile bancabile del mese, sappiamo che questa regola non verrà messa in atto per tutti.

È ovvio che la legge non fa distinzioni tra pensionati di serie A e pensionati serie B. Ma è stato avvisato che i pensionati, perlopiù titolari di conti correnti postali che possono discorrere assegno previdenziale già nello stesso giorno in cui viene erogato cioè sabato 1 settembre.

Con la firma lo scorso 12 gennaio degli accordi tra ministeri Abi e Ania per la copertura finanziaria e assicurativa dell’Ape volontario o aziendale è scattato l’ultimo conto alla rovescia per l’attivazione di queste due innovative modalità di anticipo flessibile dell’uscita dal mercato del lavoro. Nelle dieci domande (e dieci risposte) che seguono le principali novità sul fronte dei trattamenti previdenziali. Ma per chi vuole saperne di più è in edicola l’instant book «Pensioni 2018: regole, aumenti, età, requisiti, uscite anticipate dal lavoro» in abbinata con Il Sole-24 Ore.

1 Quest’anno aumentano i requisiti per andare in pensione? In linea generale no. Il prossimo adeguamento dei requisiti alla variazione della speranza di vita scatterà nel 2019, anche se è già stato deciso. Dall’anno prossimo serviranno 5 mesi in più di età o di contributi (per la pensione anticipata, anche quella dei lavoratori precoci). Quest’anno, però, sono aumentati i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia delle donne del settore privato e delle autonome in quanto sono richiesti 66 anni e 7 mesi. Un aumento dovuto al percorso di equiparazione dei requisiti tra uomini e donne iniziato nel 2010 e che si conclude ora.

2 Quando devo fare domanda per l’Ape volontario? Introdotto oltre un anno fa dalla legge di bilancio 2017, l’anticipo finanziario a garanzia pensionistica non è ancora utilizzabile in quanto non è stato completato il percorso attuativo. Ora si attende che venga fissato il tasso di interesse da applicare al prestito su cui si basa l’Ape volontario e poi l’Inps dovrà pubblicare una circolare con le istruzioni per l’uso.

3 A che età si deve avere iniziato a lavorare per essere considerato “precoce”? Non c’è un’età precisa in quanto sono considerati lavoratori precoci quelli che hanno accumulato almeno 12 mesi di contributi derivanti da attività effettiva prima di compiere i 19 anni. Questi lavoratori, se si trovano in determinate condizioni, possono ottenere la pensione anticipata con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica.

4 Cosa succede se il datore di lavoro non versa i miei contributi previdenziali? Le prestazioni pensionistiche sono erogate comunque, ma i contributi omessi non devono risalire a più di 5 o 10 anni (in caso di denuncia da parte dell’interessato) prima perché in tal caso scatta la prescrizione.

5 Per incassare la pensione integrativa si deve prima andare in pensione nel regime obbligatorio? Sì, ma ora si può utilizzare la previdenza complementare anche per ottenere la Rita, una rendita da utilizzare come scivolo verso la pensione per chi vuole smettere di lavorare (o perde l’impiego) prima di aver maturato i requisiti minimi per la pensione

6 Il sistema di calcolo contributivo si applica solo a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995? No, si applica a tutti anche se con modalità differenti, in base all’anzianità contributiva. Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 ha tutta la pensione calcolata con il sistema contributivo; per chi ha meno di 18 anni di contributi al 1995, il contributivo si applica dal 1996 in poi; per chi ha più di 18 anni di contributi al 1995 il contributivo si applica ai versamenti effettuati dal 2012

7 Cos’è l’isopensione? E’ uno scivolo verso la pensione che possono utilizzare le aziende con più di quindici addetti per gestire il personale in esubero. I dipendenti distanti non più di sette anni dalla pensione di vecchiaia o anticipata smettono di lavorare e ricevono un assegno ponte dall’azienda, chiamato isopensione, fino alla pensione vera e propria. Durante tale periodo il datore di lavoro versa anche i contributi in favore dei dipendenti

8 La pensione viene pagata sempre lo stesso giorno ogni mese? No, è messa in pagamento il primo giorno bancabile, tranne a gennaio in cui viene pagata il secondo giorno bancabile. Dato che gli uffici postali sono aperti di sabato e le banche no, i pensionati possono ricevere l’assegno in giorni diversi, in base all’istituto dove lo si riscuote

9 Ho versato contributi a una Cassa di previdenza dei professionisti. Posso chiedere la pensione in regime di cumulo? La domanda può essere presentata, ma la pensione in cumulo non è ancora operativa, in quanto Casse di previdenza e Inps devono ancora definire alcuni aspetti.

10 Da che età si può chiedere l’Ape sociale? Sono necessari almeno 63 anni. Tale requisito non cambia, anche se l’età minima per la pensione si allontana quale effetto dell’adeguamento alla speranza di vita (come accadrà nel 2019-2020 quando il trattamento di vecchiaia si raggiungerà a 67 anni invece dei 66 anni e 7 mesi sufficienti ora).



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