Riforma pensioni 2019, tagli in arrivo con maxi-emendamento



Questo articolo in breve

Tra le misure principali che saranno introdotte nella legge di bilancio 2019 con il maxiemendamento del governo, che è arrivato al Senato in aula ci sarà un taglio di ben 2,7 miliardi ai fondi per quota 100, che così scendono da 6,7 a 4 miliardi. Sale in questo modo di 1,3 miliardi nel 2020 e 1,7 miliardi nel 2021 la dote per la misura che è stata tanto voluta dalla Lega. Sì e tanto parlato anche di pensioni d’oro e sì e ipotizzato come il contributo su questo tipo di pensioni ammonterà al 15% per i sedili tra 100 mila e €130.000 e poi si andrà a salire fino ad arrivare al 40% per quelli superiori a €500-000. Sono cinque le fasce complessive e oltre alla minima alla massima è previsto anche un prelievo che ammonta al 25% per tutti i redditi compresi tra 130.001 e 200.000 euro, del 30% per i redditi tra 200.001 e 350.000 euro, del 35% per i redditi tra 350.001 e 500.000 euro.



Il taglio riguardo l’aumento delle pensioni sarà in base a quello che è l’incremento dell’inflazione e di conseguenza, gli assegni saranno rivalutati al 100% per quanto riguarda gli importi fino a circa 3 volte il minimo, del 97% per gli importi che vanno tra 3 e 4 volte il minimo, del 77% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo, del 52% per gli importi tra 5 e 6 volte il minimo, del 47% per gli importi tra 6 e 8 volte il minimo, del 45% per gli importi tra 8 e 9 volte il minimo, del 40% per gli importi superiori a 9 volte il minimo.

Restando in termini di pensioni, non si può non parlare di quota 100, ovvero di quella misura tanto discussa e che darà la possibilità di poter andare in pensione una volta maturati i requisiti contributivi e anagrafici, ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi. Continua, dunque, il dibattito sulla forma della pensione anticipata e soltanto nelle scorse ore il presidente dell’INPS Tito Boeri, aveva acceso una sorta di miccia nei confronti del governo e soprattutto aveva cercato con le sue parole di istigare Matteo Salvini, il quale gli ha immediatamente risposto.

Sempre su Quota 100, è intervenuto nei giorni scorsi Domenico Proietti, ovvero il segretario confederale Uil, il quale ha dichiarato: “Se le indiscrezioni di questi giorni corrispondessero al vero, quota 100 non esisterebbe piu’. Infatti, l’ipotesi di inserire le finestre o specifici requisiti fa si’ che, di fatto, la quota 100 diventi 101, 102, 103… Il Governo dopo mesi di annunci deve garantire la reintroduzione di una piena flessibilita’ di uscita per eta’ intorno ai 62 anni”. Rassicurazioni su Quota 100 e su reddito di cittadinanza, intanto, arrivano direttamente dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale ha detto che si faranno e che partiranno già dal 2019.



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