Silvia Toffanin, una cosa le manca: la fede al dito



Partiamo dall’ovvio: la ragazza è di notevole bellezza. Alta, ma non spilungona. Sottile, ma non spigolosa. Con i muscoli al posto giusto e anche di più. Gambe chilometriche e addominali francamente sorprendenti. Una massa di lunghi capelli scuri che non cede alle mode del momento e un sorriso alla Julia Roberts. Bella, dicevamo, ma non nel senso appariscente del termine. Anche se, certo, quando si mette in costume – persino intero e nero – non si può dire che Silvia Toffanin passi inosservata. E siccome non è tipa da mete esotiche per pochi e siccome abita tra Portofino e Paraggi e al sole ci sta volentieri ogni estate, è parecchio difficile non notarne gli indiscutibili pregi. Ha tutto, la Toffanin. Fascino, physique du rote, compostezza. Un lavoro in Tv che le dà soddisfazioni. Due bei bambini avuti da un uomo importante, Pier Silvio Berlusconi, che le sta accanto da anni 17. Ma una cosa le manca: la fede al dito. E allora noi – come nonne affettuose e impiccione alla nipote durante il pranzo della domenica – vogliamo porre l’oziosa domanda di fine estate: come mai?



Lo scriveva già con una punta di ironia Jane Austen in Orgoglio e pregiudizio, Bibbia della formazione sentimentale femminile dal 1813 in avanti: è verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie. Ora, il solido patrimonio c’è, lo scapolo anche. La moglie perfetta pure. Davvero. Non ci credete? Allora andiamo a vedere che cosa renderebbe la signorina Toffanin un’ideale lady Berlusconi, punto per punto. Partiamo dalle immagini di queste pagine. Dell’avvenenza – merito del Dna e pure di un allenamento intensivo anche sulla tavola da surf – abbiamo già detto all’inizio, ma è bene ripassare. Classe 1979, qualcuno se la ricorda ragazzina nei succinti eppur teneri panni della Letterina di Gerry
Scotti in Passaparola. Chi direbbe, scrutandola mentre in barca costeggia la Corsica, che da allora sono trascorsi 18 anni e due maternità? Ecco, già, perché la ragazza vanta un ulteriore plus. Riservatissima sui fatti personali, ha gestito i due lieti eventi nella discrezione più assoluta. Tranne che nel 2010, quando l’arrivo di Lorenzo Mattia fu salutato da un fatto più che eccezionale: l’“irruzione” davanti alle telecamere del futuro papà – amministratore delegato Mediaset, dunque, in fin dei conti anche il suo capo – negli studi di Verissimo, poco prima che Silvia salutasse il pubblico e si mettesse a riposo. Tre rose per una dichiarazione d’amore pubblica rimasta un unicum per questa coppia che non ha mai ceduto alle tentazioni dei riflettori. Ancor più privata fu l’attesa di Sofia Valentina, 3 anni il 10 settembre.

Questa tendenza all’understatement porta peraltro a un altro punto fondamentale a favore della nostra tesi: il carattere. Prendiamo la scelta, per esempio, di crescere i bambini lontano da Milano pur lavorandoci perlomeno un paio di giorni a settimana. A costo di qualche sacrificio, vedi alla voce mancata convivenza con Pier Silvio, che a Milano ha le aziende e non si può assentare se non nel weekend. Mancata convivenza che rinverdisce ciclicamente le voci di bufera tra loro. «Ne dicono di ogni, ma non è vero nulla», aveva smentito lei seccamente in una rarissima battuta, voce dal sen sfuggita durante il suo programma. «Si discute come tutti, ma non c’è mai stata crisi». E ancora: «Sentire che mi manca, tiene in vita il nostro amore». Stop. Fine delle dichiarazioni rilasciate da un decennio a questa parte. Riservata quasi all’eccesso, mai stata festaiola, neanche quando le Letterine imperversavano nelle notti milanesi e Silvia si era iscritta all’università suscitando non poche ironie. Ironie diventate malignità quando da Passaparola era passata alla conduzione di Non solo moda e, parallelamente, era diventata ormai ben noto l’amore con Mister B. «Fare la showgirl non mi è mai interessato. Ma non voglio trattamenti particolari: se andrà bene, bene.

Altrimenti chiudo», aveva avvertito ai tempi in cui si preparava al grande salto, il timone di Verissimo che ereditava da Cristina Parodi. Era il 2006, il virgolettato era per un quotidiano, una delle tre o quattro interviste in tutto rilasciate da allora. Nella quale, in una frase, riassumeva la storia con il fidanzato – «Ci siamo conosciuti a una festa del Milan nel 2001 ed è stato colpo di fulmine» – e l’ambizione a un’esistenza il più possibile comune: «Zero mondanità, preferisco restare a casa a vedere un film o leggere un libro. Cerco di vivere come ho sempre vissuto: vado al supermercato, vedo le amiche». Da allora non molto deve essere cambiato.

Certo, la famiglia si è allargata. Per il resto lei è lì, bella come agli esordi, ma che fa vacanze defilate. Che va in Tv ogni sabato e intervista chi di Tv ci campa, eppure finalmente ride solo quando pagaia in mezzo al mare con Lorenzo Mattia. Non è poco. Ah, ultimo pregio, non certo per importanza: è una delle poche elette cui dona il costume olimpionico, quello intero, liscio e senza fronzoli che andava di moda in Baywatch negli Anni 90. Pier Silvio, ma cosa aspetti? (Ps: Silvia, si scherza. Lo sappiamo che, come in tutte le coppie, alla fine decidi tu. Soprattutto sui fiori d’arancio).



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