Amadeus a Sanremo porta Jovanotti e Fiorello, loro annunciano la loro presenza alla kermesse



Questo articolo in breve

Ladies and gentlemen, habemus presentatore di Sanremo. E pure il direttore artistico. A condurre la kermesse del settantesimo Festival della canzone italiana, che andrà in scena da martedì 4 a sabato 8 febbraio 2020, sarà Amadeus. Lo showman nato a Ravenna, 56 anni, in coppia con Jovanotti aveva scherzato sui social pochi giorni prima dalla nonaina: il cantante caldeggiava l’investitura di Ama promettendo che sarebbe stato volentieri suo ospite.



Ora il pensiero va anche a Pippo Baudo, Fabio Fazio e Antonella Clerici, in sostanza “dimenticati” da Mamma Rai e non più considerati adatti a Sanremo. Ma guardiamo al futuro, provando a immaginare come sarà questo Festival nelle mani del simpatico conduttore che è noto perlopiù nei giochi a quiz: sicuramente non autocelebrativo come quello di Claudio Baglioni. Infatti quest’ultimo, non avendo in cantiere un nuovo album, non poteva di certo tornare all’Ariston per la terza volta e cantare tutti i suoi brani come ampiamente fatto con e senza ospiti. Certamente sarà una kermesse simpatica, visto che al fianco di Amadeus ci potrebbero essere Jovanotti e Fiorello.

La competenza musicale? Ama ce l’ha fin dai tempi di “Deejay Television”. Soporifero non lo sarà di certo. Ma sappiamo bene che il Festival, se non viene preso a piccole dosi, rischia di annoiare perfino i nottambuli. In merito al suo ego, quindi alla voglia di essere più protagonista dei cantanti, si può dire che rispetto ai predecessori il marito di Giovanna Civitillo, colei che lo stregò a L’Eredità con lo stacchetto della “scossa”, è molto più umile.

Novità? Probabilmente potrebbe tornare in agenda la serata-duetti con le cover delle canzoni che in settantanni hanno lasciato il segno proprio a Sanremo – un antidoto alla monotonia – e potrebbero tornare gli ospiti internazionali che tutti amiamo! L’unico appello che ci sentiamo di fare ad Amadeus
è quello di mettere al centro di tutto le canzoni, trattandosi di una competizione canora, e non lartista-star. Un po’ come faceva il grande Pippo Baudo che sacrificava anche nomi molto blasonati se le loro canzoni erano meno convincenti di quelle di colleghi in rampa di lancio.



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