Demi Moore ricorda il suo dolore, a 12 anni venduta dalla madre per 500 Dollari



Violenza, dolori, successi e fallimenti. È una lunga confessione da brividi, quella che Demi Moore mette nero su bianco nel libro Inside out\ un’autobiografia, già bestseller negli Stati Uniti, in cui l’attrice di Ghost si racconta come non aveva mai fatto prima. Qui la diva – un tempo soprannominata Gimme Moore, gioco di assonanze tra il suo nome e l’espressione inglese «give me more», cioè «dammi di più» – si toglie di dosso l’etichetta di star e rivela i suoi drammi più intimi.



A cominciare dalla sua ferita più profonda. Demetria Gene Guynes – questo il suo vero nome – racconta i momenti terribili della sua adolescenza, quando a 15 anni fu costretta ad avere rapporti sessuali con uno sconosciuto. «Mia madre mi portava nei bar per mettermi in mostra e per attirare le attenzioni degli uomini. Io non sospettavo nulla fino a quando un giorno, rientrando, trovai uno di loro a casa mia. Avrà avuto tre volte la mia età», rivela l’attrice.

Quarant’anni dopo, Demi ripercorre quella violenza, lasciando trasparire tra una riga e l’altra tutta la sua angoscia: «Abusò di me e a fine rapporto ebbe il coraggio di domandarmi che cosa si provava a essere venduta per 500 dollari». Sullo stesso argomento la Moore è poi tornata in questi giorni: durante un’ospitata in tivù nel programma Good morning America la diva ha spiegato di non aver mai creduto alle parole dell’aggressore, ma di essere certa che sia stata la madre, Virginia King,

morta nel 1998, a dare a quell’uomo le chiavi di casa. Parole cariche di rancore, che raccontano di un rapporto complicato e, a tratti, terribile. Come quando, a soli 12 anni, Demi si ritrovò a salvare la madre dall’ennesimo tentativo di togliersi la vita. «Ero una bambina quando usai le mie piccole mani per cercare di tirare via tutte le pillole che aveva ingoiato, mentre quello che credevo mio padre le teneva la bocca aperta e mi spiegava che cosa fare», ricorda la Moore. La brutale autobiografia ha sconvolto il popolo, americano, che finora l’aveva sempre vista come un modello vincente di donna.

Tre matrimoni naufragati

Del resto, a renderla un’icona di Hollywood ci hanno pensato non solo i film, ma anche la vivace vita privata. L’attrice è sempre stata circondata da uomini, ai quali dedica un capitolo nel suo libro: due papà – uno biologico, scappato prima che lei nascesse, e uno adottivo, Dan, morto suicida quando la diva diventò maggiorenne – e tre matrimoni. Il primo, a 18 anni, con il musicista Freddy Moore, da cui ha divorziato nel 1985 mantenendone il cognome per scopi lavorativi. Poi, nel 1987, ha sposato Bruce Willis, col quale è rimasta per tredici anni e che le ha dato tre figlie, Rumer Glenn, Scout LaRue e Tallulah Belle. Infine è andata di nuovo all’altare nel settembre del 2005, stavolta con l’attore Ashton Kutcher, dal quale ha divorziato ufficialmente nel 2013 a causa dei troppi tradimenti di lui.

Un mondo fatto di follie e tragedie

Proprio al suo giovane ex marito la Moore dedica uno degli aneddoti più piccanti raccolti nel libro. «Ho fatto sesso a tre», scrive l’attrice, «eravamo io, lui e un’altra. Tornassi indietro non lo rifarei, ma in quel momento volevo dimostrargli quanto potevo essere fantastica e divertente, pur avendo quasi 16 anni più di lui». Perché il mondo complesso di Demi è così: fatto di follie da star e tragedie di una donna comune.



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