Emanuela Orlandi, c’è una nuova pista che porta ad un’antica tomba



II 22 giugno del 1983, Emanuela Orlandi, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, si stava recando al Tommaso Ludovico da Victoria, in piazza Sant’Apollinare. Arrivò alla scuola di musica con circa mezz’ora di ritardo e uscì intorno alle 19, in anticipo. Da un telefono pubblico chiamò a casa e riferì alla sorella di aver ricevuto la proposta di un piccolo lavoro di volantinaggio per uno stipendio di 375 mila lire. Questo fu l’ultimo contatto che Emanuela ebbe con la famiglia. L’ultima volta fu vista, intorno
alle 1930 alla fermata dell’autobus 70 in via Panisperna.



La mattina dopo il padre di Emanuela ne denunciò la scomparsa all’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano. Da quel giorno nessuno ha più ricevuto notizie di Emanuela. In questa storia complessa, tra presunte piste internazionali, servizi segreti, rivelazioni e ritrattazioni di Ali Agca, si fa strada, in una lettera, l’ipotesi che un loculo al Cimitero Teutonico e dei Fiamminghi possa custodire i resti della ragazza. La possibilità che il suo corpo riposi nella tomba di una nota famiglia tedesca, caratterizzata da una grande statua raffigurante un angelo, nasce da una segnalazione anonima. La lettera, inviata all’avvocato della famiglia Orlandi, riportava minuziosamente le informazioni su dove e come cercare il corpo della giovane scomparsa ormai 36 anni fa.

La famiglia di Emanuela, che in questi anni non si è mai rassegnata a questa scomparsa avvolta nel mistero, ha inviato una richiesta formale al Vaticano, in particolare al cardinale Pietro Parolin, perché gli venga concesso di far esaminare la tomba indicata nella lettera anonima. «Alcune fonti – riporta l’istanza depositata dall’avvocatessa Sgrò il 25 febbraio scorso – riferiscono che più persone da anni sono solite de forre i fiori in segno di pietà nei confronti dell’Orlandi che lì sarebbe seppellita. Per fugare ogni dubbio sul contenuto, si ritiene opportuno una ricerca negli archivi di ogni documento relativo a tale loculo per individuare chi vi risulti essere stato sepolto.

In ogni caso si chiede l’apertura della tomba alla presenza della sottoscritta di un rappresentante della famiglia Orlandi e del nostro consulente tecnico, il dottor Giorgio Porterà, affinché possa partecipare alle operazioni con tutte le garanzie necessarie vista la gravità del caso». Immediatamente dopo l’uscita della notizia, dalla Sala Stampa della Santa Sede hanno fatto sapere quanto segue: «Posso confermare – ha dichiarato Alessandro Gisotti, che è il direttore ad interim della Sala Stampa – che la lettera della famiglia di Emanuela Orlandi è stata ricevuta dal Cardinale Pietro Parolin e che verranno ora studiate le richieste rivolte nella lettera».

L’estate scorsa una lettera con allegata la foto della tomba è stata recapitata all’avvocatessa Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi: «Cercate dove indica l’angelo». La statua di cui si parla nella lettera anonima, si trova dietro una parete del cimitero ed è un angelo che tiene un foglio con la scritta in latino ‘Requiescat in pace’, ‘Riposi in pace’. A terra, a corredo del » monumento funebre, spicca la lastra con una scritta funeraria dedicata alla principes- . sa Sofia e al principe Gustavo von Hohenlohe che nel 1857 fu nominato arcivescovo da papa Pio IX. Sono tanti i misteri che si susseguono accanto a questo angelo. Infatti, effettuando verifiche sullo stato dei luoghi, si è scoperto che la tomba è stata aperta più di una volta, e che la datazione della statua è molto più recente da quella della tomba stessa.

L’av- vocatessa ha spiegato che si è «verificato che alcune persone erano state informate della possibilità che i resti di Emanuela Orlandi fossero stati nascosti nel cimitero teutonico». Va specificato che il cimitero è la fondazione tedesca più antica e che, come da statuto, “hanno diritto di sepoltura solo i membri della Arciconfratemita, i membri di molte case religiose di origine tedesca e dei due collegi tedeschi Anima e Germanico”, che si trovano nella Capitale.
Dunque non è escluso che se l’istanza presentata verrà accolta, così come spera la famiglia Orlandi, dovranno essere interpellate anche le autorità tedesche. Dopodiché si potrà aprire anche questa tomba, per svelare che le ovic siano vere, e che Emanuela riposi davvero lì.



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