Gianna Nannini confessione scioccante: “Dipendente dalla cocaina. Me la portavano come fosse un panino”



Gianna Nannini si racconta e lo fa in un’intervista rilasciata a Vanity Fair. “Tranne l’eroina, le ho provate tutte. Dalla cocaina, per un po’ di tempo, quasi quarant’anni fa, sono stata dipendente. Ero a Londra e ce la portavano in studio con la stessa semplicità con cui oggi ti consegnerebbero un panino”, è questo raccontato dalla cantante. Gianna ha anche raccontato il momento in cui ha deciso di smettere. “Non stavo mai senza cocaina, ci viaggiavo, ero del tutto incosciente.



Un giorno vado in bagno e mentre scarto il sasso rosa, quello mi cade nel cesso. Lo vedo sparire nell’acqua e, mentre si scioglie lentamente e sto per metterci le mani dentro, mi dico: ‘Non posso fare questa cosa, non posso ridurmi così’. Ho smesso lì. Il giorno dopo. Poi ho avuto una ricaduta, ma dopo aver fatto un tiro e aver bevuto una tequila prima di un concerto, collassai e dissi definitivamente basta”, ha aggiunto ancora Gianna Nannini.

Una vita piuttosto turbolenta quella di Gianna, la quale precisa che in tanti sono soliti dirle che è pazza “ma credo semplicemente che quando uno è se stesso sembra matto”. Poi la cantante aggiunge: ” La follia è un’altra cosa. Io l’ho sperimentata e ho sperimentato anche la schizofrenia. So cosa sono. Mi è capitato di morire e poi rinascere. All’inizio degli anni ’80 sono stata molto male. Ero piena di paranoie, vivevo una crisi profonda, avevo un io diviso, uno stato mentale alterato e paura di ogni cosa, come una bambina”.

Gianna Nannini si racconta a Vanity Fair

Nel corso dell’intervista la cantante ha affrontato anche altri temi, tra i quali i gusti sessuali, un argomento che l’artista non ama tanto affrontare. Il giornalista che le avrebbe chiesto quali siano i suoi gusti sessuali, Gianna dice: “Ami gli uomini? Ami le donne? Sempre le stesse domande, davanti alle quali uno vorrebbe dire soltanto: “Ma te li fai i cazzi tuoi?”. Eppure sarebbe semplice: a me le divisioni, a partire da quelle di genere, non mi hanno mai interessato granché. Ho sempre amato uomini e donne e soprattutto non ho mai avuto freni nel sentire e seguire quello che volevo. Le ho sempre rifiutate, le definizioni. Al termine “coming out”, che ghettizza, ho sempre preferito la parola libertà. Alla parola gay, che ti pretenderebbe felice e ormai non usano più neanche in America quando indicono un pride, preferisco frocio. Chi è libero nel linguaggio è libero dentro”.

Da sempre l’amore e la sofferenza sono state per Gianna fonte di ispirazione. “Da ragazza non mi piacevo ed evitavo di guardarmi allo specchio. Mi vedevo brutta. Il naso lungo, le tette che di diventare grandi non volevano proprio saperne, lo sviluppo che tardava ad arrivare e un canone estetico che non collimava con quello in voga. L’adolescenza è un’età terribile…”. Fu allora che decise di diventare una cantante”, conclude.



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