Johnny Depp, superato il dramma sentimentale ritrova la felicità grazie a Lily-Rose e Jack



Niente più magrezza 1 I eccessiva e abuso di k I alcolici. Si butta alle lui E I spalle la fama di bello e dannato, Johnny Depp e risorge più forte che mai. Dopo il crac finanziario e il divorzio burrascoso dalla giovane moglie Amber Heard – che lo ha accusato di violenze domestiche – il divo americano è di nuovo in forma e sfoggia il fascino che aveva all’epoca della saga cinematografica dei pirati dei Caraibi.



Protagonista della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Depp torna al cinema con il film Waiting for thè barbarians, in cui affronta il tema del colonialismo e la persecuzione della diversità. Nessuna traccia al suo fianco di Poiina Glen, la giovane russa indicata come sua ultima fiamma.

L’attore ha parole d’amore solo per i figli, Lily-Rose e Jack, frutto della lunga storia d’amore con la ex, la cantante e attrice francese Vanessa Paradis.
Oggi Lily-Rose – la primogenita dei due – segue le orme di mamma e papà ed è protagonista del film The king, dove recita insieme al collega e fidanzato Timothée Chalamet.

Quando parla di lei, Depp si illumina. «Sono davvero orgoglioso di mia figlia. E pensare che lei sia stata prima di me al festival di Venezia, città dove mi ha accompagnato tante volte da bambina, mi fa sorridere», racconta.
Nell’ultima pellicola il divo è un cattivo da manuale: si cala nei panni del colonnello Joll, un uomo che porta violenza e guerra in un insedia mento di confine nel deserto del Medio Oriente, fino al suo arrivo in pace.

Mister Depp, i suoi occhi brillano quando lei parla dei suoi due tigli… «Sono i miei gioielli, i miei dei. Sono fiero di tutti e due e adesso in particolare della mia primogenita, che è una giovane donna molto coraggiosa».
Perché coraggiosa?
«Perché Lily-Rose avrebbe potuto girare film milionari, pellicole ad alto budget con guadagni assicurati. Ma ha fatto altre scelte e ha esordito in un piccolo film a fianco di Natalie Portman. Poi ha continuato a preferire opere indi- pendenti, rischiose e di qualità, magari accettando piccole parti in film francesi. Fino a quest’ultimo, The king. In- somma, sono fiero di lei».
«Un cattivo è vittima di se stesso»
Lei torna al cinema nei panni di un cattivo: come ha costruito il suo personaggio?
«Ho cercato di pensare al motivo per cui quest’uomo diventa cosi. A che cosa si sia spezzato dentro di lui, perché magari ha subito qualcosa nell’infanzia. E a come abbia costruito quell’armatura che lo separa dal mondo e da tutte le emozioni, che prima o poi vengono fuori. Un cattivo, alla fine, è la prima vittima della propria cattiveria».
A Venezia aveva già girato The tourist con Angelina Jo- lie: che effetto le fa tornare?
«È un sogno essere qui. L’Italia è un Paese meraviglioso, dove si mangia bene e dove mi piace bere – ogni tanto – un buon bicchiere di vino. Lavorare da voi è stata un’esperienza incredibile».



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