Michael Douglas cancro alla gola: il retroscena sulla malattia



È trascorso diverso tempo da quando nel 2013, Michael Douglas ha scoperto di avere un cancro alla gola che l’ha costretto ad allontanarsi dai riflettori per un po’ di tempo. La domanda che tutti si pongono oggi però è la seguente: come sta l’attore e marito di Catherine Zeta Jones?



Michael Douglas cancro alla gola

Negli anni passati Michael Douglas ha raccontato come il suo cancro alla gola fosse conseguenza di alcuni rapporti oralo, come racconta anche Lettoquotidiano, si tratterebbe di un mutamento e contagio del papilloma virus che gli ha così intaccato la gola.

A giugno del 2019 in occasione di un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: “È strano, lo so, ma in tutto il tempo in cui ho affrontato chemioterapia e radiazioni, non mi è mai passato per la testa che potevo morire. Mia madre aveva 92 anni quando è scomparsa. Mio padre, invece, ha compiuto 102 anni. Non ho mai pensato molto alla morte o agli anni che passano, anche se ammetto di essere talvolta un po’ turbato quando mi vedo su uno schermo o in qualche foto di una decina di anni fa! Il processo accelera”.

“Faccio controlli ogni sei mesi”

La vita di Michael Douglas da quel momento è cambiata radicalmente: “Faccio un controllo ogni sei mesi. Credo, e spero, di esserne uscito. Una cosa è certa: il cancro mi ha reso un uomo libero” – spiega sempre al Corriere della Sera.

Successivamente, l’attore racconta anche come è cambiata la sua vita dopo la lotta contro il cancro affermando: “A volte mi sorprendo a piangere di felicità. In effetti sto vivendo uno dei periodi più felici della mia vita, e mi piacerebbe che si potesse dire lo stesso del nostro pianeta, quando invece sono molto preoccupato per la sua situazione. È come trovarsi su delle placche tettoniche e avere l’impressione che tutto possa esplodere da un momento all’altro. Mi rattrista profondamente sentire alcuni giovani dire di non volere avere figli in un mondo così”.

La paura di Michael Douglas

L’attore però, nonostante il trascorrere degli anni, spesso si trova costretto a fare i conti con le sue personali paure, come quelle inconsciamente sottolineate dalla figlia: “Spesso mi dice: ‘Ma ti rendi conto, papà, che quando avrò 25 anni tu ne avrai 83?’. Quando mi spiega di aver paura che io possa non esserci il giorno del suo matrimonio, le vengono le lacrime agli occhi. Quando ero all’apice della carriera, sognavo il giorno in cui avrei avuto finalmente il tempo di annoiarmi. Quel momento è arrivato, ma dopo due settimane senza lavorare, inizio a spazientirmi. Oggi sono ossessionato dal non perdere tempo”.



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