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Higuain è il passato, Piatek è il presente e il futuro del Milan. Lo ha fatto capire molto bene RinoGattuso in conferenza stampa parlando dei due attaccanti, con il polacco arrivato dal Genoa che ha raccolto il testimone del Pipita, volato a Londra dal suo mentore Sarri: «Piatek sembra RoboCop, dice poche parole: ‘Voglio fare gol e spaccare tutto’. Lo ha dimostrato anche ieri nel primo allenamento. Ha grande fisicità, tecnicamente gli piace attaccare la profondità. E’ arrivato con grandissimo entusiasmo ed è rimasto sorpreso di come è stato accolto da tutta Milanello e dallo spogliatoio. Su Higuain, posso dire che fa parte del passato e non voglio più parlarne. Ha fatto la sua scelta.



Lo ringrazio per quello che mi ha dato personalmente, poteva fare qualcosa di più lui e noi come staff tecnico e squadra potevamo fare altrettanto». Il Milan ritorna a San Siro dopo quasi un mese, visto che l’ultima volta che ha giocato davanti ai suoi tifosi risale alla vittoria sulla Spal, decisa dall’ultimo gol in rossonero di Higuain.

L’avversario è di quelli tosti, duri, perché il Napoli non perde in casa milanista dal dicembre 2014. Gattuso poi chiude il discorso relativo a Higuain parlando dei motivi che hanno spinto l’argentino a lasciare Milano e il Milan: «Nei momenti in cui non riusciva a segnare con continuità i giornali parlavano solo di lui. E’ normale che un giocatore del suo livello fosse messo sotto gli occhi dei media e fosse un po’ massacrato. Ha sofferto quest’aspetto qua. E penso anche che il fatto che ci fosse la possibilità di non essere riscattato qualora il Milan non fosse arrivato quarto in campionato, gli ha fatto scattare qualcosa a livello mentale». Infine, Gattuso aggiunge: «Penso che quando ha firmato il contratto questa clausola ci fosse già prima. E anche l’espulsione con rigore sbagliato contro la Juventus qualche strascico l’ha lasciato». 

Gattuso affronterà il suo mentore Carlo Ancelotti

Gattuso si troverà di fronte Carlo Ancelotti, l’allenatore con il quale ha vinto tutto e con il quale si è consacrato. Rino descrive il suo mentore con voce emozionata: «Per come gestisce gli spogliatoi, per come ha gestito anche me, bisogna averle dentro queste capacità. E’ credibile, entra nella testa dei giocatori. Ne ho sentiti pochi di giocatori che parlano male di Carlo in 20 anni da quando allena. Non si può copiare. Ne ho passate tante con lui. A tratti ci comportavamo da padre e figlio, nei momenti di difficoltà. Tanti meriti sono suoi per quello che ho fatto». Poi però parlando della preparazione della partita, conferma come la squadra sia tornata ad allenarsi bene: «Ho visto il gruppo allenarsi molto bene, non come settimana scorsa quando vi avevo detto di esser preoccupato. Se il Genoa fosse andato sul 2-0 a fine primo tempo, non ci sarebbe stato nulla da dire».  

Spesso Rino, nelle sue conferenze, ha sottolineato alcuni aspetti caratteriali di Cutrone che il ragazzo avrebbe dovuto migliorare. Un miglioramento che c’è stato tanto è vero che Gattuso rivela: «Su Patrick, come ho detto anche a lui, da 2-3 settimane a questa parte ha probabilmente capito le parole che gli dico. Non ho visto la faccia storta quando non gioca e gli ho fatto i complimenti, non è un caso che abbia fatto doppietta quando è entrato. L’ho visto cambiato dall’inizio del nuovo anno» ed è proprio Cutrone il candidato principale alla maglia da titolare nel tridente offensivo, con Piatek che partirà dalla panchina. Ma Gattuso ieri ha speso belle parole anche per Paquetà: «E’ un brasiliano atipico, continuo a dirlo. Non è un caso che l’abbia fatto giocare subito contro la Sampdoria appena arrivato, perché l’ho visto pronto. E’ un giocatore da cui ci aspettiamo tantissimo» mentre ribadisce il ruolo fondamentale di Zapata e Calhanoglu all’interno della sua rosa.

Milan – Napoli, le mosse del mister Ancelotti

Le mosse di mercato del Napoli vanno lette attraverso le convocazioni di Ancelotti per Milan-Napoli: Allan e Rog non sono stati inseriti nell’elenco per la gara di questa sera. “Per Allan è stata una settimana complicata e non ci sarà nemmeno Rog che, probabilmente, andrà in prestito, ma solo alle condizioni del Napoli”: don Carlo tira i fili del mercato, raccontando la stringente cronaca, senza descrivere altri scenari. Perché qualcosa potrebbe ancora succedere entro giovedì 31: se il Psg accetterà le condizioni di De Laurentiis, il brasiliano diventerà un nuovo tesserato del Psg.

Condizioni pesanti, quelle imposte dal patron azzurro, per giustificare agli occhi dell’allenatore e dei tifosi l’addio a stagione in corso di un elemento fondamentale della squadra. Ma l’emiro Al Khelaifi non se l’è sentita di sfidare nuovamente l’Ffp della Uefa, versando al Napoli 80 milioni per il cartellino di Allan e 30 per la sponsorizzazione attraverso il marchio Qatar Airways. La trattativa è stata congelata e con essa anche quella per il passaggio di Rog in prestito al Siviglia. Il centrocampista croato sta spingendo per andare e il club andaluso lo avrebbe già accolto se solo il Napoli non avesse posto come condizione, oltre al milione per il prestito oneroso, anche l’obbligo di riscatto a 40 milioni di euro. E’ una cifra che De Laurentiis ha imposto, per reinvestirla (quasi tutta) sul cartellino di Pablo Fornals, il 23enne centrocampista che il Villarreal cederà al prezzo della clausola, 33 milioni.

Nel frattempo, il ds Giuntoli sta per completare l’acquisto di SofianKiyine dal Chievo, il talentuoso marocchino 21enne che il club clivense ha valutato 5 milioni di euro. “L’interesse del Psg per Allan c’è stato – ha aggiunto Ancelotti in conferenza stampa – ma non si sono create le condizioni ed il giocatore è consapevole che il club sarebbe stato anche disponibile ad accontentarlo”, l’assenza di Allan convincerà Ancelotti a riproporre la linea di centrocampo che tanto bene si era comportata domenica contro la Lazio, con Callejon, Fabian Ruiz, Diawara e Zielinski. Poi, nel secondo round in programma martedì sempre al Meazza ma in Coppa Italia, potrebbe esserci il ritorno sia di Allan che di Hamsik. “Sono due situazioni diverse ed entrambe importanti – ha ricordato Ancelotti – con la formazione che sfiderà il Milan in questa prima gara, la migliore possibile, senza pensare al match di martedì.

Napoli continua l’inseguimento dei bianconeri

Teniamo al campionato e continueremo ad inseguire la Juve”. Anche se la graduatoria lascia poco spazio alla fantasia, il coach azzurro tiene sempre stimolato il gruppo, per far sì che il campionato continui ad avere un senso, nonostante i 9 punti di distacco tra primo e secondo posto. Tornerà Insigne in attacco, dopo i due turni di squalifica rimediati in conseguenza dell’espulsione ricevuta il 26 dicembre proprio a San Siro, e farà coppia con super Milik, il bomber che ha la migliore media-gol della serie A: 11 gol all’attivo, uno ogni 97 minuti.

“La squadra si è allenata molto bene in settimana – ha detto soddisfatto Ancelotti – e sono convinto che a San Siro lo dimostrerà. Hamsik è recuperato ed è disponibile. La squadra è maturata e mi aspetto una prova di sostanza”. Sarà un duello tutto polacco tra i bomber di Milan e Napoli, con Piatek che ha preso il posto di Higuain e Milik che vuole farsi perdonare l’errore della scorsa stagione, quando al 90’ e sullo 0-0, non riuscì a battere Donnarumma per il gol che avrebbe dato ancora più forza alla corsa scudetto. Anche tra portieri sarà sfida per il posto da titolare del futuro: Meret viene a sfidare a casa sua. L’unico dubbio di Ancelotti riguarda la zona destra della difesa. Hysaj è in vantaggio, anche se Malcuit e pure Maksimovic, non sono da escludere in partenza. A sinistra dovrebbe essere confermato Mario Rui, dopo l’ottima prestazione di domenica, anche perché Ghoulam non è al top. 

Milan- Napoli Verona Streaming, dove vedere la partita in tv

La partita Milan – Napoli  verrà trasmessa questa sera 21 gennaio in diretta e in esclusiva da Sky e nello specifico su Sky sport Serie A canale 102 Sky Sport 251. Tutti gli abbonati Sky potranno seguire la partita in streaming anche da dispositivi mobili come smartphone, pc, tablet e attraverso le piattaforme online Sky Go e Now TV. 

Molti sono i portali che danno la possibilità di assistere ad eventi sportivi in diretta streaming e sono davvero tanti. Esistono anche tanti siti che propongono eventi dal vivo, ma che non sono legali e danno anche nella stragrande maggioranza dei casi problemi e scarsa qualità video e audio.

In genere questi siti vengono anche essere oscurati dalla Polizia informatica, proprio per la violazione del diritto di riproduzione. Esistono quindi dei portali legali che danno la possibilità di poter vedere le partite di calcio in streaming live, offrendo anche una qualità HD. Tra queste non possiamo non citare Sky Go e Premium Play che sono a pagamento, mentre altri sono gratuiti.

Carletto, prima volta da ex nello stadio che è stato suo

 L’ultima volta a San Siro versione rossonera è stata quasi dieci anni fa: Milan-Roma del 24 maggio 2009. L’ultima gara casalinga di CarloAncelotti da allenatore del Milan (una settimana dopo il saluto definitivo a Firenze). Quel Milan-Roma fu la partita di addio di PaoloMaldini al suo pubblico. Leonardo era un dirigente rossonero pronto a diventare allenatore. E RinoGattuso viveva la sua ultima domenica in panchina dopo il lungo recupero dall’operazione al ginocchio. Questa sera saranno tutti ancora protagonisti con ruolo diversi per celebrare il ritorno di Ancelotti che da allora non ha più rivisto San Siro colorato di rossonero. Nel corso di questo decennio è tornato due volte a Milano contro l’Inter: nella Champions 2009-10 alla guida del Chelsea e un mese fa in campionato con il Napoli nella serata dei “buu” razzisti a Koulibaly.

Adesso va in scena l’incontro che sa di amarcord contro la squadra con la quale ha vinto tutto prima da calciatore e poi da allenatore: 4 Coppe Campioni/Champions League, 3 Coppe Intercontinentali/Mondiali per club e 3 scudetti per citare i trofei più importanti. E da allenatore ha prolungato nel tempo un ciclo calcistico, iniziato con Sacchi e proseguito con Capello. Con stile e caratteristiche (tattiche e umane) diverse, ha tenuto viva la fiammella accesa a fine anni ’80.

Curiosamente Ancelotti torna a San Siro da allenatore del Napoli, la squadra che 30 anni fa, ai tempi di Maradona e Careca, era la rivale italiana più agguerrita del Milan di Sacchi nel quale Carletto giostrava da colonna del centrocampo prima con AngeloColombo e poi con Rijkaard. D’altronde, per chiudere questo cerchio, la sua ultima da allenatore del Milan in casa andò in scena con la Roma che era stata la prima grande squadra nella carriera di calciatore di Ancelotti (con Liedholm in panchina sempre per trovare punti di contatto con la storia rossonera). Dieci anni dopo quella partita contro i giallorossi, il tecnico emiliano rivedrà i suoi ex allievi in posizione di vertice al Milan. Gattuso allenatore, sempre riconoscente nei confronti del maestro. Anche ieri a Milanello ha lodato il suo stile assolutamente unico nella gestione dello spogliatoio. Leonardo direttore generale dell’area tecnica, proprio lui che raccolse il testimone di Ancelotti in panchina a giugno 2009. E Maldini dirigente dopo una lunga lontananza dal Milan, iniziata proprio quel 24 maggio 2009. Dieci anni dopo è tempo di ritrovarsi.

In bicicletta a San Siro. Il popolo rossonero, depresso da una lunga infilata di annate senza sorrisi, aspetta Lucas Paquetà per poter tornare a divertirsi. Sì, una bicicletta come quella di Marassi, o comunque un gesto per accendere lo stadio di entusiasmo e ricordare che davanti a questo prato la gente milanista in passato con i brasiliani si è divertita parecchio. Oggi scocca l’ora del signor Tolentino al Meazza, la prima rappresentazione di uno spettacolo che al Milan si augurano resti in cartellone a lungo. E scoccherà, sebbene non dal primo minuto, anche l’ora di Krzysztof Piatek, che dovrà riempire il vuoto di Higuain. È il Milan del «Fattore P», che nelle intenzioni della dirigenza dovrà essere il valore aggiunto nella corsa alla Champions. Per Lucas e Kris sono già in arrivo le prime tappe di montagna: Napoli stasera, Napoli in Coppa Italia martedì, Roma all’Olimpico domenica prossima. L’Europa passa da qui, e dai loro piedi. Il peso di questi due ragazzi – 44 anni e oltre 70 milioni in due – nella corsa europea dovrà essere determinante per raggiungere il traguardo in tempo utile. Questi otto giorni saranno decisivi per le ambizioni rossonere: Lucas e Kris dovranno dimostrare subito il loro valore.

TATTICA Paquetà peraltro sembra decisamente pronto per l’obiettivo. E nel calcio esistono senz’altro approcci più complicati per un giocatore che arriva in una nuova squadra. Piatek, tanto per restare all’interno del Fattore P, stasera inizierà l’avventura rossonera accomodandosi in panchina. Lucas no. Per lui menù completo, subito, e soprattutto in partite decisive. Un po’ perché il ruolo era piuttosto scoperto, ma molto perché è arrivato pronto. Pronto atleticamente, rimesso a lucido dopo la conclusione del campionato brasiliano, e in particolar modo pronto tatticamente. Che era poi il grande punto di domanda da parte di tutti: arriva da un altro calcio, è abituato a cose molto diverse, l’inserimento richiederà il suo tempo, erano le riflessioni popolari. Tutto sorpassato già alla prima partita. Il debutto è stato a Genova in una gara secca di Coppa Italia. Dentro o fuori? Dentro. Bis pochi giorni più tardi in una sfida affascinante, giocata in un altro continente, che metteva in palio addirittura un trofeo. Poi di nuovo a Marassi, per riacciuffare il quarto posto: impresa riuscita.

Stasera l’esordio a San Siro, davanti a oltre sessantamila spettatori. STIMOLI Intendiamoci, non sono cose che in sé per sé possono provocare giramenti di testa a chi ha giocato al Maracanà, però l’effetto San Siro è sempre particolare. Lucas debutterà e tutti si augurano che possa andargli come avvenne per Pato, Luiz Adriano, Oliveira, Sormani, Amarildo, Germano e Del Vecchio, tutti brasiliani che hanno segnato alla loro prima a San Siro. Pato, in particolare, fece gol proprio al Napoli. Corsi e ricorsi da cui Paquetà, se lo vorrà, potrà trovare conforto, mentre la Polonia non è praticamente mai entrata a Milanello e Piatek gli stimoli se li dovrà fabbricare da solo. Non sarà difficile, dal momento che per indole è come il suo nuovo compare di reparto Cutrone: una vita vissuta in funzione del gol, come ha chiarito molto bene l’altro giorno in sede di presentazione, e come ha capito subito Gattuso. «Ha una grande fisicità, sa attaccare la profondità, è arrivato con entusiasmo ed è stato sorpreso di come l’hanno accolto. Ci può dare una grande mano. È andato via un grandissimo campione, ma è arrivato un ragazzo che vede la porta, ha voglia e forza fisica ». FIABA Nelle ultime ore Kris si è raccontato anche al quotidiano polacco Prezglad Sportowy, approfondendo le sensazioni che l’altro ieri erano emerse soltanto in piccola parte: «Negli ultimi giorni ho dormito poco, ma mi sento benissimo, per ora è una fiaba. Uno gioca tutta la vita per arrivare in un posto del genere e di certo non sono venuto qui per sedermi in panchina e accontentarmi. So che devo lavorare duro per rimanere a galla, non voglio fare una stagione ad alti livelli e poi scomparire. C’era anche un’offerta del West Ham, ma non ho avuto dubbi nello scegliere il Milan. Il numero di maglia? Volevo la 9 e non lo nascondo. Il Milan, però, ha un’altra idea: deve essere una ricompensa per i calciatori che se lo meritano. Ora voglio solo esordire e presentarmi a San Siro». E allora ci siamo.

Il fuoco amico ha già colpito all’andata, quando Carletto aveva reagito ai due sberloni rossoneri con un secondo tempo perfetto nella gestione dei tattica e dei cambi. Al San Paolo finì tre a due per gli azzurri e Gattuso tornò a Milano con le mozzarelle di Ancelotti e un notevole fastidio nell’aver assistito al suicidio della sua squadra, capace di sparire totalmente dal campo dopo il primo gol avversario. Un girone dopo, il difettaccio in parte resiste ancora, ma la squadra è migliorata sotto altri aspetti caratteriali. E magari stavolta, in questo doppio incrocio da bollino rosso, l’allievo potrebbe riuscire a superare il maestro. Di certo a Rino rivedere Carlo a San Siro provocherà emozioni forti. «Il suo modo di lavorare non si può seguire, chi lo vuole imitare fa solo grandi danni – spiega Gattuso –. Per come gestisce lui gli spogliatoi, per come ha gestito me, vi dico che è una dote che si ha dentro. L’essere credibile, il saper entrare nella testa dei giocatori è qualcosa che non si può imitare. A tratti ci comportavamo da genitore e figlio, io lo ascoltavo e lui ascoltava me, a volte mi arrabbiavo perché mi faceva giocare in posizioni che non mi piacevano, ma alla fine riusciva sempre a convincermi».

CIAO PIPA Lo definisce un «marpione» e ovviamente stasera per un’ora e mezza i sentimenti verranno chiusi in un cassetto. Anche perché Rino, fra oggi e martedì, si gioca molto in chiave europea e sarebbe davvero un peccato che a metterlo in difficoltà fosse un vecchio amico. Gattuso sperava magari di diventarlo con Higuain, ma Gonzalo non ne ha dato il tempo e ora Rino la racconta così: «Poteva fare di più e noi potevamo metterlo in condizioni migliori. Come mai è entrato in crisi? Nei momenti difficili giornali e tv parlavano solo di lui, in quei casi c’è pressione. Questo aspetto un po’ lo ha sofferto. E anche l’ipotesi di non essere riscattato a giugno in caso di mancata Champions un po’ nella sua testa ha influito, ma d’altra parte credo fosse una cosa prevista dal contratto. Infine, il rigore e l’espulsione con la Juve di certo non gli hanno fatto bene». Piuttosto, Rino è rimasto impressionato da Piatek: «Sembra Robocop – ha sorriso ma non troppo ieri il tecnico –. Poche parole: voglio far gol, voglio spaccare tutto…». L’arrivo del polacco non lo indurrà a cambiare sistema, ma questo non significa che «in certe partite non si possa giocare con due punte». Per il momento Cutrone resta il titolare della cattedra e Rino spende per lui parole significative: «Da qualche settimana forse ha capito quello che gli sto dicendo, quella faccia storta di quando non gioca non l’ho più vista e gli ho già fatto i complimenti in un paio di occasioni. L’ho visto cambiato: anche se ti brucia perché non giochi, occorre avere sempre lo stesso atteggiamento, in allenamento e verso i compagni».

Le ultime due volte che il Napoli ha vinto a San Siro con il Milan c’è sempre stato lo zampino di Lorenzo Insigne, che segnò una doppietta in un clamoroso 4-0 degli azzurri il 4 ottobre del 2015 e poi un altro gol nel gennaio 2017, per il 2-1 finale. Però il Meazza non è uno stadio che ultimamente ha dato grandi gioie al piccolo fantasista napoletano. L’eliminazione dal Mondiale nello spareggio contro la Svezia – nel novembre 2017 – vissuta da spettatore visto che Ventura lo lasciò amaramente in panchina; lo 0-0 col Milan nel marzo scorso, masticando amaro per i due punti persi nella corsa scudetto; infine l’espulsione contro l’Inter il 26 dicembre, che gli è costata due giornate di stop, e oggi finalmente potrà tornare in campo dopo quella squalifica, peraltro meritata.

VOLTARE PAGINA «Se a San Siro contro l’Inter non fosse successo quello che è capitato a Koulibaly, non credo che mi sarei fatto espellere. A volte per il nervosismo perdo un po’ la testa, so che devo controllarmi di più» dice Lorenzo ai microfoni di Dazn, facendo mea culpama anche non dimenticando l’arbitraggio (discusso e discutibile) di Mazzoleni. Ora però non è il momento delle recriminazioni. Il Napoli deve cercare di riprendersi nello stesso stadio i punti persi con l’Inter. E il messaggio di Carlo Ancelotti arriva forte è chiaro al destinatario: «Mi aspetto una prova di sostanza oggi, come martedì in Coppa Italia. Lorenzo lo vedo molto bene in allenamento. Attendo faccia in campo quello che sa».

VARIANTE TATTICA Il napoletano risponde con parole al miele: «Col mister ho un ottimorapporto, lui ce l’ha con tutti. Ho sempre voluto lavorare con lui, perché ha vinto tanto e l’ho sempre stimato. Il cambio di ruolo me lo propose dopo la sconfitta contro la Sampdoria, è stata una sua intuizione e io mi sono messo subito a disposizione ». E a breve potrebbe esserci anche un ritorno all’antico. Nel senso che in un Napoli che sta bene e con Koulibaly (e poi Allan) ritroverà gli equilibri migliori, ecco che Lorenzinho potrebbe tornare a fare l’esterno sinistro, come è già capitato in Coppa Italia contro il Sassuolo. E questo per favorire lo schieramento di un… falso tridente con Milik e Mertens. Una variante tattica che Ancelotti potrebbe sfruttare soprattutto in corsa, secondo l’evolversi di una gara.

INCANTESIMO BUFFON Tattica a parte, al Napoli che ha ritrovato i gol di Milik stanno mancando i gol di Insigne, che in campionato non segna dal 2 novembre, mentre l’ultimo gol stagionale risale all’1-1 del San Paolo contro il Psg. Realizzare quel rigore, contro un portieremito che lo conosceva benissimo dalla Nazionale come Buffon, non era facile. Lorenzo ci riuscì ed esultò per il suo decimo gol stagionale quel 6 di novembre. Sono passati 80 giorni e l’astinenza comincia a pesare. Quale migliore occasione per riprendere il filo del gol contro il Milan, cui ha già realizzato ben 6 reti (a nessun altro club ne ha realizzati di più) in 12 partite. Tra l’altro all’amico Gigi Donnarumma – altro tifoso del Napoli – ha già segnato tre volte da quando difende la porta del Milan. E il Napoli finora più bello della stagione – contro il Liverpool e a Parigi contro il Psg – ha avuto sempre come protagonista e goleador Lorenzinho.



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