Morgan e la lite con la madre delle figlie, il pignoramento della casa, e la musica



Grande Fratello 16 Jessica Mazzoli, un autore di The Voice difende MorganStonano gli altri nella mia vita, io no! Ti pare? Io non ho mai stonato!». Alla domanda “Che cosa stona nella tua vita?” così risponde Morgan, che incontriamo nel suo camerino a The voice, talent-show musicale di Raidue, condotto quest’anno da Simona Ventura, dove lui riveste il ruolo di giudice come Gigi D’Alessio, Elettra Lamborghini e Gué Pequeno. Morgan, all’anagrafe Marco Castoldi: l’artista e l’uomo.



Due entità inscindibili per lui, ma ben separate, invece, per tutti quelli che lo considerano a volte solo il cantante o il pittore e a volte solo un padre in lotta perenne con le madri di Anna Lou e Lara, le figlie avute rispettivamente dalle ex compagne Asia Argento, con cui è stato dal 2000 al 2007, e Jessica Mazzoli, con la quale ha avuto una relazione tra il 2011 e il 2012. Entrambe lo hanno accusato di esser “mancante”, di non provvedere in modo adeguato al mantenimento economico delle piccole.

Accusa che è sfociata nel pignoramento della dimora del cantante da parte del tribunale di Monza. Jessica ha ribadito questa mancanza anche nella casa del Grande Fratello (che tra l’altro va in onda su Canale 5 proprio il martedì sera contro The Voice, ndr), di cui è concorrente. Morgan però ha sempre precisato di essere un buon padre malgrado le difficoltà economiche, di avere desiderato le sue figlie e ospite di Live – Non è la d’Urso ha anche detto di essere stato abbandonato dalla Argento e “incastrato” dalla Mazzoli. Data la delicata situazione familiare, di fronte a Morgan siamo stati invitati a non discuterne, anche perché la questione è in mano agli avvocati e con certe dichiarazioni si correrebbe il rischio di commettere “un passo falso”.

Con lui facciamo quindi una chiacchierata musicale, dalla quale, tuttavia, emerge il suo pensiero, che lui stesso ha persino immortalato con un pennarello indelebile sulla porta del suo camerino. Su di essa si legge: “Io non pretendo che tutti capiscano, ma che quando ho capito io stiano zitti”.

Marco, che cosa significa questa frase scritta sul camerino di The Voice?

«Questo (The Voice) è un format preciso, rigoroso, squadrato, mentre l’italianità a volte fa sì che si ragioni con la propria testa e non si sia asserviti alla “legge” nel senso di “regola”. Io sono un anarchico, senza precetto, perché la legge ce l’ho dentro di me! Il cielo stellato è sopra di me e la legge morale è in me, che poi è la stessa legge dell’arte. Le regole dell’arte sono le regole della morale, su questo io sono più ferreo del ferro! A che

cosa serve la rigidità di un format che mi dica che se faccio una considerazione a posteriori su quello che ho appena fatto o sulla serata trascqrsa, io debba essere per forza vestito uguale? È una rigidità stupida, perché ha molto più senso che quando io ragiono a posteriori, io sia vestito diversamente, perché così distacco i due momenti. Siccome avevo ragione io, ma tutti impauriti continuavano a dire: “No, le regole non dicono questo” allora ho detto: “Non pretendo che gli altri lo capiscano, ma quando io ho capito…” (fa segno di basta con le mani). Ci si è disabituati a dire: “Sarà una regola, ma è una cazzata”. Non si ragiona con la propria testa!».

È incredibile come tua sia capace di accorciare le distanze quando sei sul palco e di come invece tu riesca ad allungarle altrove…

«Creo un abisso perché l’arte è il vuoto, è le tenebre e anche la capacità di afferrare il concetto dell’infinito. L’opera d’arte è l’infinito. Quando è bruciata la Cattedrale di No- tre-Dame stava bruciando l’eternità. La guerra è grave perché uccide l’essere umano, che comunque ha un suo tempo e prima o dopo muore; l’opera d’arte no, è eterna, è il segno del passaggio dell’uomo sulla Terra. Si è abituati a crearla ma non a ucciderla: farlo è come sostituirsi a Dio o a Satana. Ecco chi ha bruciato Notre- Dame: Satana, solo Satana».

L’incendio della cattedrale sembra averti colpito nel profondo…

«Un’immagine del genere non l’avrei mai concepita.

La mente dell’uomo non può immaginarlo e soprattutto non può desiderarlo. Posto anche che possa farlo per uno strano momento di perversione, non può tuttavia desiderarlo veramente, non può vederlo e non può farlo. È troppo grave quando una cosa sacra muore, va in fiamme e sparisce per sempre. Quando capita, in maniera dolosa oppure no, c’è la mano del demonio! lo credo nello spirito, nelle leggi dello spirito intelligente, quelle con cui ragionava anche Adolfo Gustavo Rol (sensitivo vissuto tra il 1903 e il 1994, ndr) che era uno “psicomago” a cui, per esempio, credevano Tesla e Einstein. Credo che il Cosmo sia organizzato con delle leggi spirituali, quindi se parliamo dell’incendio che ha colpito Notre-Dame non si può essere completamente materialisti, scettici e agnostici: una cattedrale che brucia è un sacrilegio contro l’eternità dell’arte. Ecco perché l’artista afferra questo concetto».

Dicevi, appunto, che l’arte è eternità, ma anche vuoto e distanza…

«Sì, siamo partiti dal baratro, dalla distanza che creo, ma la mia idea è poi anche quella di sollevare un po’ di aria stimolante, perché sono tutti un po’ addormentati. In questo mi servo della critica, che è un’arma molto intelligente. Bisogna discemere il bene dal male, bisogna smettere di essere così omologati e prevedibili. Se quello che ho di fianco è banale o prevedibile io dico “distanza”, perché così possiamo vederci da lontano e poi magari mi conoscerete bene. Siamo troppo vicini, voi non sapete chi sono io!».

Capisco la logica di questo discorso…

«E un discorso astratto».

Come l’arte, però, è eterno anche il ricordo che tutti

noi lasciamo in chi è entrato nella nostra vita oppure la osserva solo da lontano. Ci pensi mai a questo?

«Certo che ci penso! Il ricordo è tremendo. 11 ricordo è anche struggente. Si vuole fare a meno del ricordo, ma bisogna tenerlo perché nel ricordo c’è l’eco… suona. L’eco è il ricordo. Ricordo significa accordare la cosa. Accordare significa mettere in posizione del cuore, quindi il ricordo è mettere una cosa a favore del cuore. Quando mi ricordo è perché tengo questa cosa nel cuore. Res, cor, cordis, da cui viene la parola concordia, o anche la parola corda, accordare».

La corda lega…

«Sì, però vibra ed è percossa. La corda suona, anche in simpatia, si dice, con altre corde. Una corda ne fa vibrare altre senza neanche toccarle e questo si chiama risonanza simpatetica. Da simpatia, diciamo: sentire la stessa cosa insieme. Questo è bellissimo, le persone possono risuonare, essere concordi, essere in armonia. Anche The Voice cerca l’armonia, lo fa nel dialogo, ma dovrebbe farlo anche nella musica. L’armonia è la cosa più bella della musica, la cosa principale secondo me, la melodia e il suono valgono di meno…».



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