Nadia Toffa sta morendo, la dichiarazione che preoccupa i fan: “Poco lucida per stare sui social”



Nel corso di queste settimane abbiamo avuto modo di notare come Nadia Toffa sia totalmente sparita dai social network. È già passato un mese da quando la conduttrice de Le Iene ha pubblicato il suo ultimo post su Instagram, da quel momento il silenzio assoluto. La preoccupazione dei fan è solo una: Nadia Toffa sta morendo?



Nadia Toffa: “Un’opportunità per conviverci”

Negli ultimi anni Nadia Toffa si p trovata costretta combattere con un grande incubo che si chiama cancro. Scoperto per caso e che da tempo è diventato il peggior incubo della iena. Nadia Toffa ha sempre cercato di vivere il tutto in modo positivo, non arrendendosi mai anche quanto la vita, purtroppo le ha offerto troppe occasioni per arrendersi.
In occasione di una passata intervista rilasciata al Corriere della Sera, Nadia Toffa ha dichiarato: “Non sono stata chiara: il cancro è una sfortuna e si batte con la chemio. Ho cercato di trasformare questo accidente, che mai avrei voluto, in un’opportunità per riuscire a conviverci”.

Nadia Toffa sta morendo?

Nonostante la malattia, Nadia Toffa, è sempre stata presente sia in televisione ma soprattutto nei suoi canali social dove ha sempre condiviso alcuni momenti della sua quotidianità. I post della conduttrice de Le Iene negli anni sono diventati dei messaggi che questa lanciava ai suoi fan per far capire loro che stesse bene che, nonostante la malattia e le cure che le mettevano a dura prova, lei era sempre e comunque presente. Nonostante tutto Nadia Toffa era li pronta a continuare, a mettersi in gioco e non rispondere alle provocazioni di chi l’accusava di sfruttare il clamore mediatico della sua mattia.
La paura adesso però è che Nadia Toffa stia davvero morendo, un dubbio alimentato dall’assenza protratta dai social, un qualcosa che non si era mai verificata.

“Mi ricorda una mia cara amica…”

Come abbiamo appena spiegato la paura dei fan è che l’assenza di Nadia Toffa dai social, dove ormai non pubblica più nulla da un mese, possa essere determinato dallo stadio finale della malattia che l’ha colpita. A esprimere questo pensiero sono stati dei follower che nelle sue foto hanno scritto: “Credo che Nadia sia in quella fase dove non è più capace di essere lucida per poter usare un cell. Mi ricordo una mia cara amica”. Qualcun altro ancora invece afferma: “La speranza è sempre l’ultima a morire. Ma in questi casi purtroppo sappiamo tutti che Nadia sta morendo”.

Avevo bisogno di mandare un messaggio positivo e il messaggio era: “Armiamoci di forza e reagiamo alla malattia”, non: “Ho sconfitto il cancro, sono una vincente”.
Penso che ci sia stato un pizzico di malafede nel voler travisare quello che ho detto, sicuramente poca umanità nei miei confronti. Un conto è essere critici e spietati con il mio lavoro, altro conto è la mia vita personale. E non c’entra niente il fatto che io sia un personaggio pubblico, resto sempre un essere umano.

Mi sveglio la mattina, mi guardo allo specchio e sono senza capelli. La malattia è sempre con me.
Avrei accettato delle critiche se fossero state mosse in senso più ampio, sull’opportunità o meno di dirlo, sulle parole che ho usato, sul momento in cui l’ho fatto. Invece è suonato come un attacco diretto alla mia persona, è stata messa in dubbio la mia buonafede. Ho deciso di non rispondere, perché avrei solo contribuito ad alzare un polverone più fitto, ma come persona mi sono sentita calpestata dalla violenza di certe frasi e allusioni.

Ho dovuto occuparmi anche della battaglia mediatica, oltre a quella con la malattia. Ed era proprio il motivo per cui avevo fatto il mio discorso.
Avevo invitato le persone a trattarmi con la normalità di prima, a non farmi sentire diversa, a non chiedermi come stavo se mi avessero incontrato per strada, a continuare a volere una foto oppure a parlare di qualche servizio. “Come stai?” è la domanda più brutta, perché mi ricorda continuamente che sono malata, quando vado in giro ogni venti secondi c’è qualcuno che mi chiede come sto. Siccome è più forte di me non riesco a non rispondere e divento anche brusca: «Mi hai chiesto come sto perché ho il cancro?».
«Be’, sì.»
«Ma guarda, non l’avevo capito! Come ti sembra
che stia?»
Qualcuno riesce a essere molto pesante, mi è capitato che mi dicessero: «Sei diventata molto famosa per il tumore».
In un ristorante, mentre cenavo, il proprietario si è avvicinato al mio tavolo: «Ma tu non sei quella del tumore?».
«Cavoli, erano almeno due ore che non ci pensavo,
grazie che me l’hai ricordato.»
«Te la sei presa?» mi ha risposto, e si è allontanato.
Mi dicono cose orribili, a volte.
Poi, per qualche maleducato, ci sono migliaia di persone che scrivono messaggi meravigliosi, che pregano per me, mi fanno auguri sinceri e accorati.
Chi ci sta vicino non può mai dimenticarsi che noi malati oncologici siamo sempre al fronte e abbiamo bisogno di molta gentilezza e buonumore, abbiamo
bisogno di planare sulle cose dall’alto, lievemente, senza altri macigni oltre quello della malattia.

A volte mi accorgo che starmi accanto è un compito
difficile, chi mi ama sta male perché ha paura, mentre
io sto male per i fatti miei e mi tocca anche vedere la
sua faccia angosciata.
Per questo all’inizio sono stata molto selettiva nel
condividere il mio percorso terapeutico, ho scelto chi
era capace di sorridere nella tempesta, perché non potevo tollerare nessun altro dolore oltre al mio.



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