No Vax: Tra le minacce più gravi per benessere mondiale



Non può tornare a scuola perché alcuni compagni non sono vaccinati e per lui, immunodepresso a causa della chemioterapia cui si è sottoposto per una leucemia linfoblastica acuta, contrarre una malattia come il morbillo o la varicella potrebbe essere fatale. Il caso di Matteo, il bambino di 8 anni di Roma, ha riaperto la questione sui vaccini e ha spinto la Regione Lazio a presentare un disegno di legge regionale, per estendere l’obbligatorietà vaccinale anche alle scuole elementari e medie, con copertura di tutti gli anni della scuola dell’obbligo. La legge Lorenzin, introdotta nel 2017, ha imposto, infatti, l’obbligo vaccinale per l’accesso scolastico solo per i bambini di nido e materna (0-6 anni), non anche per le classi successive, dove le famiglie no vax rischiano solo sanzioni pecuniarie ma non l’esclusione dalla scuola, con il rischio di mettere a repentaglio la vita dei bambini immunodepressi per gravi malattie, come nel caso di Matteo.



Negli ultimi anni una diffidenza crescente verso le multinazionali farmaceutiche e i timori sulla sicurezza dei vaccini hanno indotto una larga fetta della popolazione a snobbare le vaccinazioni, con la conseguenza che la popolazione infantile non vaccinata sta raggiungendo il livello di guardia oltre il quale si rischiano focolai di epidemie. «I vaccini sono una procedura sicura e fondamentale, sia per i nostri bambini che per la comunità, perché Ise la soglia di vaccinazione e di immunità cade sotto un certo livello, le malattie possono ricominciare a circolare. Se noi vacciniamo tutti i bambini, proteggiamo indirettamente anche gli adulti che hanno una immunode- pressione temporanea per altri problemi di salute» spiega il dott. Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia all’Università San Raffaele di Milano, autore del libro II vaccino non è un’opinione edito dalla Mondadori.

Malattie come la poliome- lite e la difterite, ormai debellate in Italia, sono tuttavia ancora presenti in altri Paesi, e il rischio è quello di reintrodurle, in una società ormai globalizzata in cui si viaggia molto più spesso rispetto al passato. Nell’elenco delle minacce più gravi per la salute mondiale stilata per il 2019 dall’OMS, l’Organizzazione mondiale della Sanità, al banco di
fattori come l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la resistenza agli antibiotici, fa il suo ingresso proprio l’esitanza alle vaccinazioni, un fenomeno non solo nostrano ma che riguarda tutti i Paesi industrializzati. «I vaccini sono uno dei modi più economicamente vantaggiosi per evitare la malattie: attualmente prevengono dai 2 ai 3 milioni di morti all’anno e ne eviterebbero più di un milione e mezzo se la copertura globale migliorasse», si legge nel rapporto dell’Oms.

Nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo poneva l’Italia come fanalino di coda tra i Paesi sviluppati, sotto il Ghana, il Sudan e il Burkina Faso e alla pari con la Namibia. Nel 2017 ha occupato il secondo posto in Europa nella diffusione di morbillo, con 5000 casi, quattro decessi e molte complicazioni anche permanenti. Aumentati anche i casi da
rosolia, triplicati rispetto al 2016, e di contagio da tetano, che vede in Italia la più alta incidenza tra i paesi europei.

Sono gli effetti dello scetticismo diffuso negli ultimi anni sui vaccini e delle posizioni assunte dai no vax, che hanno costretto il governo, nel luglio 2017, a varare il decreto Lorenzin, introducendo nell’elenco delle vaccinazioni obbligatorie, che prevedeva anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B e anti-poliomielitica, altri sei vaccini: anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-va- ricella, fino ad allora non obbligatori. A questi dieci se ne aggiungono altri quattro, gratuiti e senza obbligo: anti-meningococcica B, anti-meningococcica C, anti-pneumococcica e anti-rotavirus.

Anche il numero di casi di infezione da meningococco, il virus della meningite, è notevolmente incrementato in Italia a causa del calo dei vaccini. Ogni anno si registrano circa venti decessi da meningite. Nel 2018 sono stati 198 i casi, 18 i morti. Lo scorso gennaio si è raggiunto il picco di segnalazioni con casi di decesso, come il bambino di due anni, morto all’ospedale Maggiore di Bologna per meningococco di tipo B, il ventenne di Sassari colpito da una rara meningite da meningococco Y, e Federico, il quindicenne di Roma, figlio di no vax, stroncato da una meningite fulminante.



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