Paolo Cortellesi: “Son Befana e me ne vanto”



Ha vestito i panni della Befana al cinema, nonostante sia bellissima. Paola Cortellesi è credibile anche invecchiata di oltre cinquecento anni. «È stato un privilegio interpretare un personaggio così amato, anche se ogni giorno mi dovevo sottoporre a sedute di trucco della durata di cinque ore. Perché con questo film ho avuto la possibilità di alimentare il sogno di tanti bambini».



Insieme a Stefano Fresi e a sei giovanissimi attori, l’attrice romana ha portato così sullo schermo una storia mai raccontata al cinema. La Befana vien di notte ha subito ottenuto incassi lusinghieri, risultando il secondo film più visto a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno, subito dietro II ritorno di Mary Poppins. Ecco come ne parla la Cortellesi: «i bambini sono al centro del racconto principale: la storia della Befana è un pretesto per far capire come ci si comporta in gruppo fin dalla giovanissima età. Il consiglio della loro maestra Paola, che poi è la Befana in incognito, che poi sarei sempre io, è di fare squadra. Individualmente non si combina granché. Non serve diventare eccellenti da soli. Ognuno è utile all’altro e loro, grazie all’avventura che si ritrovano a vivere, lo scoprono in fretta. Grazie a questa storia, i piccoli possono imparare che non esistono bambini cattivi, ma cattive abitudini che si possono correggere, avendo rispetto gli altri e per se stessi. Spero che questo film diventi un classico per l’infanzia: è dedicato ai più giovani, ma aiuta anche gli adulti che, guardandolo, ricordano come erano e cosa hanno perso».

Qual è il suo classico dell’intrattenimento per ragazzi?

«Direi ET. E anche Frankenstein junior, che non è propriamente un classico per ragazzi, ma io quando ero piccola lo guardavo. Del resto, io sono cresciuta con i film di genere, per bambini, i film d’avventura. Ah, stavo dimenticando la mia “concorrente” Mary Poppins».

Quando le hanno proposto di interpretare un personaggio del genere, mortificando la sua femminilità qual è stata la sua reazione?

«Entusiasta! Ho vacillato solo per un secondo… Sono ormai vent’anni o forse più che amo le trasformazioni e questa in particolare mi piaceva molto: è una strega, ma buona. Non è stata una sfida, ma un desiderio realizzato. In più, si tratta di un personaggio molto moderno: una donna di cinquecento anni, ma come tutte le altre, indaffarata e alle prese con i suoi alunni, perché di giorno è una maestra. Insomma, una supe-reroina come tutte le donne che nella quotidianità si devono confrontare con un mondo maschilista».

Sua figlia Laura alla fine del mese compirà sei anni: crede ancora alla Befana?

«Lei ha seguito tutta la trasformazione che ho subito per interpretare il personaggio. E venuta sul set e addirittura all’inizio faceva fatica ad avvicinarsi a me per quanto era impressionante il trucco. Dato che sa che faccio l’attrice, ha capito che è una finzione. Così le ho detto che interpretavo la storia di un personaggio realmente esistente, che è la Befana. Ci ha creduto al punto che mi ha chiesto se la Befana ha visto il film e cosa ne pensa».

Quando era lei ad avere l’età di sua figlia riceveva più doni o carbone?

«Ho un ricordo bellissimo del rito della Befana a Piazza Navona, a Roma. C’era un’atmosfera magica che oggi purtroppo non c’è più. Passeggiando nella piazza, mangiavo la mela stregata ricoperta di cioccolato… Magari nei prossimi anni qualcuno riporterà in vita questa tradizione. Ora mi sembra confinata nelle case. Nella mia famiglia, quando ero piccola, la Befana portava anche il carbone. Di fatto si chiamava nonna Pasqualina, perché ho scoperto, con il tempo, che era lei ad occuparsi dei regali. E mi portava il carbone vero, non quello di zucchero. Negli ultimi anni sembra quasi diventato strano sottolineare gli errori dei bambini, ma quando ero piccola io il monito c’era sempre. Tra l’altro sono convinta ancora che sia giusto evidenziare gli errori per correggerli. Qualche no fa bene, così anche mia figlia un pezzetto di carbone, carbone di zucchero che almeno non mi sporca tutta casa, l’ha ricevuto».

Il film parla anche agli adulti, perché racconta la paura di amare del suo personaggio.

«Ma alla fine la supera. Perché si accetta per come è, e lancia un messaggio positivo, perché riesce a trovare qualcuno che la accetta, contro ogni previsione. Mai perdere la speranza, ma soprattutto la fiducia in se stessi».

Cosa si aspetta dal 2019 appena iniziato?

«Veramente non lo so. Sono molto felice di quello che ho e di come sono. In questo momento, sembra brutto dirlo, non mi aspetto niente perché sto bene così. Troppe aspettative non fanno bene e non servono a nulla: io credo sia importante fare bene il proprio lavoro cercando di dare il massimo e poi quel che viene viene».

In passato ha lavorato con successo in televisione: tornerà sul piccolo schermo?

«No, non è nei miei programmi futuri. Attualmente sono sul set del nuovo film di mio marito Riccardo Milani, che ho scritto io stessa con Furio Andreotti, Giulia Calenda e lo stesso Milani. Nel cast ci sono anche Claudia Pandolfi e Stefano Fresi, mio partner anche in La befana vien di notte, e che sono felice di aver ritrovato»



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