Paola Ferrari a sessantanni ha un grande sogno segreto



Desidera diventare di nuovo mamma. Alla vigilia dei sessantanni la giornalista Paola Ferrari – che conduce accanto al collega Jacopo Volpi La domenica sportiva, su Raidue – è già madre di due ragazzi grandi. Virginia e Alessandro, nati dal matrimonio con l’imprenditore Marco De Benedetti. Eppure progetta di allargare ancora la sua bella famiglia. «Vorrei avere almeno quattro figli», confessa il volto tivù al nostro settimanale. «Ho pensato di ricorrere all’aiuto di una madre surrogata; ma, quando ho parlato del progetto, in famiglia c’è stata una grande discussione. E cosi io ho fatto un passo indietro».



Paola, ci spieghi perché pensavi di ricorrere a una madre surrogata?

«Perché dà la possibilità di avere un bambino a chi non lo può avere: io credo che sempre più spesso le donne che non riescono ad avere figli ricorreranno alle madri surrogate. È importante però che la procedura venga regolarizzata con apposite leggi, altrimenti si rischia che il tutto finisca nelle mani della criminalità organizzata e che a rimetterci siano ancora una volta le donne. Tre anni fa sono andata negli Stati Uniti per informarmi; quando però ho visto che mio marito e i miei figli non erano d’accordo ho desistito».

Per quale motivo non condividevano la tua scelta?

«Secondo mio marito, non dovremmo sfidare il destino ma ritenerci due genitori fortunati: abbiamo avuto due figli sani e che ci danno grandi soddisfazioni. I ragazzi invece erano tutti e due contrari a mettere al mondo un altro bambino: secondo loro, ce ne sono tanti orfani o in difficoltà. Così ho rinunciato all’idea di una madre surrogata, perché era una scelta talmente importante che l’avrei portata avanti soltanto se fosse stata condivisa da tutti in famiglia».

Oggi hai abbandonato in modo definitivo l’idea di allargare la famiglia?

«No, oggi penso all’affido, magari di due fratelli: vorrei coronare il mio sogno entro un anno. L’affido è la più grande scelta d’amore che si possa fare, perché un genitore affidatario sa fin dall’inizio che i ragazzi non rimarranno con lui».

Perché pensi all’affido?

«So che vuol dire avere un’infanzia difficile, perché l’ho avuta anch’io. Aiutare ragazzi meno fortunati dei miei mi sembra la scelta giusta, visto che dalla vita ho avuto tanto. Sarebbe un dono per loro, ma soprattutto per me».

Non hai paura di soffrire?

«No, perché credo che aiutare bambini o ragazzi – anche se soltanto per un breve periodo – sia una scelta bellissima, che permette di superare ogni difficoltà. E vero, a un certo punto un genitore affidatario deve lasciare il ragazzino che ha in affido. Ma in fondo anche i figli che sono sangue del tuo sangue quando crescono devono essere lasciati liberi di vivere la loro vita».

Tuo marito e i tuoi due figli condividono la tua scelta dell’affido?

«Sì, su questo sono tutti d’accordo. E sono felici di poter aiutare un bambino che c’è già piuttosto che metterne al mondo un altro con l’aiuto di una madre surrogata»



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