SOPRA LA MEDIA Anche in quanto a donazioni il 2018 è stato il secondo miglior anno di sempre: sono stati 1.680 i donatori, tra deceduti e viventi, e se son diminuiti di 83 unità rispetto al 2017, è anche vero che si tratta di un numero ben al di sopra della media degli ultimi cinque anni. Peraltro, per quanto riguarda la dichiarazioni di volontà a donare o meno gli organi dopo il decesso (dunque dichiarazioni favorevoli ma anche contrarie), la Rete nazionale trapianti non ne ha mai raccolte così tante come nel 2018: al 31 dicembre le dichiarazioni registrate erano quasi 4 milioni e mezzo, oltre 1,9 milioni in più rispetto al 2017. Una crescita trainata dal raddoppio dei Comuni nei quali è ora possibile registrare le proprie volontà in materia (a tutt’oggi sono 5.598, il 69,9% del totale). Ma attenzione, come detto queste dichiarazioni non sono tutte positive: l’81,2% dei dichiaranti (circa 3 milioni e mezzo)ha espresso il consenso all’espianto, il 18,9% ha invece sottoscritto un’opposizione. Ancora in ordine alle donazioni di organi, c’è però anche da registrare un dato di segno opposto: la percentuale di opposizioni alla donazione ha raggiunto il 29,9%, in lieve aumento rispetto all’anno precedente.
Significa che una volta su tre i parenti del deceduto, interpellati, hanno rifiutato la donazione. In questo senso,non si può non notare la differenza territoriale: al Sud le opposizioni sono molto più numerose (in Sicilia il 47,4%, in Puglia addirittura il 52,2%) rispetto al Nord(Piemonte,Lombardia e Veneto restano fra il 24 e il 27%). Spiega Flavia Petrin, presidente nazionale di Aido, che spesso i no alla donazione sono conseguenza di una domanda rivolta al momento sbagliato, «quandola persona ha appena perso un caro». Aggiunge Alessandro Nanni Costa, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti: «Sono tre le domande poste dai parenti del deceduto, quando viene chiesta loro la disponibilità alla donazione: è veramente morto? Avete fatto tutto il possibile per salvarlo? Che vantaggi avete dalla donazione? Ci vuole trasparenza e informazione, dunque ». E anche argine al complottismo ormai dilagante, pronto a intravedere maneggi occulti in ogni angolo, anche in sala operatoria. Ma questa è un’altra storia. O forse no, forse è sempre la stessa.