Veronica Panarello a 48ore dalla Cassazione: “Ansiosa e preoccupata, abbandonata da tutti”



A 48 ore dalla sentenza che deciderà della vita di Veronica Panarello, la mamma 31enne condannata per l’omicidio del figlioletto Lorys Stival, Fanpage ha intervistato Francesco Villardita, l’avvocato di Veronica. “Come sta? Spaventata e sola, Veronica ascolterà la sentenza dalla televisione, nella stanza del carcere”.



A 48 ore dalla sentenza che deciderà della vita di Veronica Panarello, la mamma 31enne già condannata in due gradi di giudizio per l’omicidio del figlioletto Lorys Stival, Fanpage ha intervistato Francesco Villardita, l’avvocato della giovane madre. Dallo stato d’animo della 31enne di Santa Croce Camerina, preoccupata e ansiosa, agli argomenti con cui sosterrà in Cassazione le ragioni della sua assistita, tra disturbo di personalità e concorso di terzi, ecco cosa ci ha raccontato l’uomo che da 5 anni difende Veronica.

Come sta Veronica? “Sono andato a trovarla. Beh è preoccupata, ansiosa. Non sarà presente in aula giovedì. Trattandosi di una sentenza di Cassazione, aspetterà la notizia dalla televisione, nella sua stanza in carcere”. Intanto il suo studio prepara il ricorso contro la sentenza. Ci sperate? “Stiamo studiano il ricorso da discutere giovedì 21, sì. Senza nessuna aspettativa”. Quali sono i punti cardine del ricorso? “I punti del ricorso sono molteplici, sia in termini di crimino-dinamica, sia in termini di capacità di intendere e di volere”. Parliamo della dinamica dell’omicidio. Cosa contestate alla sentenza?

 “Noi contestiamo una  illogicità manifesta della sentenza, considerato che noi non vediamo la Panarello da sola nella scena del crimine, perché abbiamo dato la prova (in un video, ndr) che all’interno dell’autovettura c’era la sagoma di una persona e quindi abbiamo anche indicato di chi si trattava (per la difesa era Andrea Stival, nonno di Lorys, ndr). Di quella sagoma non è stata data alcuna spiegazione da parte della corte territoriale”. Anche in questa ricostruzione Veronica avrebbe concorso al delitto. “Esatto. Fermo restando che la Panarello potrebbe avere le proprie responsabilità e un ruolo attivo, ma certamente secondo la tempistica, secondo la consulenza video- forense, per quello che abbiamo cercato di dimostrare, non doveva essere da sola sulla scena del delitto”.

Voi contestate innanzitutto quelle che definite ‘illogicità’ nella ricostruzione processuale, giusto? “Certo. Tutto deve rientrare nella illogicità della motivazione, perché la Cassazione si esprime solo per legittimità, non nel merito. Anche se in questi casi, cadere nel merito è molto facile”. Avete sollecitato per lungo tempo un faccia a faccia tra Veronica e Andrea Stival, che lei pretende essere stato il suo amante. “Anche questo è motivo di ricorso. Sul punto  dell’incontro con l’altra persona, abbiamo censurato l’ordinanza della Corte d’Assise perché ritenevamo che una nuova perizia psichiatrica e la richiesta di confronto che era stata negata dal giudice di primo grado dovesse rientrare nel processo d’Appello. Ritenevamo, infatti, che al giudice d’appello occorressero elementi necessari per una corretta decisione”.

Anche in Appello quel confronto vi è stato negato”. Per questo anche in Cassazione abbiamo impugnato quelle ordinanze che ci hanno impedito di ricorrere al confronto che è stato ritenuto superfluo, perché la Corte ha ritenuto che a commettere l’omicidio è stata solo la Panarello, così come ha ritenuto che la perizia psichiatrica non fosse necessaria, perché erano sufficienti per arrivare alla verità tutti gli atti a disposizione. Non la pensiamo così”. Parliamo della perizia. Prima della morte di Lorys a Veronica era già stato diagnosticato un disturbo borderline di personalità”. Esattamente. I periti hanno negato l’esistenza di una patologia che è stata valutata da tre distinti gruppi di clinici: dall’ospedale di Ragusa; dalla Casa circondariale di Agrigento che ha diagnosticato una personalità patologica e dall’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, che ha diagnosticato un disturbo di personalità NAS (Non altrimenti specificato) che comunque fa parte del DSM 5″.

È un disturbo che in alcuni casi giudiziari ha avuto un certo peso. “Infatti, e i periti del Tribunale, peraltro, hanno sconfessato la diagnosi di tre strutture pubbliche che avevano indicato la Panarello affetta da un disturbo di personalità. Non possiamo essere d’accordo. Proprio per questo abbiamo evidenziato l’illogicità del percorso motivazionale, perché si è sopito sulla perizia che ha delle criticità enormi”. Chi è rimasto vicino a Veronica in questa fase? “Veronica è molto sola. È supportata solo ed esclusivamente da suo padre, che le sta vicino, mentre la mamma e le sorelle non le hanno scritto né l’hanno visitata in questi giorni”.



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