Walter Nudo: “E’ il primo due di picche che ricevo”



E’ bionda, alta un metro e 73 centimetri, pesa 60 chili, ha un bel viso e porta la decima di reggiseno. Chi direbbe che Francesca Cipriani, per sua stessa ammissione, sia “casta” ormai da 17 mesi? Castità destinata a durare, visto che poco dopo questa intervista la Cipriani, dopo aver già fatto parte del cast nel 2018, è partita anche quest’anno per l’ Isola dei famosi come “polena” e ora è in spiaggia a Cayo Cochinos insieme agli altri “naufraghi”, e ci resterà almeno fino al 10 febbraio.



Sfumato il possibile incontro, con relativa storia d’amore, con il vincitore dell’ultimo Gf Vip Walter Nudo, il 2019 per lei è iniziato all’insegna dell’astinenza. E chi non fa l’amore il primo dell’anno, recita il proverbio, è destinato a non farlo per tutto l’anno. «Speriamo che non sia vero!», grida sgranando gli occhi azzurri. «Insomma, è anche ora che lo trovi questo fidanzato. Anche perché mica l’ho deciso io di vivere senza sesso. E’ che sono più fortunata con la carriera che con l’amore. Se ripenso alla mia vita vedo solo storie andate malissimo. E non mi sono fatta mancare niente».

In che senso?

«Nel senso che dagli uomini sono stata tradita, maltrattata, picchiata. Certe volte penso che il futuro mi deve per forza riservare una storia d’amore degna di una favola, perché peggio di quelle che ho avuto finora non può andare. Peggio di quando sono finita all’ospedale per le botte date dal mio ragazzo di allora, con conseguenti otto giorni di prognosi, credo che non ci sia nulla».

Cosa è successo? E come se ne viene fuori?

«Mi ci sono trovata senza accorgermene. Credevo che lui mi amasse. Era un bel ragazzo, sembrava proiettato verso un futuro in Tv. Le donne dovrebbero lasciare questo tipo di mascalzoni la prima volta che alzano le mani. Ma una non lo fa, perché pensa che non succederà più. E invece succede, si passano momenti terribili perché c’è una seconda volta, una terza. Ne sono uscita denunciando. E una storia che non ricordo volentieri, perché lui mi faceva vedere la vita brutta, grigia, mi denigrava tutti i giorni facendomi sentire una nullità, corteggiando altre donne. Poi tornava indietro chiedendomi scusà piangendo, strisciando e io per un bel po’ di tempo ci sono caduta. E non è stata l’unico caso di violenza di un uomo nella mia vita».

Addirittura.

«Mi è successa una cosa anche peggiore quando ero molto giovane. Parlo di un vero tentativo di violenza, che poi psicologicamente equivale a una violenza. Avevo poco meno di vent’anni, lui trenta. Ha cercato di abusare pesantemente di me. Le cose non sono precipitate solo perché mi sono sentita male e sono svenuta in terra. Anche in quel caso, carabinieri e denuncia. E pure processo».

Chi l’ha aiutata in questi episodi tristi della sua vita?

«Mia mamma, che mi è stata sempre accanto. Nel caso del fidanzato che mi picchiava si era accorta prima di me di come stavano le cose. Io ero abbastanza succube, non era ancora scattato nella mia testa il campanello d’allarme. E poi, come al solito, volevo fare di testa mia. Ma mi sono dovuta arrendere. È andata a finire male, ma sono contenta perché poteva finire peggio, tutti i giorni mi rendo conto di cosa poteva accadermi. Di recente ci sono stati tre femminicidi in tre giorni, quando l’ho saputo mi sono messa a piangere, perché ho pensato che anch’io, quella volta, ho rischiato di morire».



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