Evelina Osinska conduceva serate musicali in tutta Italia, durante le quali incontrava i clienti che riforniva di qualsiasi tipo di droga



Nel suo profilo Facebook si definisce “artista nel settore musicale”. Ma, purtroppo per lei, Evelina Osinska, 34 anni, deejay di origine polacca residente a Milano, è finita agli onori delle cronache non per meriti professionali, ma come spacciatrice di pericolose droghe sintetiche da sballo.



La ragazza, bella e procace, abituata a comparire in pose succinte su Instagram, è stata arrestata nel suo appartamento di viale Umbria dopo alcuni appostamenti. Agenti in borghese l’hanno seguita fino al suo indirizzo e sorpresa mentre scambiava in strada una grossa partita di ketamina (un anestetico con gli effetti allucinogeni dell’ecstasy) con Poyee Wong, 24 anni, spacciatore di origine cinese con precedenti penali.

La trattativa è avvenuta nell’auto di lui, che è stato subito arrestato. Poi gli agenti sono saliti a perquisire casa di lei, incensurata e dunque insospettabile, dove hanno sorprendentemente trovato un impressionante assortimento di droghe: altri 30 grammi di ketamina, 600 pastiglie di ecstasy e 20 grammi di ecstasy in polvere, 45 grammi di cocaina, oltre a 600 euro in contanti con banconote di piccolo taglio. A questo punto è scattato l’arresto anche per Evelina. Gli inquirenti ritengono che dietro la sua attività di deejay si nasconda una seconda vita molto più proficua di guadagni, quella di spacciatrice sistematica in grande stile.

Favorita dall’ambiente di lavoro, discoteche e locali sparsi in tutta Italia che raggiungeva periodicamente in tournée, la Osinska incontrava i clienti durante le sue serate musicali ed era ormai un punto di riferimento per lo sballo illegale nei club. Ma adesso è stato stroncato il suo commercio criminale, pericoloso soprattutto per i giovani, spesso ignari delle conseguenze devastanti delle droghe sintetiche di ultima generazione. Lo testimonia in pieno la drammatica vicenda di Giorgia Benusiglio, milanese, 37 anni, che racconta: «Nel 1999 sono stata miracolosamente salvata, grazie a un trapianto di fegato, dopo aver assunto in discoteca una piccola quantità di ecstasy.

Da quel giorno ho deciso di trasformare la mia esperienza in una lezione di vita, informando i ragazzi dei rischi legati all’assunzione di droghe. Da oltre dieci anni svolgo un’attività di prevenzione, raccontando ciò che mi è accaduto nelle scuole, affinché il mio errore possa evitare quello di qualcun altro». Nel 2010 ha anche scritto il libro Vuoi trasgredire? Non farti! (Edizioni San Paolo): un messaggio sempre attuale.



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