Paolo Rossi, Rita Dalla Chiesa commenta, il web insorge



“Si, questa volta è proprio dispiacere profondo per un grande sportivo e una grande persona”. Questo il commento di Rita dalla Chiesa sotto al post di Amadeus e Giovanna che non è affatto scappato al web.



C’era lei a tenerlo stretto: «Ha lottato con forza. Non voleva andarsene. L’ho tranquillizzato: “Mi occuperò io delle bambine”», ha rivelato la moglie di Pablito, il calciatore che trascinò gli azzurri alla vittoria al Mondiale 1982 e la cui scomparsa ha commosso tutta l’Italia. Da mesi combatteva contro un tumore. «L’avevamo scoperto al rientro dalle Maldive», svela Federica parlando proprio del viaggio che vedete in queste foto, l’ultimo felice prima del dramma: «Era certo di farcela»

L’uomo qualunque che scala il tetto del mondo. L’italiano comune, un nome comune, un fisico comune che rifila una tripletta ai supereroi del calcio, i brasiliani. Il calciatore la cui foto simbolo è con la maglia della Nazionale, non di club, e che dopo l’apice del successo, si ritira a soli 31 anni.

Aveva scelto una vita tranquilla, garbata, mai urlata, pure quando commentava in tv quel calcio divenuto per lui un hobby. Il suo lavoro era nella quiete di Poggio Cennina, l’azienda agricola nel Chianti dove viveva con la moglie Federica e le loro due bambine. Se ne è andato tra le braccia della donna che al suo fianco stava combattendo il male che lo aveva colpito, rivela ora, a inizio anno. Avevano appena rinnovato la loro promessa di nozze alle Maldive, felicissimi e uniti come li vediamo in queste pagine. Era febbraio scorso. Poi la diagnosi: tumore. E la battaglia, condotta con grande  riserbo.

Era stato pure operato, senza che se ne sapesse nulla, alla schiena, dai neurochirurghi dell’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena. Racconta Federica: «Pensava di farcela. Ha combattuto come un leone, non voleva andarsene. In questo anno strano, ma anche molto intimo, ha tirato fuori tutta la sua determinazione, il suo coraggio. E io ho scoperto altri aspetti, anche le fragilità della persona magnifica che ho avuto l’onore di sposare.

Gli ho promesso che mi occuperò delle nostre figlie, come voleva lui, col sorriso, quel sorriso che non lo lasciava mai, che era amore per gli altri, anche per i tanti sconosciuti che lo fermavano per strada. Se ne è andato tra le mie braccia.

E non ce ne sarà mai un altro come lui». Ammutolisce l’Italia tutta, non solo quella del pallone, a risvegliarsi in questo beffardo dicembre di un cinico 2020 senza Paolo Rossi, l’eroe dei Mondiali di calcio del 1982, “Pablito” che al Santiago Bernabeu di Barcellona fece tornare bambino il presidente Sandro Pertini che seguiva in tribuna la finale contro i I Panzer tedeschi e Sul 3 a 1 mimava col dito a Re Juan Carlos di Spagna uni castico: “non ci prendono più”.

Lo sapeva Pablito che sarebbe rimasto unico quel luglio 1982 nella sua vita. Arrivava dopo due anni di squalifica per il Calcioscommesse, dopo una convocazione da parte del CT Enzo Bearzot che aveva fatto storcere il naso a molti. Anni fa, spiegavo che cosa raccontava la sua storia al mondo: “che uno qualsiasi, uno normale, può farcela. Non era un fenomeno Atletico, non ero neanche un fuoriclasse, ma ero uno che ha messo le sue qualità al servizio della volontà”.

Il 1982 Cancella l’ondata della squalifica di due anni per calcio scommesse  su cui ha sempre gridato, Paolo, la sua innocenza. È anche l’anno in cui la prima moglie, Simonetta, l’amore di gioventù, lo rende padre per la prima volta di Alessandro. Il matrimonio finirà dopo qualche anno. Nel 2003 l’incontro con la giornalista umbra Federica Cappelletti.

’amore, le nozze in Campidoglio nel 2010. Due bambine, Maria Vittoria, 10 anni, e Sofia Elena di 8, la nuova promessa alla vigilia del lockdown, alle Maldive, una azienda di agricoltura biologica messa su insieme nella amata Toscana. Purtroppo la tenuta in provincia di Arezzo, nel giorno del funerale di Paolo (che si è tenuto a Vicenza) è stata saccheggiata dai ladri che hanno portato via soldi e oggetti preziosi, ma pare non i cimeli sportivi.

«Un gesto vile che aggiunge dolore al dolore», ha commentato Federica. Sempre accanto al suo Paolo, con discrezione, ha affrontato la malattia. Ora saluta il campione, che per tutto il mondo è “paolorossi” scritto senza prendere fiato, con una eterna dichiarazione d’amore: «Non ci sarà mai nessuno come te, unico, speciale. Dopo di te il niente assoluto».



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