Riapertura Regioni: 3 verso la chiusura. Ecco quali e quando riapriranno



L’Italia aspetta una data importante. Il Premier Conte aveva inizialmente anticipato che a partire dal 3 giugno si sarebbero potuti consentire gli spostamenti tra le varie regioni senza autocertificazioni. Tuttavia, il Ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia ha tuonato: “solo a condizione che si rispettino i dati del monitoraggio. Se una regione è ad alto rischio, è evidente che non può partecipare alla mobilità interregionale”.



E a seguito delle ultime notti di folle “movida” il Ministro ha aggiunto: “ se è comprensibile e umano, dopo due mesi, uscire di casa, non dobbiamo dimenticare che siamo ancora dentro il Covid 19 e dunque chi alimenta una movida sta tradendo i sacrifici fatti da di milioni di italiani”. “A fine settimana – spiega – il Consiglio dei ministri farà le sue valutazioni in base al numero dei contagi. E per lo ‘sblocco’ della mobilità tra Regioni, faremo le nostre valutazioni: non è detto, ma potrebbe diventare inevitabile prendere tutto il tempo che serve”.
E oggi è pure arrivato un macigno da Palazzo Chigi: ci saranno velocità diverse concordate con i governatori». È possibile che si decida di ritardare l’apertura dei confini di alcune regioni — Lombardia e Piemonte, forse anche l’Emilia-Romagna — per una settimana, due al massimo, in modo da poter poi concedere spostamenti liberi nel corso dell’estate.

Ci sono infatti due parametri ancora estremamente pericolosi e ancora elevati:
-il numero di nuovi contagi su 10.000 abitanti
-il numero di potenziali soggetti contagiosi
Ce lo lo spiega l’epidemiologo Vittorio Demicheli che fa parte della cabina di regia del ministero della Salute: «In base all’ultimo monitoraggio della scorsa settimana, la Lombardia ha 2,4 nuovi contagi a settimana ogni 10 mila abitanti. Il Veneto e la Toscana lo 0,4, Sardegna e Sicilia lo 0,1. In sintesi vuole dire che, vivendo in Lombardia, il rischio di sviluppare la malattia nel corso di una settimana è pari a 2,4 casi ogni 10 mila abitanti».
Inoltre, e veniamo al punto 2, visti i 24.477 malati attuali, sono presenti e ancora potenzialmente infettivi 24 soggetti ogni 10 mila abitanti, contro la media italiana del 9,2.
Per questi due motivi risulta veramente tanto rischioso per l’Italia intera la riapertura della Lombardia: è dunque possibile che si decida di ritardare l’apertura dei confini della Lombardia di una o due settimane, come oggi comunicato su Corriere.it.

A decidere dunque se potremo o meno spostarci tra le diverse regioni senza autocertificazioni a partire dal 3 giugno, sarà dunque il monitoraggio fatto dal Ministero della Salute e dall’Istituto superiore di Sanità sulla base di dati registrati dalle regioni e classificati con diversi parametri concordando con i Governatori le aperture interregionali.
Come avverrà la raccolta dati del monitoraggio? Verranno resi noti ogni venerdì: questo significa che la data chiave per decidere la riapertura dei confini interni sarà quella del 29 maggio! Se una Regione dovesse rientrare tra quelle «ad alto rischio», sarebbe dunque ESCLUSA dalla mobilità interregionale, e scatterebbero per quel territorio norme diverse, creando di fatto Nuove Zone Rosse.
Ma ci sono ulteriori COMPLICAZIONI. Pare si vogliano consentire gli spostamenti solo a regioni con lo stesso livello di indice di rischio contagio , pertanto gli abitanti di una regione a basso contagio potranno muoversi solo su altre regioni a basso contagio, anche non confinanti, e quelli provenienti da regioni a rischio moderato, solo verso quelle con indice di contagio moderato, anche non confinanti.

MA così si RISCHIA la BEFFA, ecco perché

Dall’ultimo Report di oggi del Ministero, che riportiamo qui per completezza, risulterebbe che due regioni hanno ancora un indice di contagio Rt moderato, ovvero Lombardia, e Val d’Aosta. Sulla base delle nuove istruzioni, si creerebbe pertanto un assurdo, una beffa, ovvero che un lombardo potrebbe muoversi solo in Val d’Aosta, ma le due regioni non sono confinanti, facendo di fatto piombare la Lombardia, in una Nuova Zona Rossa!

Ricordiamo che l’indice fondamentale è Rt: mentre l’indice R0 indica la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, l’Rt descrive il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure di restrizione. In sintesi, Rt è la misura della potenziale trasmissibilità della malattia legata alla situazione contingente, cioè la misura di ciò che succede nel contesto. Il coronavirus, per intenderci, ha un R0 medio di 2,5 casi secondari, mentre l’indice di trasmissibilità Rt, in questo momento, è compreso tra 0,2 e 0,7.



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