Alessia Nobile: “Trans si nasce, non si diventa”, il racconto della transgender nel libro La bambina invisibile



Alessia Nobile è una donna transgender originaria di Paolo Dal colle la quale abbiamo avuto modo di conoscerla in questi anni grazie anche al Festival di Sanremo. È stata ospite in diverse trasmissioni televisive e lo farà ancora oggi nel salotto di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno. Pare che In diverse occasioni abbia parlato proprio della sua trasformazione e anche dei libri da lei scritti e pubblicati. Uno di questi è quello intitolato La bambina Invisibile e racconta proprio la storia della sua transizione che le è costata tanta fatica e tanto dolore. Ma che cosa conosciamo di lei e soprattutto dei suoi libri?



Alessia Nobile, il racconto del libro La bambina invisibile

All’età di 40 anni Alessia Nobile ha raccontato la sua storia e lo ha fatto nel libro intitolato La bambina invisibile Edito da castelvecchi. “Mi ci sono voluti 40 anni per raccontarmi”. Questo quanto dichiarato dalla Nobile, e lo fa per sé e per tutti gli altri. “Lo scopo è che il mio libro lo possano leggere tutti, anche i bambini della scuola elementare”. La presentazione del libro è avvenuta il 23 marzo scorso.

Le parole della transgender

“Mi sono accorta di essere bambina già a tre anni. I ricordi di allora non sono legati alla sessualità, ma ai desideri. Volevo il grembiule rosa e il cestino come quello delle amichette, l’astuccio di Candy Candy e non quello dell’Uomo Tigre. Me ne sono resa conto subito, e ora voglio dimostrare che si nasce trans, non lo si diventa. Per questo la dedica del libro è per i genitori: abbiate il coraggio di guardare l’anima dei vostri figli, i bambini danno segnali in maniera naturale”. Queste le parole di Alessia Nobile la quale si è detta molto testarda. Ha parlato anche del rapporto con i genitori che sembra non sia stato poi così tanto tranquillo.

Il percorso di Alessia che l’ha portata alla transizione

Ho vissuto anni di chiusura, ma nel mio piccolo osavo. Facevo il piercing, vestivo con pantaloni aderenti e look attillato, e per quel poco che ho fatto sono stata punita. Pensavo di avere un segreto, e che fosse brutto, tanto che a un certo punto mi dissi di essere gay. Il professore di religione raccontò ai miei genitori tutto, e loro chiesero se c’era una cura. Rischiavo di essere rinchiusa chissà dove, perciò lo chiamai al telefono, e per questo fui poi bocciata. Il professore di francese, invece, una volta mi fece uscire dal bagno delle donne, in cui mi avevano fatto entrare le mie amiche, e fece una scenata. Ora è mio amico su Facebook”.



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