Flora Canto ed Enrico Brignano dietro le quinte del loro matrimonio



Complice la brezza del mare e un cielo così terso da sembrare dipinto apposta per loro, alle nozze di Flora Canto ed Enrico Brignano, in una manciata di ore si sono rincorse tutte le sfaccettature delle emozioni. Attesa, imprevisti, commozione, lacrime di gioia, risate, balli, canti e così tante sorprese da lasciare senza parole (e con gli occhi lucidi) la sposa.



Brignano e Flora

Il 30 luglio, al tramonto, dopo dieci anni insieme e due figli, Flora ed Enrico si sono giurati eterno amore davanti a 150 persone a La Posta Vecchia, maestosa villa seicentesca a Palo Laziale, vicino Roma. «Sono felice che gli ospiti abbiano partecipato alla nostra favola d’amore.

È stato tutto perfetto, non era scontato. Gli unici imprevisti si sono presentati la mattina, appena svegli, ma li abbiamo superati brillantemente», scherza Flora con la voce appagata di chi sa di aver vissuto una giornata straordinaria. Che genere di imprevisti? «La sera prima delle nozze, in un’atmosfera quasi sospesa, speciale, abbiamo dormito insieme nella villa. Una scelta di praticità: avendo due bambini piccoli, l’idea era di separarci al mattino per i preparativi.

Peccato che alle sei ho aperto gli occhi perché ho sentito gocce di acqua sui vetri. Pensavo fosse la condensa, era pioggia. Dopo quaranta giorni di solleone, stava piovendo. Non mi sono più riaddormentata in attesa della schiarita. Avevo appena tirato un sospiro di sollievo quando, alle 8,30, Enrico si è svegliato con il colpo della strega. Non riusciva a stare dritto. Gli ho fatto una puntura per rimetterlo in piedi». La giornata è partita in salita…

«Eccome! Per fortuna poco dopo è arrivata Eva Presutti, la wedding planner, che mi ha rassicurata. “Ho tutto sotto controllo”. Poi me la sono ritrovata con manciate di sale grosso tra le mani da spargere in tutta la location. Da vera napoletana voleva distribuire buoni auspici in ogni angolo. Io non sono scaramantica, ma va detto che alla fine è andato tutto bene». Quanto eri emozionata? «Tantissimo. In tre momenti in modo che nemmeno avrei immaginato. La prima volta quando è entrata mia mamma in camera mentre mi stavano truccando.

Ci siamo guardate con una complicità difficile da esprimere a parole. La seconda quando, in abito bianco, ho incontrato mio padre che mi attendeva per accompagnarmi all’altare. L’ho visto emozionato come mai era accaduto e ho rischiato di sciogliere con le lacrime il trucco. La terza volta quando al braccio di papà, sulle note di She di Elvis Costello, mi sono trovata davanti a Enrico e il nostro Niccolò. Per un istante ho portato il bouquet davanti al viso e ho faticato a trattenere il pianto».

Come ha reagito il tuo sposo appena ti ha vista? «Mi ha sussurrato: “Ti amo, sei bellissima”. Era emozionato. Poi ha scambiato alcune parole all’orecchio con mio padre». Cosa si sono detti? «Solo “grazie”. Mio padre per come lui mi rispetta e si prende cura di me; Enrico perché simbolicamente in quel momento papà gli affidava la figlia, riponendo in lui massima fiducia». È stata una cerimonia civile, all’aperto. «Religiosa, spirituale e civile.

Siamo credenti e, non potendoci sposare in chiesa perché Enrico aveva già avuto un matrimonio religioso, prima ci siamo scambiati le promesse davanti a un’amica di famiglia, Elena, “apostola” della chiesa cristiana; poi c’è stata la cerimonia istituzionale con il sindaco di Ladispoli, Alessandro Grando. Il tutto accompagnato dalla musica di quattro violiniste. Ma appena lui ha pronunciato la frase: “Vi dichiaro marito e moglie”, l’atmosfera è esplosa con Viva la vida dei Coldplay» I vostri bambini, Martina, di 5 anni, e Niccolò, di 1, come hanno reagito alla super giornata? «Martina ha portato le fedi e, con il candore dei bambini, ha detto al microfono, davanti a tutti, che era emozionata.

Niccolò è stato bravo, anche se si è spalmato sul vestito biscotti e dolcetti al momento delle foto di famiglia e l’ho dovuto cambiare». A proposito di cambio d’abito, ci parli dei tuoi? «Il modello per la cerimonia era bianco e romantico come il bouquet di rose, con un velo prezioso, entrambi personalizzati per me dall’atelier Pronovias. L’abito per la festa era chiaro, a sirena, più sensuale, con scollatura, pietre e punti luce. Erano esattamente come li desideravo». Raccontaci della festa. «Dopo la cerimonia ci siamo spostati nella terrazza sul mare e, sulle note di Ennio Morricone, abbiamo preso l’aperitivo. Abbiamo cenato in un’atmosfera fiabesca, con tavoli impreziositi da candele e fiori cipria, bianche e avorio.

Il mago e illusionista Andrea Paris ha intrattenuto gli ospiti, mentre la musica era affidata a una band live. Anche il trio Ladyvette ha fatto un intervento musicale». Avete ballato? «Enrico e io abbiamo aperto le danze sulle note di L’emozione non ha voce, di Adriano Celentano. Poi ci siamo scatenati tutti insieme con musica dal vivo, da Raffaella Carrà ai classici degli Anni 80. Ma prima ci sono state le sorprese». Svelacele. «Abbiamo allestito un palco con uno schermo sul quale Enrico ha fatto scorrere un video montato da lui per raccontare i nostri anni insieme.

Mi ha fatto commuovere tanto. Poi mi ha cantato Una lunga storia d’amore, di Gino Paoli, e mi ha regalato un anello prezioso, che avevo notato quando eravamo andati da Damiani a scegliere le fedi. Poi è toccato a me cantare Io che amo solo te, accompagnata dal pianoforte». Il taglio della torta è stato acceso dai fuochi d’artificio, vero? «Sì, spettacolari. Poi ci siamo scatenati a ballare fino alle due e mezzo di mattina. A quell’ora mi sono fatta portare un panino al prosciutto, perché non avevo praticamente mangiato.

Con alcuni amici siamo rimasti al pianoforte fino alle quattro». Partite per il viaggio di nozze? «Andiamo qualche giorno in barca, da soli, tra le isole Pontine e le campane. Poi torniamo dai nostri bambini, che resteranno con i nonni, presenza preziosa nella vita. Mia nonna era emozionatissima, ci teneva davvero tanto al mio matrimonio. Quando mi ha vista in abito bianco non riusciva quasi a parlare. Quindi mi ha detto: “Amore di nonna, è stato il giorno più importante della mia vita”. Che dire, insieme al giorno della nascita dei miei figli, la penso esattamente come lei».



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