“Il carcere gli ha fatto fare i conti con la propria coscienza”: perché si è suicidato Davide Paitoni



Secondo il suo avvocato, Davide Paitoni, l’uomo accusato di aver ucciso il figlio di sette anni si è suicidato in carcere. “È venuto a patti con la sua coscienza come risultato dell’auto-riflessione che ha intrapreso mentre era in carcere, in particolare dopo aver commesso un crimine così orribile come l’uccisione di suo figlio”.



Nonostante il giorno prima il giudice dell’udienza preliminare avesse negato al suo avvocato difensore la richiesta di una perizia psichiatrica, Davide Paitoni, l’uomo accusato di aver ucciso il figlio di sette anni, si è tolto la vita nel carcere di San Vittore. Poiché l’ambiente carcerario influenza lo stato psicologico delle persone, forse non sapremo mai perché si è suicidato: “Secondo me, l’esperienza carceraria influenza profondamente lo stato psicologico di un individuo e ci spinge a riflettere su noi stessi”, ha dichiarato a Fanpage.it la psicoterapeuta Debora Gatto.

Le numerose ore di inattività di Paitoni potrebbero averlo spinto ad accettare ciò che aveva fatto: “Questa auto-riflessione lo ha certamente portato a fare i conti con la sua coscienza, soprattutto dopo aver commesso un crimine così atroce come l’uccisione di un bambino”. Il senso di colpa può non esistere nelle persone con disturbi mentali, ma non è detto che tale condizione fosse presente nel caso di Paitoni.

Secondo l’esperto, il suicidio può essere visto come l’azione più estrema che colpisce l’istinto di autoconservazione, presente in tutti noi. Un’alterazione di questo tipo”, continua, “non può portarci a immaginare un quadro mentale equilibrato; piuttosto, la prima cosa che viene in mente quando si parla di suicidio è una condizione depressiva.

Inoltre, l’ambiente di detenzione crea una condizione di vulnerabilità per l’individuo, secondo Gatto: “Abbiamo a che fare con un ambiente molto difficile e ostile, quindi spesso l’adattamento è difficile, se non impossibile. Lo stress indotto dalla detenzione porta a un cambiamento della percezione di sé e della realtà esterna”. Sarebbe interessante sapere come Davide Paitoni si sia adattato durante il periodo di detenzione. A questo dovrebbero rispondere gli psicologi che lo conoscevano bene”.



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