La vera storia di Luciano Ligabue e la moglie Barbara Pozzo con figlia Linda, e la perdita del figlio Leon



Afferma che il suo stile musicale malinconico, che si può ascoltare in Una vita da mediano, è stato ispirato dal fatto di essere nato con un’indole “blu” – un’espressione usata nella cultura americana per indicare un sentimento di tristezza. Questo sentimento si ritrova anche tra le righe di Una storia, l’autobiografia di 500 pagine di Ligabue, pubblicata da Mondadori il 3 maggio.



L’autore ha sempre nutrito un senso di colpa, dovuto alla sua educazione catto-comunista o forse allo sfortunato incidente che ha subito all’età di 18 mesi e che gli ha lasciato un ricordo visibile sotto forma di una bella cicatrice.

Luciano non è in grado di ricordare alcun dettaglio della sua emergenza medica, se non il fatto che un medico incontrato per caso nella farmacia della madre Rina lo salvò dalla peritonite. Durante la degenza in ospedale, però, la situazione è peggiorata: ha avuto un’emorragia e non è riuscito a trovare il plasma necessario per il suo gruppo sanguigno. Fortunatamente, una suora è stata in grado di fornire il plasma necessario, che potrebbe essere l’origine della sua colpa.

L’autobiografia di Ligabue, “Il timido e l’introverso”, contiene informazioni che il cantautore di Correggio non aveva rivelato in precedenza. Suo nonno, Marcello, fu un eroe della Resistenza reggiana e rifiutò di aderire a qualsiasi partito politico. Tentò di aprire un banco di commercianti, ma fu chiuso dalle camicie nere con manganelli e olio di ricino. Il padre, Giovanni, lo mette in guardia dalle difficoltà economiche dei musicisti, ma gli regala la sua prima chitarra.

Di professione, fu inizialmente venditore ambulante e poi socio della sala da ballo Foxtrot di Carpi, dove Ligabue assistette al suo primo concerto di Lucio Dalla. Vent’anni dopo, il cantautore bolognese chiamò Ligabue per informarlo che Certe notti aveva venduto 700.000 copie, ma alla fine ne vendette 1,5 milioni, dimostrando che Dalla aveva sottovalutato il suo successo. Ligabue attribuisce a Dalla il merito di averlo aiutato a sopravvivere al difficile anno di servizio militare a Belluno, poiché riuscì a combattere le crudeli prevaricazioni ascoltando Futura.

La storia del successo di Ligabue è attribuita a Battiato: fu durante uno dei suoi concerti che Ligabue notò due donne che si innamoravano di Battiato e decise che anche lui poteva diventare un cantante. In precedenza, Ligabue era stato impiegato all’Arci spettacolo e gli era stata offerta l’opportunità di diventare il manager di Vinicio Capossela, ma la cosa non si concretizzò.

Assunse quindi il ruolo di contabile e di custode del Fur Depot Center del padre. Per passare il tempo, scriveva canzoni. Il suo successo è testimoniato dal fatto che si è esibito in 800 concerti, il prossimo dei quali si terrà il 4 giugno a Campovolo, dove si prevede la partecipazione di oltre 100.000 persone.

Fu Pierangelo Bertoli a scoprire Ligabue, con la canzone Sogni di rock’n’roll, che voleva inserire nel suo disco. Tuttavia, quando Ligabue era all’apice della sua carriera, meditò di ritirarsi a causa della mancanza di privacy che deriva dall’essere sotto i riflettori. Alla fine si è reso conto che si può ancora fare musica senza essere una celebrità. Inoltre, Ligabue ha scritto canzoni su numerose donne, tra cui Donatella, una sua amica d’infanzia che aveva schiaffeggiato mentre giocava a nascondino.

Dopo anni di separazione, i due si sono riuniti e sposati, ma hanno perso i loro due figli gemelli. Lorenzo Lenny era il primogenito e subito dopo il padre la lasciò con immensi sensi di colpa. Era inevitabile, perché a quel punto aveva già conosciuto la biellese Barbara Pozzo. I due si sposarono con una cerimonia clandestina nel 2013 a Correggio ed ebbero una figlia di nome Linda e un bambino nato morto di nome Leon. Ligabue scrisse nella sua autobiografia che il bambino pesava un chilo e mezzo e aveva le fattezze della madre. Lo seppellirono in un cimitero che aveva un angolo speciale dedicato agli angeli.



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