Morgan guarda oltre, fino alla direzione artistica del Festival di Sanremo



Morgan raggiunge gli studiRai di Torino con un ritardo di tre ore, e la redazione del suo programma lo accoglie con applausi. Il tempo è tiranno, bisogna immediatamente procedere alle prove; Vinicio Capossela lo attende. «Da 15 anni propongo di realizzare questo show e finalmente ci sono riuscito», afferma Morgan a Oggi. Ci troviamo sul set di StraMorgan, il programma che segna il suo ritorno sulla tv pubblica, composto da quattro episodi, condotti insieme a Pino Strabioli su Rai 2 in seconda serata, dal 10 al 13 aprile.



Questo programma rappresenta una rivincita: dopo molte difficoltà, Morgan torna in tv dalla porta principale. «Sarà uno spettacolo musicale e una lezione straordinaria», ci spiega Giovanni Anversa, vicedirettore intrattenimento Rai, che incontriamo dietro le quinte. «Morgan ci guiderà nell’universo di quattro giganti della musica italiana, scelti da lui: Domenico Modugno, Umberto Bindi, Lucio Battisti, Franco Battiato.

Marco sul palco farà magie. Nella prima puntata su Modugno, ci saranno collegamenti con Pasolini, Pirandello, Elvis Presley, che amava la musica italiana». Sul set, Morgan si muove come un elfo, prova i capolavori di Modugno con Capossela (l’altro ospite della puntata è Paolo Rossi), con l’orchestra composta dai ragazzi del Conservatorio di Pescara (oltre ad altri studenti di altre città) e con la sua band, le Sagome. Se fosse per lui, lo spettacolo dovrebbe proseguire in studio anche durante le pause pubblicitarie. «Morgan è un vulcano artistico in esplosione, bisogna stare attenti a non scottarsi», afferma Luca Alcini, regista e autore del programma. «Ogni volta che sale sul palco qualcosa si accende, è uno degli ultimi uomini di spettacolo completi che abbiamo in Italia». Alla fine, riusciamo a fermare in camerino il signor Genialità e anticonformismo.

Ed è un torrente impetuoso. «Sono il migliore di tutti nel fare musica in televisione, punto», dichiara. «Come giudice di X Factor ho vinto cinque edizioni, sono entrato nel Guinness dei primati. Lavoravo con criteri non televisivi, legati alla mia passione musicale, senza tener conto di convinzioni preconfezionate e inutili sugli ascolti, sui gusti del pubblico. Io distinguo il bello dal brutto e basta. Eppure sono stato allontanato da lì e da tanti altri luoghi, sono stato vittima di mobbing, diffamazioni, pressioni psicologiche. Sono stato escluso perché sono libero, e la libertà ha un prezzo. Sono uno che si espone quando tutti ti dicono che non va fatto».

Le cose sono cambiate e il ritorno di Morgan sulla scena coincide con l’insediamento del governo Meloni. «Quando era all’opposizione, ho chiesto a Giorgia Meloni se fosse interessata a discutere di cultura, di musica, e lei si è mostrata molto aperta e coinvolta. Abbiamo parlato, scambiato idee. E il clima è cambiato per me, nel senso che ora posso fare televisione». Che effetto le fa essere associato a un governo di destra? «Io ho posizioni anarchiche, libertarie.

Da anni i ruoli si sono invertiti, la destra fa la sinistra e viceversa. Le ideologie non esistono più. È assurdo identificare con il fascismo chi è di destra. Un fascista è uno schiavista, un censore, un carceriere, uno che è contro l’umanità e l’espressione artistica. Giorgia Meloni dimostra invece umanità». In questi giorni si parla anche di Morgan a Sanremo in qualche veste (a sostenere la sua presenza al festival è Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura). «Mi sembra una cosa naturale, se le cose andranno come dovrebbero andare», risponde l’interessato. «Per fare lavori di idraulica serve un idraulico, se va un falegname è un problema.

A Milano si dice: “ofelè, fa el tomestè” (pasticcere, fa il tuo mestiere, ndr). Amadeus non è un musicista. Se a me chiedessero di occuparmi di campionato di calcio sarei in imbarazzo». Cosa farebbe a Sanremo? «Sono un artista, un creativo. Mi occuperei di tutto, dalla scenografia alla scelta delle canzoni, dall’orchestra alla scelta degli ospiti, sarei quello che costruisce lo spettacolo musicale in televisione. Farei delle scelte, in base a criteri artistici, non commerciali». Morgan a dicembre ha compiuto 50 anni. «Li sto vivendo un po’ male, non mi piace invecchiare», afferma. «Certo non sono come i miei coetanei, ho un bambino dentro di me.

Non sono giovane, ma sono eterno, un vampiro». L’ultima parola spetta al co-conduttore Pino Strabioli. «Questo è un esperimento televisivo con un linguaggio diverso dai soliti format», dice. «Cercare di incuriosire i giovani sui grandi del Novecento con un linguaggio colto è una sfida, ed è importante, perché poi capita di sentire Fedez che ignora chi sia Giorgio Strehler o Rosa Chemical che non sapeva chi fosse il Presidente Mattarella. Speriamo di poter fare altre puntate. I prossimi grandi? Ne abbiamo ancora di meravigliosi da trattare: Luigi Tenco, Fabrizio De André, Sergio Endrigo».



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