Il mistero avvolge ancora Kata, la dolce bambina di soli 5 anni scomparsa a Firenze. Il suo rapimento è avvenuto il 10 giugno e da allora gli investigatori stanno lavorando instancabilmente per riportarla al sicuro tra le braccia dei suoi genitori, ma finora senza successo. Finalmente, gli avvocati della famiglia della piccola, originaria del Perù, hanno deciso di rompere il silenzio, affermando di aver individuato coloro che possiedono informazioni cruciali sulla tragica vicenda di questa povera bambina, che sembra essersi volatilizzata nel nulla.
Le parole dei legali della famiglia di Kata sono inequivocabili: essi sono convinti che ci siano persone che conoscono i dettagli sulla scomparsa della piccola a Firenze. L’ultima volta che è stata vista, si trovava nei pressi dell’ex hotel Astor, dove viveva con la madre e il fratello minore, mentre il padre al momento del rapimento si trovava in carcere. Vediamo cosa hanno dichiarato i difensori durante un’intervista concessa a La Nazione.
Kata, la bimba scomparsa a Firenze: gli avvocati della famiglia parlano
Ecco le prime dichiarazioni degli avvocati della famiglia di Kata, Zanasi e Matteoni, riguardo alla scomparsa della bambina che sarebbe stata rapita nella zona dell’ex albergo a Firenze: “Ci sono persone che sanno esattamente cosa è successo a Kata e perché. Almeno tre individui. Gli investigatori non sono ancora giunti a una svolta significativa. È necessario fare un passo avanti. Non basta una generica complicità, del tipo ‘quel soggetto ha commesso quel crimine’. Qualcuno deve confessare spontaneamente. È stato un rapimento organizzato, qualcuno ha preso Kata e non sappiamo come. Questo fa pensare a qualcosa di molto grave, a attività illecite che prosperavano in quell’ambiente.”
Inoltre, l’avvocato Zanasi, durante la sua conversazione con La Nazione, ha affermato che coloro che gestivano gli alloggi e incassavano gli affitti sarebbero a conoscenza di tutto: “Una donna romena, un uomo peruviano e un suo collaboratore. Gestivano tutto all’Astor. E sapevano tutto.” È stato anche suggerito che potrebbe esserci stato un atto di vendetta ai danni dei genitori della bambina, poiché la situazione in quell’edificio sembrava tutt’altro che tranquilla.
Infine, gli avvocati hanno aggiunto: “Anche a noi sono giunte voci in tal senso. Sì, capiamo che il ruolo dei genitori è centrale. Ma forse c’è qualcos’altro, qualcosa di meno diretto.” La speranza degli avvocati, ma soprattutto della mamma e del papà di Kata, è che, qualunque cosa sia accaduta, la piccola possa tornare a casa al più presto.



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