L’infanzia e l’adolescenza
Paolo Verdone è il secondogenito di Carlo Verdone e Gianna Scarpelli. È nato nel 1988, due anni dopo la sorella Silvia.
Fin da piccolo, Paolo ha mostrato una personalità diversa dal padre attore e dalla sorella attrice. Il suo sogno era quello di intraprendere la carriera diplomatica.
Anche Paolo ha sofferto molto per la separazione dei genitori, avvenuta quando lui era ancora un ragazzino. Il padre Carlo si prese due anni sabbatici proprio per recuperare il rapporto con i figli:
_”Dovevo recuperare il rapporto con loro, il lavoro mi stava assorbendo troppo. Non è che avessi perso il talento, ma forse avevo bisogno di questa pausa. Così mi son preso due anni sabbatici e mi son detto ‘Devo recuperare coi miei figli’. Abbiamo fatto viaggi bellissimi e importanti e lì anche loro hanno capito che qualcosa era cambiato”._
La passione per la musica
Anche se lontano dal mondo dello spettacolo, Paolo condivide con il padre l’amore per la musica. Ha imparato a suonare la chitarra da autodidatta.
La musica è una vera e propria passione che coltiva privatamente, lontano dai riflettori.
Un rapporto speciale con la sorella
Paolo ha un legame molto stretto con la sorella Silvia, più grande di lui di due anni. I due fratelli sono molto uniti e complici.
Come ha raccontato Silvia Verdone in una rara intervista: “Con mio fratello Paolo il rapporto è speciale, fatto di sguardi e mezze parole”.
La riservatezza sulla vita privata
A differenza della sorella e del padre, Paolo Verdone è molto riservato e schivo. Della sua vita privata si sa poco o nulla.
Non ama i riflettori e conduce una vita lontana dal mondo dello spettacolo e dai gossip. Per questo su di lui circolano pochissime informazioni.
La partecipazione a “Vita da Carlo”
L’unica apparizione pubblica di Paolo Verdone è nella serie TV del padre Carlo “Vita da Carlo”, dove interpreta se stesso.
Nonostante la riservatezza, Paolo ha accettato di prendere parte allo show, comparendo in un cameo insieme alla sorella.
Un gesto d’affetto per il padre, a cui è profondamente legato, pur restando coerente con la sua proverbiale discrezione.
