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A 27 anni perde la vita davanti ai colleghi, la madre: “Non stava bene, gli avevo detto di non andare a lavorare”



Un tragico incidente ha colpito la comunità di Agna, dove Umberto Coghetto, un giovane di 27 anni, ha perso la vita a causa di una folgorazione mentre stava montando una tensostruttura per la ditta Agraria Tocchio. L’episodio si è verificato nel pomeriggio di venerdì 7 marzo, poco prima della conclusione del suo turno di lavoro. Secondo le prime ricostruzioni fornite dai carabinieri della Compagnia di Piove di Sacco e dal personale dello Spisal dell’Ulss 6 Euganea, il giovane sarebbe entrato in contatto inavvertitamente con i cavi dell’alta tensione, provocando la tragica scossa elettrica.



Umberto viveva a Nervesa della Battaglia con la sua famiglia. La notizia della sua morte ha lasciato sconvolti sia i dipendenti che i titolari dell’azienda. La madre di Coghetto ha dichiarato: “Non era stato bene e gli avevo detto di non andare al lavoro. Non mi ha ascoltato e ora non c’è più. Nella mia vita resta ora solo dolore e solitudine.” La comunità si è unita attorno ai genitori del giovane, condividendo il loro lutto e offrendo supporto in questo momento difficile.

Il padre di Umberto aveva fondato la ditta a Nervesa, per poi dismetterla. Un anno fa, Umberto aveva deciso di rilevarla, lasciando il suo precedente impiego come cuoco. Aveva avviato la propria attività, chiamata “Br Technology”, e il padre era diventato suo dipendente. Molto stimato per la sua dedizione al lavoro, Coghetto considerava la sua azienda come una “figlia” che aveva cresciuto con impegno e sacrificio.

Gli amici e i colleghi ricordano Umberto come una persona solare e vivace. Dopo il lavoro, era solito unirsi alla comitiva di amici in piazza per trascorrere del tempo insieme. “Arrivava verso le 23 e la serata ripartiva,” raccontano i suoi amici. “Cercava di divertirsi e far divertire anche quando era stanchissimo, con il suo sorriso buono e mai di circostanza. Se poteva, aiutava tutti.”

L’incidente, che ha avuto luogo sotto gli occhi dei suoi colleghi, ha immediatamente allertato i soccorsi. Il personale del 118 è intervenuto prontamente, ma per Umberto non c’è stato nulla da fare. La sua morte ha suscitato indignazione e preoccupazione riguardo alla sicurezza sul lavoro. Mauro Visentin, segretario generale della Cgil di Treviso, ha commentato: “Non si può morire sul lavoro a 27 anni. Un altro trevigiano ha perso la vita e così continua uno spietato bagno di sangue che fa orrore. L’inerzia delle istituzioni e delle rappresentanze industriali non colma i vuoti sul fronte della prevenzione degli incidenti sul lavoro. Il sindacato non smetterà mai di denunciare la mancanza di impegno per la sicurezza dei lavoratori.”

La comunità di Nervesa della Battaglia è in lutto per la perdita di un giovane che, nonostante la sua breve vita, aveva già lasciato un segno profondo tra coloro che lo conoscevano. La sua morte rappresenta un doloroso promemoria sull’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla necessità di adottare misure preventive adeguate per evitare tragedie simili in futuro.



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