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A Bari, un gruppo di undicenni ha disturbato uno spettacolo gratuito al Parco degli Aquiloni lanciando petardi e chiedendo il pizzo ai presenti, generando indignazione



Un episodio preoccupante ha scosso la città di Bari, dove una baby gang composta da ragazzini di appena undici anni ha cercato di interrompere uno spettacolo gratuito organizzato dalla Breathing Art Company presso il Parco degli Aquiloni. L’evento, parte della rassegna comunale “Due Bari”, ha visto i giovani protagonisti di azioni intimidatorie, inclusi il lancio di petardi e la richiesta di denaro ai partecipanti.



Secondo quanto riportato, il gruppo ha iniziato a disturbare già durante le prove dello spettacolo, continuando poi con comportamenti ostili anche durante l’esibizione vera e propria. Gli undicenni avrebbero minacciato gli artisti e il pubblico con frasi come “Se volete ballare, dovete pagare”, evidenziando un atteggiamento che ha sollevato interrogativi sul fenomeno della territorialità e sul disagio sociale che potrebbe celarsi dietro tali comportamenti.

Simona De Tullio, direttrice artistica della Breathing Art Company, ha raccontato l’accaduto, sottolineando la gravità della situazione: “Ieri c’erano ospiti internazionali e famiglie con bambini nel parco. Ci siamo sentiti quasi accerchiati con il lancio di alcuni petardi. Poi sentire quelle parole ‘Se dovete ballare qui dovete pagare’ da un bambino è grave, perché ti porta già a pensare all’idea della territorialità. Ci siamo ritrovati lì ad essere presi come bersaglio da questi ragazzini un po’ per noia, un po’ perché si sentono usurpati di quel luogo. Ad un certo punto ci hanno detto ‘A noi non importa che siete mandati dal Comune’.”

L’intervento della polizia locale si è reso necessario per garantire la sicurezza dei presenti e permettere lo svolgimento dello spettacolo. L’episodio ha generato una forte reazione sia tra i partecipanti che all’interno delle istituzioni cittadine. Paola Romano, assessora alla Cultura e alla Valorizzazione dei Beni Culturali di Bari, ha espresso la sua preoccupazione in un post su Facebook: “Due ragazzini di 11 anni che minacciano chi si sta esibendo durante un evento pubblico sono un problema di sicurezza, ma anche un tema sociale perché a 11 anni ci si può atteggiare da adulti, ma si è ancora quasi bambini.”

L’assessora ha inoltre annunciato una serie di misure per affrontare situazioni simili in futuro. Tra queste, una maggiore presenza della Polizia Municipale nei luoghi pubblici e il coinvolgimento di educatori professionisti attraverso il programma “educativa di strada”. Questo intervento, già attivo in alcune piazze della città, sarà esteso al Parco degli Aquiloni per avvicinare i giovani e cercare di prevenire episodi di disagio sociale.

Nel suo intervento pubblico, Paola Romano ha ribadito l’importanza di continuare a investire nella cultura e nelle attività pubbliche: “Noi continueremo ad investire in programmi culturali ed iniziative che già in queste prime settimane sono partecipate da centinaia e centinaia di persone. Ci impegneremo a coinvolgere sempre più la città perché non dobbiamo commettere l’errore di ritirarci nelle nostre abitazioni per paura, ma continuare a vivere insieme gli spazi pubblici.”

L’accaduto ha evidenziato non solo un problema di sicurezza, ma anche una questione sociale che richiede un intervento mirato. La presenza di minorenni coinvolti in dinamiche intimidatorie e atteggiamenti delinquenziali solleva interrogativi sulle condizioni educative e familiari che possono influenzare tali comportamenti.

Il Comune di Bari ha espresso il suo sostegno alla Breathing Art Company e agli organizzatori dell’evento, promettendo collaborazione e gratitudine per il loro impegno nel promuovere la cultura nella città. La rassegna “Due Bari” continuerà con le sue attività, cercando di coinvolgere sempre più cittadini e famiglie.

L’episodio del Parco degli Aquiloni rappresenta un campanello d’allarme per le istituzioni locali, chiamate ad affrontare con urgenza il tema del disagio giovanile e della sicurezza nei luoghi pubblici. La combinazione tra interventi educativi e culturali potrebbe essere una chiave per prevenire futuri episodi simili e favorire una maggiore integrazione sociale.



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