A Buguggiate, in provincia di Varese, sono stati salvati oltre 100 animali, tra cui 98 cani e 3 gatti, da condizioni estreme di degrado in un’abitazione privata. L’operazione congiunta ha portato al sequestro degli animali e all’indagine della proprietaria per maltrattamenti.
Oltre 100 animali, tra cani e gatti, hanno vissuto in condizioni terribili in un’abitazione di Buguggiate, provincia di Varese. Erano detenuti in gabbie anguste tra le proprie deiezioni. Per salvarli sono intervenuti i volontari dell’associazione di tutela animale Oipa con le Forze dell’Ordine.
A Varese, più di 100 cani erano detenuti in condizioni di estremo degrado, costretti a vivere in gabbie anguste tra le proprie deiezioni, in un ambiente estremamente insalubre. Questo è quanto emerso da un’operazione congiunta effettuata dalle Guardie Zoofile dell’Oipa di Varese, con i Carabinieri della stazione di Azzate, la Polizia Locale di Varese e il Servizio Veterinario di AST Insubria.
All’interno di un’abitazione privata di Buguggiate (Varese) sono stati trovati 101 animali, tra cui 98 cani e 3 gatti, tutti di piccola taglia e di razza, detenuti in condizioni terribili. Tra loro c’era anche un cane morto da tempo e uno in fin di vita, deceduto durante il trasporto in clinica veterinaria.
Il Nucleo delle Guardie Zoofile dell’Oipa, venuto a conoscenza del caso, ha avviato gli accertamenti che hanno permesso di acquisire nuove fonti di prova e testimonianze da sottoporre all’Autorità Giudiziaria. Inizialmente è stato disposto il blocco sanitario ufficiale di tutti gli animali presenti, ma a causa del repentino peggioramento delle condizioni riscontrate, si è reso necessario un intervento congiunto urgente con le Forze dell’Ordine.
Durante l’operazione, è stato effettuato il sequestro preventivo degli animali, che sono stati successivamente trasferiti in diverse strutture zoofile autorizzate della provincia. La persona che deteneva i cani in quelle condizioni è attualmente indagata per maltrattamento e detenzione incompatibile di animali.
Per Carlo Tomasini, coordinatore del nucleo Oipa di Varese e Provincia, si è trattato di un intervento necessario: “Abbiamo agito con determinazione per salvare questi animali da una condizione insostenibile. Il nostro obiettivo è sempre la tutela degli esseri viventi più vulnerabili, e operazioni come questa dimostrano quanto sia fondamentale l’attività di vigilanza e la collaborazione tra enti e forze dell’ordine”.
Lo scenario riscontrato a Varese presenta diversi punti in comune con l’animal hoarding, il disturbo da accumulo di animali, conosciuto anche come “sindrome di Noè”. Questo disturbo si manifesta attraverso la raccolta compulsiva di un grande numero di animali e l’incapacità di fornire loro standard minimi di nutrizione, igiene e cure. Un segnale di questa condizione, presente nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, è rappresentato dalle case di molti accumulatori, spesso trascurate e sporche, dalle quali emerge l’incapacità della persona di provvedere a sé stessa, e non solo agli animali.
Alla base del disturbo c’è la difficoltà per gli accumulatori di separarsi dagli animali, e si ipotizza che ciò derivi da un trauma dell’attaccamento, poiché spesso sono vittime di forti traumi durante l’infanzia, come lutti improvvisi, violenze, abusi e incuria.
Gli accumulatori non agiscono con l’intento di ferire gli animali, anzi sono spinti da un sentimento opposto. Tuttavia, il risultato che ottengono è proprio il maltrattamento: “Il maltrattamento è la conseguenza diretta del disturbo, che prevede il mancato rispetto delle esigenze specifiche degli animali che vengono accumulati. Una volta che l’animale viene preso, perde la propria soggettività e diventa parte della persona che accumula, per questo i suoi bisogni alla fine non vengono salvaguardati”, spiega l’esperta.
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