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Accolta la denuncia degli animalisti: il giudice rosso indaga il Presidente Fugatti per l’abbattimento a fucilate



Il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, è attualmente sotto indagine per la morte dell’orso M90, un esemplare abbattuto lo scorso anno in Val di Sole. L’orso, noto per la sua eccessiva confidenza con gli esseri umani, era diventato un problema per la sicurezza pubblica, avvicinandosi troppo ai centri abitati. Il giudice per le indagini preliminari Gianmarco Giua ha disposto l’imputazione coatta di Fugatti, affermando che l’animale sarebbe stato “ucciso con crudeltà”. In risposta, il governatore ha difeso la sua decisione, sostenendo che l’abbattimento fosse necessario “per difendere i cittadini”.



La decisione del gip Giua ha sollevato un acceso dibattito. Il giudice ha accolto l’opposizione presentata dall’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) contro la richiesta di archiviazione da parte della Procura, sottolineando come l’intervento per l’abbattimento dell’orso fosse stato effettuato in modo inadeguato. L’orso M90, ribattezzato “Sonny” dagli attivisti animalisti, era già noto per i suoi comportamenti insoliti, come il seguire una coppia di escursionisti durante una passeggiata.

Dopo vari avvistamenti che avevano destato preoccupazione tra i residenti, Fugatti aveva firmato un’ordinanza per l’abbattimento immediato dell’animale, ritenendolo un “pericolo per la sicurezza pubblica”. Tuttavia, il giudice ha messo in discussione le modalità con cui è stata eseguita l’operazione: l’orso, dotato di un radiocollare, è stato rintracciato e ucciso senza essere narcotizzato e senza la presenza di un veterinario, circostanze che, secondo il gip, configurerebbero un trattamento “crudele e privo di necessità”.

Di conseguenza, Fugatti dovrà rispondere dell’accusa di uccisione di animale con crudeltà e senza necessità. La Procura avrà dieci giorni per formulare il capo d’imputazione ufficiale. L’Enpa ha accolto con favore questa decisione, definendola un “momento storico per la tutela degli animali selvatici”, e ha rivendicato il diritto alla giustizia per M90, che secondo loro è “morto tra atroci sofferenze”.

Il governatore trentino, da parte sua, ha espresso la sua volontà di difendersi, affermando che l’abbattimento dell’orso era “pienamente legittimo e necessario per proteggere la popolazione”. La posizione di Fugatti riflette una preoccupazione diffusa tra i funzionari locali riguardo alla sicurezza pubblica, specialmente in un contesto in cui gli avvistamenti di orsi e altri animali selvatici sono aumentati negli ultimi anni.

La questione dell’abbattimento dell’orso M90 ha acceso un dibattito più ampio sulla gestione della fauna selvatica in Trentino e sulla necessità di bilanciare la sicurezza dei cittadini con la protezione degli animali. Molti attivisti e organizzazioni animaliste hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’approccio adottato dalle autorità locali, sostenendo che ci siano metodi alternativi per gestire gli animali problematici senza ricorrere all’abbattimento.

La situazione ha anche messo in evidenza le tensioni tra le esigenze di sicurezza e la conservazione della fauna selvatica. L’abbattimento di un animale così emblematico ha suscitato una reazione emotiva tra il pubblico, con molti che chiedono una revisione delle politiche relative alla gestione degli orsi e di altri animali selvatici.

Con l’avvio del processo, si prevede che il caso di Fugatti diventi un punto focale per il dibattito sulla gestione della fauna in Trentino. Le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive non solo per il governatore, ma anche per le future politiche ambientali e di sicurezza nella regione.



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