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Agente uccide con un colpo di pistola il pitbull Narcos durante un blitz antidroga



Il 14 settembre, un Pitbull di nome Narcos è stato tragicamente ucciso a Ancona da agenti della polizia locale mentre erano impegnati in un’operazione di contrasto allo spaccio di droga in un parco cittadino. Secondo le dichiarazioni ufficiali della Questura, il cane era libero e avrebbe mostrato un comportamento aggressivo nei confronti degli agenti. Tuttavia, le testimonianze che circolano sui social media dipingono un quadro diverso, descrivendo Narcos come un animale non pericoloso.



La vicenda ha avuto inizio nel parco di via Osimo, dove il cane, di soli due anni, si trovava insieme alla sua proprietaria e a un giovane. Gli agenti avrebbero notato il ragazzo tentare di disfarsi di un involucro contenente tre dosi di hashish. In quel momento, il cane, privo di museruola e guinzaglio, sarebbe scattato verso gli agenti, mostrando un atteggiamento che è stato interpretato come aggressivo. Un terzo poliziotto, avvicinandosi, avrebbe chiesto al giovane di richiamare il cane, ma secondo la Questura, il Pitbull avrebbe cambiato direzione, dirigendosi verso l’agente.

Per difendersi dall’animale, l’agente avrebbe cercato riparo dietro una panchina, ma, sentendosi minacciato, ha estratto la pistola e ha sparato un colpo mortale verso Narcos. Il cane è morto a causa delle ferite riportate. A seguito dell’incidente, è emerso che Narcos era privo di microchip, il che ha portato alla proprietaria ad affrontare sanzioni per inottemperanza e violazione del divieto di ingresso del cane nel parco. Il giovane che aveva cercato di disfarsi della droga è stato anch’esso multato per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale.

La proprietaria di Narcos ha fornito una testimonianza che contrasta con quella della Questura. In un video condiviso sui social, ha raccontato: “Ero con il mio ragazzo e Narcos, seduti su una panchina e Narcos legato ad essa. I poliziotti sono venuti a sorpresa correndo verso di noi e il mio cane, non so se per lo spavento oppure per proteggermi, ha iniziato ad abbaiare e tirare e la catena-guinzaglio che si è spezzata. Narcos è andato verso un collega del poliziotto che ha sparato e noi gli abbiamo urlato chiamandolo ed è subito venuto verso di noi”. La donna ha aggiunto di aver afferrato il cane dal collare, ma nonostante ciò, il poliziotto ha continuato a puntare la pistola verso di loro e ha sparato due colpi.

Tuttavia, la Questura ha smentito la versione della proprietaria, affermando che sul posto è intervenuto il personale della Polizia Scientifica per effettuare i rilievi. “Gli accertamenti svolti confermavano l’avvenuta esplosione di un solo colpo di arma da fuoco”, si legge in una nota ufficiale.

Questa non è la prima volta che un Pitbull viene ucciso durante un intervento di polizia. Un caso simile risale al 12 luglio 2019, quando un cane di nome Rocky è stato abbattuto da un agente in Napoli. In quell’occasione, gli agenti giustificarono l’uso della forza con la reazione aggressiva del cane, che, secondo le testimonianze, era stato aizzato dal suo proprietario e aveva morso uno dei poliziotti. I video registrati da testimoni mostrarono il cane che mordeva l’agente, il quale poi sparò due colpi, uno dei quali risultò fatale per Rocky.

La morte di Narcos ha riacceso il dibattito sul pregiudizio nei confronti dei Pitbull e sulla gestione delle situazioni che coinvolgono animali potenzialmente pericolosi. Molti animalisti e cittadini si stanno mobilitando per chiedere maggiore attenzione e sensibilità da parte delle forze dell’ordine in situazioni simili, sottolineando la necessità di adottare misure alternative prima di ricorrere all’uso della forza letale.

La proprietaria di Narcos ha espresso il suo dolore e la sua indignazione per l’accaduto, chiedendo giustizia per il suo animale. La vicenda ha suscitato un’ondata di solidarietà sui social, con molte persone che si sono schierate dalla parte della donna, chiedendo chiarezza e responsabilità da parte delle autorità.

Le indagini sull’incidente sono in corso, e le autorità competenti stanno esaminando tutte le testimonianze e le prove disponibili per chiarire la dinamica dei fatti. Intanto, la comunità di Ancona si interroga su come gestire situazioni simili in futuro, affinché non si ripetano tragedie come quella di Narcos.



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