Nell’ambito di un’indagine riguardante una presunta frode relativa ad un appalto che coinvolge il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), il Ministero degli Esteri dell’Unione Europea, e il Collegio d’Europa di Bruges, prestigiosa istituzione accademica, la polizia belga, l’Ufficio europeo per la lotta alla frode (Olaf) e l’ex Ministra Federica Mogherini, unitamente ad un altro cittadino italiano di rilievo presso l’università di Bruges, emerge il nome di Stefano Sannino. Attualmente Direttore Generale della Commissione per il Mediterraneo, Sannino è stato in precedenza Ambasciatore ed ex Direttore Generale del Seae.
Come riportato dal “Sole 24 Ore” il 9 dicembre 2020, Beda Romano ha tracciato un ritratto dettagliato di Stefano Sannino: “Stefano Sannino, 61 anni, è un Ambasciatore di grado della Farnesina, ex Consigliere di Romano Prodi a Bruxelles e di Enrico Letta a Roma. Ha maturato una parte significativa della sua carriera all’interno delle istituzioni comunitarie, ricoprendo la carica di Direttore Generale per l’Allargamento.
Nel luglio 2013, su nomina dell’allora Presidente del Consiglio Enrico Letta, è stato designato Rappresentante Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea, succedendo a Ferdinando Nelli Feroci, che andava in pensione.
In tale veste, Stefano Sannino ha gestito la Presidenza italiana dell’Unione Europea (nel secondo semestre del 2014) e alcune delle più complesse crisi europee dei primi anni del XXI secolo, in particolare l’emergenza migratoria.
È stato inoltre chiamato a gestire le delicate relazioni tra Bruxelles e Roma. All’epoca, il Presidente del Consiglio era Matteo Renzi, entrato in carica nel febbraio 2014 con l’intento di “rottamare” la vecchia Italia e di ridefinire il rapporto del paese con i partner europei e le istituzioni comunitarie.”
In passato, l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri non mancava di esprimere critiche nei confronti della Germania e dell’Unione Europea. “Nessuno deve trattare gli altri paesi come si trattano degli studenti”, dichiarò un giorno Matteo Renzi, rispondendo alla cancelliera tedesca Angela Merkel, che il giorno precedente aveva invitato tutti i Paesi dell’Unione “a fare i propri compiti” nel risanare il debito pubblico. “Basta con la dittatura degli zero virgola!”, aggiunse in un’altra occasione, riferendosi alla necessità di rispettare il Patto di Stabilità e di Crescita.
Durante il suo mandato, che si concluse con le dimissioni nel dicembre del 2016, il Presidente del Consiglio definì l’Europa in preda a “un frenetico immobilismo” e parlò di un continente “senza ambizione”. Nel luglio del 2014, affermò: “Che cosa vedremmo se l’Europa si facesse un selfie? Vedremmo l’immagine della rassegnazione”.
Da Presidente del Consiglio, Matteo Renzi cavalcò una certa vena euroscettica presente in Italia, adottando un atteggiamento nei confronti dell’Europa che si voleva al tempo stesso assertivo e ironico, e che in alcuni casi poteva apparire sbruffone.
L’ambasciatore Silvio Fagiolo (1938-2011) sosteneva che il compito di un diplomatico sia di riscaldare i rapporti bilaterali del suo paese quando sono troppo freddi, e di raffreddarli quando sono troppo caldi. Il diplomatico è troppo realista per non sapere che gli eccessi emotivi sono forieri di incomprensioni nelle relazioni internazionali (e non solo). In Italia, inoltre, la politica estera è spesso strumento fazioso di politica interna.
Fedele a questo principio, Stefano Sannino si adoperò per smussare gli angoli tra Bruxelles e Roma. Fu rimosso dall’incarico da Matteo Renzi nel 2016 perché ritenuto troppo vicino alle autorità comunitarie, secondo l’interpretazione della stampa italiana di allora. Il diplomatico fu quindi inviato come ambasciatore a Madrid.
Al suo posto, il Presidente del Consiglio volle nominare a Bruxelles un uomo politico, Carlo Calenda, che rimase in carica poco più di un mese prima di essere richiamato in patria dallo stesso Presidente del Consiglio per diventare Ministro dello Sviluppo Economico.
Fino a questo momento, il quotidiano “Sole”, in linea con la sua natura di giornale economico, ha evitato di approfondire la vita privata di Stefano Sannino. Tale aspetto, tuttavia, è stato trattato dal quotidiano “La Verità” il 2 ottobre 2018, che ha evidenziato l’attivismo dell’ambasciatore in ambito LGBTQ+.
Patrizia Floder Reitter, sul quotidiano diretto da Belpietro, riporta: “Celebrazioni nuziali tra persone dello stesso sesso presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid. L’evento, caratterizzato da un’atmosfera di grande eleganza, è stato ampiamente riportato dalla stampa spagnola come il più rilevante evento sociale di questo inizio autunno madrileño. La nota coppia di imprenditori, Juan Martín Boll e Nano García, conosciuti professionalmente come Juan y Nano, ha celebrato le proprie nozze nella residenza del Capo Missione in Spagna, Stefano Sannino.
Il celebrante, un diplomatico cinquantottenne di origine partenopea, ha riunito una rappresentanza significativa della comunità transgender, omosessuale e lesbica presso l’ex Palazzo dei Marchesi di Amboage, acquisito dallo Stato italiano nel 1940. L’edificio, insieme al giardino, occupa un intero isolato nel centralissimo quartiere di Salamanca.
È noto che l’Ambasciatore Sannino è omosessuale e che il marito, Santiago Mondragón Vial, di origine catalana, lo accompagna regolarmente agli eventi ufficiali. Mondragón Vial è stato conosciuto a Bruxelles, dove l’Ambasciatore Sannino ha intrapreso la sua carriera diplomatica nel 2002, ricoprendo il ruolo di Consigliere Diplomatico dell’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi. Tuttavia, è fondamentale distinguere tra la sfera privata e l’utilizzo della sede diplomatica italiana per eventi non istituzionali.”
Stefano Sannino si distingue per il suo costante impegno nella difesa delle tematiche transgender, di cui va fiero e orgoglioso. Ha rilasciato numerose interviste sull’argomento e ha ricevuto due prestigiosi riconoscimenti nazionali: il premio Transexualia 2016 a Madrid e il premio Lgbt Andalucía, assegnato a pari merito con l’ex ambasciatore americano in Spagna, James Costos, anch’egli omosessuale. Costos, nella sua villa californiana di Palm Springs, ha organizzato con il marito Michael Smith la prima vacanza dell’ex coppia presidenziale Obama dopo l’insediamento di Donald Trump.
A marzo di quest’anno, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Spagna, è stato stipulato un accordo di collaborazione tra l’Agenzia per l’Impiego del Comune di Madrid, l’associazione spagnola dei transessuali (Transexualia) e la Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna. L’accordo prevede l’attuazione di un programma di sviluppo professionale destinato a persone transessuali e transgender.
La Camera di Commercio Italiana finanzia i contenuti della formazione, e il Capo Missione ha dichiarato che «l’accordo si inserisce nella linea d’azione dell’Ambasciata volta a rafforzare la collaborazione degli attori del Sistema Italia con le istituzioni locali, anche a favore di progetti di carattere sociale».
Oltre al suo impegno per la causa Lgbt, Sannino ha scelto di unire civilmente gli amici fondatori del Mr. Gay Pride España e di celebrare l’occasione in un contesto informale. Invece di optare per locali esclusivi della capitale, come il Café de Oriente, la Sala Barceló o il Boom Room Club, ha deciso di aprire le porte della nostra Ambasciata. In un video girato durante la festa da Shangay.com, influente piattaforma iberica di comunicazione Lgbt, Sannino ha dichiarato che «aprire le porte di questa casa è stato un modo per dimostrare quanto voglio bene» alla coppia.
Nel corso dell’anno precedente, Sannino aveva già organizzato eventi per la comunità transgender e gay in occasione del World Pride. Il primo saluto ai due milioni di omosessuali previsti a Madrid è stato espresso tramite un filmato tricolore, anch’esso realizzato presso l’Ambasciata italiana in Spagna. In un’intervista rilasciata a La Verità, ha dichiarato: «Cerco di testimoniarlo personalmente: è possibile essere omosessuali e condurre una vita affettiva e professionale appagante».
L’utilizzo di una rappresentanza diplomatica per celebrare un evento gay ha suscitato malcontento. All’epoca, il Presidente del Consiglio dei Ministri era Paolo Gentiloni. Nonostante Matteo Renzi avesse rimosso Sannino dall’incarico di Rappresentante Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea nel dicembre 2015, giudicandolo eccessivamente “morbido”, e lo avesse assegnato all’ambasciata nella Spagna di Filippo VI, le polemiche all’interno del Partito Democratico si sono rapidamente placate.
È prevedibile che l’attuale governo non accolga con favore l’associazione del nome dell’Italia a iniziative LGBT che non rientrano nelle sue linee guida. Già lo scorso luglio, la decisione di esporre una bandiera arcobaleno sui tetti del Palazzo di Amboage, in occasione del Pride di Madrid, era stata accolta con disappunto.
Il Senatore di Fratelli d’Italia, Gianpietro Maffoni, ha presentato un’interrogazione parlamentare in merito, ipotizzando il reato di vilipendio alla bandiera e chiedendo «quali provvedimenti il Ministro intenda adottare per sanzionare la condotta dell’Ambasciatore a Madrid, fortemente lesiva dell’immagine e della dignità della bandiera italiana».
Il vessillo dell’orgoglio omosessuale è stato riprodotto nei colori della torta servita presso la nostra ambasciata in occasione del matrimonio dei novelli sposi. Tra le fotografie esposte ai rami delle piante, raffiguranti la coppia in diverse pose affettuose, erano presenti noti imprenditori quali Fernando Encinar, fondatore del sito immobiliare Idealista.com (accompagnato dal consorte Ángel Luis Ruiz), e il manager Abel Arana della società di produzione televisiva Shine Iberia. Giornalisti, presentatori e personalità transgender, tra cui il duo Juan y Nano, sono stati più volte abbracciati da un commosso Stefano Sannino, il quale ha dichiarato: «Tredici anni hanno impiegato a decidere di sposarsi».
Non sono mancate, purtroppo, le parodie del tradizionale rituale «e figli maschi», con alcuni invitati che hanno augurato a «marito e moglie» l’arrivo di figli. In prima fila era presente Begoña Villacís, portavoce di Ciudadanos nel Comune di Madrid. Il partito di Albert Rivera sostiene con convinzione il diritto anche per le coppie omosessuali alla maternità surrogata.



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