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Bruxelles indaga su Mogherini: dieci anni fa Gianluca Buonanno l’aveva avvertita davanti a tutti gli europarlamentari



Durante una seduta dell’Aula del Parlamento Europeo, l’europarlamentare della Lega Nord, Gianluca Buonanno, ha espresso forti critiche alle dichiarazioni dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini, in merito alla situazione nella Repubblica Democratica del Congo.  Nel corso del dibattito, l’onorevole Buonanno ha affermato: “Osservo un notevole interesse e vivacità in Aula in merito a questa discussione.  Mi ricorda l’atmosfera della pensione Mariuccia, dove i pensionati si dedicano al gioco delle carte nell’attesa della cena serale.



Cara signora Mogherini, alla luce dei risultati ottenuti, non in Congo, dove auspico una sua permanenza prolungata, ma in Ucraina, la sua influenza in Europa appare limitata.  Analogamente, l’Europa stessa sembra avere un peso ridotto.”  Successivamente, l’onorevole Buonanno ha esibito una tromba da stadio all’Aula, suscitando l’ilarità dei colleghi, e ha esclamato il motto “Svegliatevi”.

L’Unione Europea, con il significativo contributo dell’Italia, si trova ad affrontare una situazione critica, aggravata dalle recenti accuse di corruzione e frode negli appalti rivolte a Federica Mogherini e all’ambasciatore Stefano Sannino.  La Mogherini, già Ministra degli Esteri del Partito Democratico nel governo Renzi, con l’approvazione del Presidente Napolitano, e successivamente Alta Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, rappresentava, circa un decennio fa, un punto di minimo per l’UE.

Tuttavia, tale valutazione risulta insufficiente alla luce delle successive nomine di Josep Borrell e Kaja Kallas.  Borrell, noto per il suo dialogo con la Mogherini, in cui affermò seriamente che “l’Europa è un giardino dove tutto funziona: la miglior combinazione di libertà politica, prosperità economica e coesione sociale che l’umanità abbia mai costruito”, mentre il resto del mondo “è una giungla che potrebbe invadere il giardino”, ha espresso posizioni controverse. 

Ha dichiarato legittimo, ai sensi del diritto internazionale (da lui stesso interpretato), l’attacco alla Russia, ha respinto il piano di pace cinese per l’Ucraina senza proporne uno alternativo, ha invocato “l’economia di guerra”, ha chiesto sanzioni contro Orbán per aver tentato un negoziato con Trump, Zelensky e Putin, ha intimato all’Italia di consentire a Kiev di colpire in territorio russo con le proprie armi e ha esortato a “prepararsi alla guerra per avere la pace” (in realtà, la pace viene ora decisa da altri attori esterni all’UE).  Tali affermazioni sollevano serie preoccupazioni sulla sua capacità di guidare l’Unione Europea in modo efficace.

Si riteneva che non esistesse individuo più discutibile di lui; tuttavia, dall’Estonia (1,3 milioni di abitanti) è emersa Kaja Kallas, anch’essa nota per le sue affermazioni alquanto discutibili.  Ad esempio, ha dichiarato che “la Russia non può vincere” e, una volta sconfitta, da Stato più vasto e dotato di maggiore arsenale atomico del mondo, dovrà “ridursi significativamente”, smembrata in “numerose piccole nazioni”.

In seguito alla parata militare a Pechino con Xi Jinping e Vladimir Putin per commemorare l’80° anniversario della vittoria sul nazifascismo, ha definito “sorprendente” la “novità” che Cina e Russia siano tra i vincitori della Seconda Guerra Mondiale.  Recentemente, ha fornito un’ulteriore lezione di storia, affermando che “in cent’anni la Russia ha attaccato 79 Paesi, nessuno dei quali ha attaccato la Russia” (la Germania nazista e l’Italia fascista non risultano tra questi).  Sembrando ignorare la storia della Seconda Guerra Mondiale, sembra lavorare attivamente per scatenare un terzo conflitto globale.

  La sua proposta di pace per l’Ucraina è alquanto singolare: poiché la Russia sta ottenendo successi militari, sostiene che “sia Mosca a dover fare concessioni e ridurre il numero dei suoi soldati”, non Kiev, che sta subendo perdite. Finora, i governi degli Stati Uniti, della Cina e della Russia hanno rifiutato di incontrare la cosiddetta leader della diplomazia europea, per evitare di sprecare tempo prezioso.  Ciò è un peccato, poiché la scena di Kaja Kallas che si reca da Putin e gli ordina di ridurre il suo esercito da 1,5 milioni a 1.500 soldati sarebbe di grande interesse.  A tal fine, saremmo disposti a sostenere le spese di viaggio.



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