Il dramma si è consumato lo scorso 6 febbraio quando Livio Favaro, un carrozziere in pensione di 75 anni, è caduto nel garage della sua abitazione. L’incidente è avvenuto in serata, quando ormai era buio, e nessuno si è accorto della sua caduta. L’uomo, incapace di rialzarsi, ha trascorso tutta la notte all’addiaccio, esposto a temperature estremamente basse. Purtroppo, il freddo ha avuto effetti devastanti sul suo corpo, portando il suo cuore a cedere.
Le vicine di casa hanno iniziato a preoccuparsi il giorno seguente, quando hanno notato che le tapparelle della casa di Favaro erano abbassate più a lungo del solito. Decidendo di controllare, si sono avvicinate all’ingresso e, non ricevendo risposta, hanno chiamato il suo nome. La televisione era accesa, ma non c’era traccia di lui nelle stanze. Girando l’angolo, hanno finalmente trovato il corpo disteso nel garage.
Immediatamente, le vicine hanno allertato i soccorsi, contattando il Suem118. Sul posto si sono precipitati un’ambulanza, un’unità dei vigili del fuoco e un elisoccorso. Anche i familiari di Livio sono stati avvisati. L’uomo viveva da solo dopo la morte della madre, Gina, ma riceveva regolarmente visite da parte del fratello e della sorella. Gli operatori sanitari hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma per Favaro non c’era più nulla da fare.
È emerso che Livio aveva avuto problemi di salute in passato, e non si esclude che possa aver avuto un malore dopo aver parcheggiato l’auto. Il freddo intenso della notte ha aggravato la sua situazione. La vicina che ha dato l’allerta è stata ascoltata dai carabinieri di Istrana per chiarire le circostanze dell’accaduto. È stato confermato che la caduta e la successiva tragedia sono state il risultato di una serie di eventi sfortunati: il buio della sera, l’orario che ha portato i vicini a chiudere le imposte e il freddo di inizio febbraio.
Il funerale e i ricordi
Il funerale di Livio Favaro si è svolto il 13 febbraio nella chiesa di Morgano, dove molti amici e familiari si sono riuniti per dargli l’ultimo saluto. Durante la cerimonia, il parroco, don Mario Vanin, ha sottolineato il valore della semplicità nella vita di Livio. “Livio ha vissuto come una persona semplice. E questo è un valore,” ha affermato. “Vivere la propria vita senza disturbare le vite degli altri è una delle caratteristiche della semplicità.”
Il parroco ha anche richiamato alla mente le parole del filosofo Norberto Bobbio, che affermava: “Amo le persone miti, perché sono quelle che rendono più abitabile questa ‘aiuola’, tanto da farmi pensare che la città ideale sia quella in cui la gentilezza dei costumi sia diventata una pratica universale.” Queste parole hanno rispecchiato il carattere di Livio, noto per la sua mitezza e disponibilità.
Livio aveva trascorso gran parte della sua vita lavorando nella carrozzeria di via Polveriera, vicino al Ca’ Foncello. Molti lo ricordano come un giovane che amava giocare a calcio con i bambini del quartiere, impressionandoli con la sua abilità ambidestra. Era anche un grande tifoso della Juventus e spesso regalava poster di calciatori ai ragazzi del vicinato. La sua passione per gli animali era evidente, e negli ultimi tempi si era circondato di gatti, che ora aspettano ancora il suo ritorno davanti alla porta di casa.
La morte di Livio Favaro è stata una tragica fatalità, una concatenazione di eventi sfortunati che hanno portato a una perdita incolmabile per la famiglia e la comunità. La caduta nel garage, avvenuta in un momento in cui nessuno poteva intervenire, ha evidenziato la vulnerabilità degli anziani e l’importanza della vigilanza da parte di amici e familiari.
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