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Cambiare il nome del Natale per non offendere? L’opinione di Tommaso Cerno



Nel programma “Atreju”, Tommaso Cerno intraprende un’analisi approfondita di temi quali la cultura, la cristianità e l’uomo occidentale. Tuttavia, la sua esposizione si conclude con un’espressione di forte disappunto.  Infatti, Cerno afferma: “Se si sostituisce il termine ‘Natale’ con ‘Festa di inverno’, si può esprimere il proprio dissenso in modo deciso e tornare al proprio luogo di origine”.



L’Istituto Universitario Europeo di Fiesole (EUI) ha avviato un dibattito interno riguardante la potenziale rinominazione della festività cristiana più conosciuta, il Natale, in “Festa d’Inverno”. Tale proposta si inserisce nel contesto del Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’EUI, con l’obiettivo di evitare connotazioni religiose e promuovere una definizione più inclusiva.

Marco Del Panta, Segretario Generale dell’EUI, ha confermato che la discussione è in corso e che non è stata ancora presa una decisione definitiva. Tuttavia, la notizia ha già suscitato un ampio dibattito a livello nazionale.

La proposta ha attirato l’attenzione della Lega, rappresentata dall’eurodeputata Susanna Ceccardi. Secondo Ceccardi, l’iniziativa non è solo “apparentemente sconclusionata”, ma rappresenta un ulteriore esempio di pensiero politicamente corretto. La politica avverte che l’eliminazione delle radici culturali e religiose in nome dell’inclusività potrebbe comportare conseguenze negative.

Pur riconoscendo l’intento lodevole dell’EUI di creare un ambiente più accogliente per tutti, la questione solleva interrogativi legittimi sull’importanza di preservare le tradizioni e l’identità culturale. Questo evento apre quindi un dibattito più ampio sul delicato equilibrio tra inclusività e rispetto delle diverse identità culturali.



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