Un ex detenuto sopravvissuto alle torture di Osama Almasri accusa il governo italiano di avergli impedito di ottenere giustizia, favorendo il ritorno del torturatore in Libia.
Il caso di Osama Almasri, comandante della polizia giudiziaria libica, continua a suscitare polemiche internazionali. Lam Magok Biel Ruei, testimone e vittima delle atroci torture inflitte da Almasri, ha presentato una denuncia contro il governo italiano. Secondo Magok, le azioni dei ministri Nordio e Piantedosi, nonché la condotta del governo italiano, hanno impedito che il torturatore libico fosse sottoposto a giustizia, favorendo il suo ritorno in Libia senza alcuna responsabilità per le atrocità commesse.
Magok, che ha raccontato in precedenza le sofferenze subite nella prigione di Mitiga, ha dichiarato di sentirsi una seconda volta vittima dopo che l’Italia non ha fatto nulla per fermare il ritorno di Almasri nel suo paese di origine. L’uomo ha espresso la sua frustrazione, affermando che l’Italia, invece di supportare le vittime come lui, ha contribuito alla perpetuazione dei crimini.
Nel dettaglio, la denuncia di Magok indica il ritardo nel rispondere al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) contro Almasri, e il successivo decreto di espulsione firmato da Matteo Piantedosi, che ha di fatto permesso al generale libico di tornare in Libia. Secondo l’esposto, l’azione tardiva e la mancanza di un intervento deciso hanno messo a rischio la sicurezza di molte persone che continuano a subire abusi a causa delle azioni di Almasri.
L’avvocato di Magok, Francesco Romeo, ha spiegato che le autorità italiane erano perfettamente consapevoli del mandato di arresto per Almasri, tanto che erano state coinvolte in consultazioni preventive con la CPI. Nonostante ciò, il silenzio da parte del ministro della giustizia Carlo Nordio ha agevolato la liberazione di Almasri, con la conseguente mancanza di giustizia per le sue vittime.
La denuncia sta per essere esaminata dal Tribunale di Roma, dove saranno analizzate le accuse di favoreggiamento nei confronti del governo italiano. Magok ha sottolineato che Almasri non rappresenta una minaccia in Italia, ma in Libia, dove ha commesso crimini contro l’umanità e dove, grazie alla condotta del governo italiano, continuerà a operare senza impedimenti.
Nel frattempo, il governo italiano ha mantenuto il silenzio sulla vicenda, mentre il caso di Osama Almasri solleva importanti interrogativi sulla responsabilità internazionale e sul trattamento di criminali di guerra che cercano rifugio in paesi che, come l’Italia, hanno obblighi di giustizia internazionale.
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