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Catania, “miracolo” della scienza: nasce Mattia da un utero trapiantato



Lo scorso sabato 6 settembre, il piccolo Mattia è venuto al mondo con parto cesareo presso l’ospedale Cannizzaro di Catania, pesando tre chilogrammi e in perfette condizioni di salute. La sua nascita rappresenta un evento eccezionale nel panorama medico italiano, essendo il secondo bambino nato da una donna con utero trapiantato. Un risultato che sottolinea i progressi della medicina e della chirurgia nel nostro Paese.



Un precedente storico si era già verificato il 30 agosto 2022, quando nello stesso ospedale era nata Alessandra, la prima bambina italiana concepita in circostanze simili. La madre di Mattia aveva ricevuto il trapianto di utero nel 2020 presso il Policlinico universitario di Catania, avviando così un percorso di speranza e determinazione che si è concluso con la nascita del bambino.

La particolarità di questo caso risiede nella tecnica utilizzata, che ha permesso una gravidanza portata a termine grazie a un utero donato da una persona deceduta. Si tratta di una procedura innovativa che ha previsto lo scongelamento degli ovociti solo al momento della fecondazione assistita, garantendo un approccio etico e scientificamente avanzato. A livello internazionale, episodi simili sono estremamente rari, rendendo questa vicenda ancora più significativa.

Il percorso che ha portato alla nascita di Mattia ha avuto inizio nel 2022, quando la madre ha affrontato il trapianto presso il Policlinico di Catania. Questo evento straordinario è stato possibile grazie al lavoro impeccabile di un team medico composto dai professori Paolo Scollo, Pierfrancesco Veroux, Massimiliano Veroux e Giuseppe Scibilia, che hanno gestito ogni fase del processo: dal trapianto chirurgico alla cura post-operatoria fino al monitoraggio costante della gravidanza.

Un ruolo cruciale è stato svolto anche dagli operatori della rete trapiantologica regionale e nazionale, il cui coordinamento ha reso possibile il successo di questa complessa operazione. “Il successo di questi due primi trapianti in Italia e tra i pochi al mondo – spiegano i medici intervenuti – conferma la possibilità che anche una donna nata senza utero possa aspirare a diventare madre e che in casi selezionati non è necessaria la rimozione post-parto.”

La nascita di Mattia non rappresenta solo un progresso medico, ma anche un segnale di speranza per molte donne che desiderano diventare madri nonostante l’assenza dell’utero. Il sistema sanitario siciliano e l’Università di Catania, insieme all’Università Kore di Enna e all’ospedale Cannizzaro, si confermano all’avanguardia nel campo dei trapianti riproduttivi.

I medici coinvolti nella vicenda hanno sottolineato l’importanza del lavoro di squadra e della dedizione necessaria per raggiungere questo risultato. “Questa storia – concludono – non è soltanto un successo medico, ma anche un faro di speranza per molte donne che seppur prive dell’utero desiderano realizzare il sogno della maternità.”

La madre di Mattia ha vissuto questo percorso come un viaggio fatto di ricerca, coraggio e cura. La sua esperienza dimostra come la medicina moderna possa offrire soluzioni innovative a situazioni che fino a poco tempo fa sembravano impossibili. La nascita del bambino è stata descritta dalla donna come “la gioia di convivere con la sua gravidanza, la conclusione di un percorso costellato di ricerca, cura e coraggio.”



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