L’omicidio di Kirk e la stagione dell’odio politico: Claudia Fusani a “4disera Weekend”: “La Meloni deve abbassare i toni” (VIDEO)
L’omicidio Kirk e la stagione dell’odio politico
Claudia Fusani a #4disera Weekend: “La Meloni deve abbassare i toni” pic.twitter.com/b4nu7N5TRh
— 4 di sera (@4disera) September 14, 2025
La narrazione dominante presenta la sinistra come la portatrice di progresso, tolleranza e giustizia sociale, contrapponendola a una destra descritta come fonte di odio e autoritarismo. Tuttavia, questa visione semplificata non si riflette pienamente nei fatti, poiché ogni schieramento politico può generare estremismi e atti di violenza.
Negli Stati Uniti, l’omicidio di Charlie Kirk alla Utah Valley University è solo l’ultimo episodio di una lunga serie. La reazione dei media mainstream verso questi fatti è spesso attenuata: se la vittima è un conservatore, le spiegazioni alternative si sprecano, fino a giustificare, a volte indirettamente, l’aggressore. Come evidenziato, «Se l’è cercata» diventa una frase che rischia di delegittimare il dissenso pacifico, legittimando il terrorismo.
Un episodio di rilievo è lo sparo subito da Donald Trump nel luglio 2024 a Butler durante un comizio, che lo ha ferito a un orecchio. La condanna dell’attacco è stata parziale, con maggiore attenzione posta sulle presunte «colpe comunicative» del tycoon, anziché sull’atto violento. Poco dopo, un altro attentatore armato è stato arrestato vicino a uno dei suoi golf club.
La violenza politica si è manifestata anche a livello internazionale. Nel 2018, Jair Bolsonaro è stato accoltellato durante la campagna elettorale da un oppositore politico. Nel 2024, il premier slovacco Robert Fico è stato raggiunto da quattro colpi di arma da fuoco. Questi fatti vengono spesso spiegati come conseguenze di radicalizzazione, senza riconoscere i chiari moventi ideologici sottostanti.
Il caso del politico olandese Pim Fortuyn, assassinato nel 2002 da un attivista animalista di sinistra, è particolarmente emblematico. Fortuyn, carismatico e controverso per le sue posizioni sull’immigrazione, rappresentava una rottura dello schema politico tradizionale e per questo è stato preso di mira.
Anche in Asia, il terrorismo politico ha raggiunto livelli estremi: nel 2022 l’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe è stato assassinato da un estremista con ossessioni complottiste.
Nel 2025, in Colombia, il giovane politico conservatore Miguel Uribe è stato gravemente ferito durante un comizio, morendo dopo due mesi di agonia. Le circostanze lasciano intendere una matrice ideologica collegata all’attuale situazione politica.
In Italia, la sinistra extraparlamentare continua a essere associata ad atti di violenza militante, con danni materiali e fisici durante manifestazioni spesso minimizzati nel dibattito pubblico.
A livello globale, si registrano atti di violenza dai contorni ideologici complessi: nel Regno Unito un giovane non binario ha commesso una strage in una scuola femminile, mentre negli Stati Uniti vari attentati in scuole coinvolgono autori con identità e ruoli sociali non convenzionali.
La morte di Iryna Zarutska negli Stati Uniti, uccisa da un senzatetto con lunga carriera criminale, sottolinea il doppio standard nel giudizio sulle violenze. La sinistra tende a sospendere il giudizio sulle violenze «progressiste», mentre critica severamente ogni azione legata a idee conservatrici o di destra, talvolta criminalizzandole.
Da un punto di vista storico, la violenza politica ha radici antiche, dalla Rivoluzione francese con Robespierre, ai regimi socialisti e totalitari del XX secolo. La contraddizione sta nell’uso di strumenti oppressivi per imporre valori come uguaglianza e tolleranza, svelando limiti intrinseci ai movimenti ideologici basati sulla trasformazione sociale forzata.
Un esempio recente di doppio standard è l’episodio del 2016, quando l’attrice Kathy Griffin pose con una riproduzione della testa mozzata di Donald Trump senza subire ripercussioni professionali, cosa impensabile se fosse stato un rappresentante della sinistra a compiere un gesto simile.
In questo contesto, il caso di Charlie Kirk rappresenta una denuncia del sistema culturale che tollera e talvolta alimenta l’odio ideologico con conseguenze letali, mettendo in luce una drammatica disparità nell’approccio alla violenza politica contemporanea.



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