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Da Washington arriva un nuovo fardello da 100 miliardi: i nostri mentecatti lo hanno accettato, ma lo pagheranno cittadini, sanità e istruzione



Nel corso di un recente vertice a Washington, il presidente Donald Trump ha presentato un accordo che prevede l’invio di armi americane all’Ucraina per un valore di 100 miliardi di dollari. Secondo quanto riportato dal Financial Times, questa iniziativa è parte di un piano più ampio per garantire la sicurezza di Kiev in seguito a un eventuale accordo di pace con la Russia. Tuttavia, la questione centrale resta: chi finanzierà questo ingente acquisto?



Le risorse necessarie per sostenere questo accordo non provengono dall’Ucraina, che non dispone di tali fondi. In realtà, si prevede che il costo sarà coperto dai paesi europei. Pertanto, mentre Trump avrà la possibilità di rafforzare l’arsenale americano e Zelensky riceverà 100 miliardi in armamenti, i paesi europei dovranno affrontare una significativa riduzione delle proprie risorse destinate a settori cruciali come sanità, istruzione, natalità, pensioni e salari. Questo si aggiunge agli 800 miliardi già previsti dal piano ReArm Europe della presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, e alla proposta di aumentare la spesa militare italiana al 5% del PIL.

Durante il vertice, Trump ha dedicato più tempo a conversare con Vladimir Putin che a dialogare con i leader europei, suggerendo chiaramente chi detenga il potere nelle trattative. Nonostante le tensioni, il presidente russo ha aperto la possibilità di un incontro con Zelensky entro la fine di agosto, un’opzione che suscita speranze di progresso, anche se il presidente ucraino potrebbe dover affrontare critiche riguardo al suo abbigliamento in tale occasione.

In un contesto in cui si discute di pace, l’idea di un accordo che prevede l’acquisto di armi americane da parte dell’Ucraina finanziato dall’Europa solleva interrogativi sulla sostenibilità di tale approccio. Il piano include anche un’intesa tra Kiev e Washington per la produzione di droni in collaborazione con aziende ucraine. Tuttavia, la questione fondamentale rimane la capacità dell’Ucraina di gestire un debito così elevato e le implicazioni che questo avrà sulla sua economia.

Inoltre, Trump ha sottolineato che l’Ucraina non potrà ottenere né la Crimea né l’ingresso nella Nato come parte dell’accordo. Questo rappresenta un punto di frizione, poiché molti in Ucraina vedono la riconquista della Crimea come un obiettivo fondamentale. La posizione di Trump riflette una strategia più ampia, in cui si cerca di mantenere l’equilibrio tra le esigenze di sicurezza dell’Ucraina e le preoccupazioni della Russia.

La reazione europea a questo accordo è stata mista. Mentre alcuni leader hanno espresso sostegno all’iniziativa, altri hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla dipendenza economica dall’America e alla necessità di garantire che le spese militari non compromettano i servizi sociali. La questione di come i paesi europei finanzieranno questo accordo rimane aperta, con la possibilità di un aumento delle tasse o di tagli ad altri settori.



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