Una scoperta inquietante ha riportato alla luce uno dei casi irrisolti più macabri degli ultimi anni. Dopo diciassette anni, è stata ritrovata la testa di Mustafa Sahin, un giovane di vent’anni strangolato e decapitato nel febbraio del 2008. Il corpo, privo di testa, era stato abbandonato lungo l’autostrada del Brennero, nei pressi di Chiusa, in Alto Adige. Ora, grazie a una confessione e al ritrovamento del cranio in Germania, il mistero sembra finalmente avviarsi verso una soluzione.
Il caso risale al 21 febbraio 2008, quando un cadavere senza testa fu rinvenuto all’interno di uno scatolone lungo l’A22. Non c’erano documenti o segni identificativi che potessero aiutare gli investigatori a risalire all’identità della vittima. Per anni, il delitto è rimasto avvolto nel mistero, senza alcun progresso significativo nelle indagini.
La svolta è arrivata recentemente in Sontheim an der Brenz, una cittadina tedesca. Durante dei lavori nel giardino di una casa, il nuovo proprietario ha scoperto un cranio umano sepolto sotto alcune lastre di cemento. Gli esami del DNA sono in corso, ma secondo le autorità tedesche è altamente probabile che si tratti proprio della testa di Mustafa Sahin, ucciso il 13 febbraio 2008.
L’autore dell’omicidio è stato identificato in Alfonso Porpora, il suocero della vittima. Porpora viveva nella casa dove è stato ritrovato il cranio al momento dell’omicidio. Secondo quanto emerso dalle indagini, il giovane fu strangolato nel garage dell’abitazione e successivamente decapitato. Sebbene Porpora abbia confessato di aver trasportato il corpo in auto e di averlo abbandonato lungo l’autostrada, non ha mai fornito dettagli sul motivo del gesto né ammesso esplicitamente di aver decapitato la vittima.
La confessione di Alfonso Porpora è arrivata solo molti anni dopo, mentre si trovava già in carcere a Ellwangen, dove sta scontando l’ergastolo per altri due omicidi. Le sue dichiarazioni hanno permesso agli investigatori del Baden-Württemberg di collegare il cadavere trovato in Alto Adige al giovane tedesco di origini turche. La Procura e la Squadra Mobile di Bolzano hanno ricevuto fotografie del corpo e, grazie alla collaborazione della moglie della vittima – figlia di Porpora – sono riusciti a identificarlo. La donna ha riconosciuto il marito dalle mani e dagli abiti, mentre la conferma definitiva è arrivata tramite la comparazione genetica con i figli e i genitori di Mustafa Sahin.
Il procuratore Axel Bisignano ha definito il caso come uno dei più complessi mai affrontati nella regione. Sebbene l’identificazione del cadavere sia avvenuta già diversi mesi fa, il ritrovamento della testa ha aggiunto nuovi dettagli al quadro investigativo. Gli esperti hanno sottolineato che il taglio della testa era estremamente preciso, un particolare che ha sollevato ulteriori interrogativi sulla dinamica dell’omicidio. Inoltre, sul corpo non furono rilevati segni di lotta, rendendo ancora più difficile comprendere le motivazioni dietro il gesto.
Nonostante i recenti sviluppi, rimangono ancora molte incognite sul movente che ha spinto Alfonso Porpora a commettere un crimine così efferato. L’uomo non ha mai fornito spiegazioni chiare né dettagli sulle circostanze che hanno portato alla decapitazione. Gli investigatori continuano a lavorare per ricostruire gli eventi e chiarire i punti oscuri di questa vicenda.
Il caso di Mustafa Sahin rappresenta uno degli episodi più inquietanti della cronaca recente, un cold case che ha attirato l’attenzione sia in Italia che in Germania. Con il ritrovamento della testa e le indagini ancora in corso, si spera che la verità completa possa finalmente emergere, portando giustizia alla vittima e ai suoi familiari.
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