Nei giorni che hanno preceduto il tragico ritrovamento a Villa Pamphili dei corpi di una donna e di una bambina, il presunto responsabile, Relax Ford, è stato fermato in tre diverse occasioni dalle autorità per episodi di violenza. Tuttavia, ogni volta, non sono stati effettuati controlli approfonditi né sulla sua identità né su quella delle due vittime, sollevando ora interrogativi su possibili mancanze che avrebbero potuto prevenire l’omicidio.
Il primo episodio risale al 20 maggio, quando due turiste americane hanno segnalato una lite violenta tra un uomo e una donna, accompagnati da una bambina molto piccola, nei pressi di Piazza Farnese, a Roma. Le donne hanno allertato un ristoratore della zona, che ha poi contattato il numero di emergenza 112. Gli agenti intervenuti hanno trovato la coppia su via del Mascherone. L’uomo, identificato come Relax Ford, aveva tracce di sangue sul volto e si mostrava aggressivo nei confronti della donna, che teneva in braccio la neonata. Nonostante la situazione critica, gli agenti si sono limitati a registrare le generalità fornite da Ford, accettando la sua versione: “Siamo turisti americani, sono mia moglie e mia figlia.” La donna, priva di documenti, non è stata identificata.
Un elemento chiave di questo primo intervento è la decisione del ristoratore di scattare alcune foto della scena e inviarle al programma televisivo “Chi l’ha visto?”. Queste immagini si sono rivelate fondamentali per identificare successivamente Ford e collegarlo ai tragici eventi di Villa Pamphili.
Dieci giorni dopo, il 30 maggio, un’altra segnalazione ha portato le forze dell’ordine a intervenire nella zona del mercato di San Silverio, vicino a Villa Pamphili. Anche in questa occasione, si trattava di una lite violenta in strada. La scena era simile: Ford con la donna e la bambina. Gli agenti, ancora una volta, hanno accettato la spiegazione fornita dall’uomo: “Siamo americani, lei è mia moglie con mia figlia.” Nessuna verifica ulteriore è stata effettuata e la coppia è stata lasciata andare.
Il terzo episodio si è verificato il 5 giugno. Questa volta Relax Ford è stato fermato da una pattuglia in pieno centro a Largo Argentina. Con sé aveva solo la bambina, che indossava una tutina rosa. La donna non era presente e si presume fosse già stata uccisa e nascosta tra i rovi di Villa Pamphili. Agli agenti, Ford ha dichiarato che la moglie era partita. Anche in questa occasione, le autorità non hanno verificato le informazioni fornite né l’identità della bambina. Poche ore dopo, il corpo della piccola sarebbe stato abbandonato tra i cespugli della villa storica romana.
Il 7 giugno i passanti hanno fatto la macabra scoperta dei corpi della donna e della bambina tra i cespugli di Villa Pamphili. Le indagini hanno portato all’arresto di Relax Ford in Grecia, grazie alle foto scattate dal ristoratore e alle testimonianze raccolte nei giorni precedenti. Tuttavia, resta il dubbio se un intervento più deciso da parte delle autorità nei primi due fermi avrebbe potuto evitare questo tragico epilogo.
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