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Femminicidio Sara Campanella, il giudice dice no alla perizia per Argentino. L’avvocato si chiede come sia possibile



Non ha ottenuto l’approvazione dal giudice per le indagini preliminari la richiesta di perizia psichiatrica avanzata dall’avvocato difensore di Stefano Argentino, attualmente detenuto con l’accusa di aver ucciso Sara Campanella lo scorso 31 marzo a Messina. La decisione è arrivata nonostante il legale, Giuseppe Cultrera, avesse richiesto un incidente probatorio per valutare la condizione psicologica dell’indagato, sostenendo che vi fossero elementi sufficienti per procedere.



L’avvocato Cultrera aveva motivato la sua richiesta riferendosi alla situazione familiare del suo assistito. In particolare, aveva sottolineato che il padre di Stefano Argentino è in cura dal 2016 per un disturbo psichiatrico e aveva presentato una relazione redatta dalla madre dell’indagato che descriveva il contesto familiare come particolarmente complesso. Tuttavia, il giudice ha deciso di non procedere con l’incidente probatorio, pur non escludendo che una perizia psichiatrica possa essere disposta nel corso di un eventuale processo.

In un’intervista rilasciata a Fanpage.it, Giuseppe Cultrera ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a richiedere l’incidente probatorio: “Avevo già in mente, come dichiarato, di chiedere una perizia psichiatrica non perché fosse una routine ma perché dai primi colloqui con l’indagato era emersa, almeno a mio avviso, da profano, una condizione simil patologica tale da essere attenzionata, come legge prevede e impone”.

L’avvocato ha poi aggiunto dettagli sulla situazione personale e familiare del suo assistito: “Svolgendo indagini difensive, ho appurato che Stefano Argentino è nato e cresciuto in un clima familiare a dir poco tormentato, caratterizzato da pressione psicologica e disagi familiari di provenienza patologica. Ho appurato infatti che il padre soffre di una patologia psichiatrica da oltre dieci anni che condiziona fortemente l’ambiente circostante”.

La richiesta di incidente probatorio era stata accompagnata dalla documentazione raccolta durante le indagini difensive, inclusa la cartella clinica del padre dell’indagato. Nonostante ciò, il giudice ha respinto la richiesta affermando che non risultano agli atti certificazioni mediche o psichiatriche relative all’indagato né documenti che attestino la patologia del padre. A tal proposito, l’avvocato Cultrera ha espresso il suo disappunto: “Inspiegabilmente e con grande sorpresa, il gip ha rigettato la richiesta di incidente probatorio, inserendo fra le motivazioni ‘non risulta agli atti alcuna documentazione medica e psichiatrica, presente o passata, relativa alla persona dell’indagato, né certificati attestanti l’asserita patologia del di lui padre’. La circostanza lascia questa difesa davvero mortificata, in quanto traspare la indiscutibile superficialità nell’analisi della documentazione versata negli atti e la disattenzione di chi è chiamato a giudicare”.

Il legale non esclude di presentare ricorso in Cassazione contro la decisione del giudice: “Il tutto è motivo di ricorso per Cassazione, ma si vuol valutare con attenzione e serenità il da farsi. Al momento si vuol ricordare ai Decidenti che gli atti di un omicidio, grave come annunciato, non possono essere sfogliati come le pagine di un vecchio libro. La giustizia è una cosa seria e va analizzata secondo il Codice di procedura”.



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