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“Fossi in lui avrei paura”: il delirio di Scanzi, il peggior servo della feccia attacca il nuovo sindaco di New York



Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York, e la sua elezione ha immediatamente acceso discussioni in tutto il mondo. La scelta di un musulmano alla guida di una delle città più iconiche degli Stati Uniti ha generato reazioni forti e polarizzate, specialmente da parte della destra politica. Durante il programma di approfondimento politico “Otto e mezzo” su La7, condotto da Lilli Gruber, il giornalista Andrea Scanzi ha espresso preoccupazione per la violenza dei toni utilizzati contro Mamdani.



Scanzi ha commentato: “Sto notando una violenza tale nelle analisi e nelle reazioni della destra, sia americana sia in quelle di tutto il mondo, che io fossi nel nuovo sindaco di New York un briciolo di paura ce l’avrei.” Secondo lui, le reazioni negative sono amplificate dal fatto che Mamdani ha vinto in una città simbolo dell’attacco dell’11 settembre 2001. “Stanno utilizzando toni devastanti per cui ha vinto un musulmano e ha vinto nella città dell’11 settembre 2001,” ha aggiunto Scanzi, sottolineando come questa vittoria venga interpretata da alcuni come un abbandono dei valori occidentali.

Il giornalista ha anche evidenziato che questa elezione potrebbe avere ripercussioni significative, in particolare tra i sostenitori di Donald Trump e dei movimenti MAGA. “In un momento del genere – prosegue Scanzi – tenendo conto anche di quello che è successo nel passato recente negli Stati Uniti, secondo me è una vittoria che verrà presa malissimo dai MAGA, da Trump, dai sionisti e bisogna monitorarla tanto questa cosa, perché a suo modo è rivoluzionaria e può avere delle ripercussioni anche pericolose secondo me.”

Nel suo discorso di vittoria, Mamdani ha lanciato una sfida diretta a Trump, affermando: “So che stai ascoltando: alza il volume!” Questa affermazione ha ulteriormente alimentato il dibattito sulla sua elezione e sulle sue implicazioni politiche.

A soli 34 anni, Mamdani ha ottenuto una vittoria schiacciante, superando l’ex governatore Andrew Cuomo con un’affluenza alle urne senza precedenti, la più alta registrata dagli anni ’60. Circa 2 milioni di newyorkesi hanno partecipato al voto, e il sindaco socialista democratico ha ricevuto oltre un milione di preferenze, segnando una sconfitta significativa per Cuomo, che potrebbe rappresentare la fine della sua carriera politica.

La vittoria di Mamdani non è solo un trionfo personale, ma rappresenta anche un cambiamento significativo nel panorama politico di New York. La sua ascesa alla carica di sindaco è vista come un segnale di un crescente supporto per le politiche progressiste e una maggiore inclusione di diverse identità all’interno della politica americana.

In questo contesto, gli analisti politici stanno monitorando attentamente le reazioni della destra, che ha già espresso un forte disappunto per l’elezione di un sindaco musulmano. I dibattiti si stanno intensificando, con alcuni che vedono in questo evento un’opportunità per riconsiderare le narrazioni politiche prevalenti, mentre altri temono che possa innescare tensioni sociali.

La figura di Mamdani, un socialista che ha fatto della giustizia sociale e dell’inclusione i pilastri della sua campagna, potrebbe rappresentare una nuova era per New York. La sua elezione è un chiaro segnale del cambiamento che molti cittadini desiderano vedere, in un momento in cui le questioni di identità e rappresentanza sono al centro del dibattito pubblico.



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